Descrizione evento:
AMALDI E BARBAGLIA, SCIENZA E FEDE IN DIALOGO
La nascita dell’Universo indagata al Broletto di Novara
«La natura? Non è tutta la realtà!». È una decisa scelta di campo quella che Ugo Amaldi – fisico di fama mondiale – propone al pubblico intervenuto, sabato 10 gennaio presso il Broletto di Novara, all’incontro “Big bang… e luce fu!”, primo di un ciclo di sette conferenze dal titolo “Questioni di principio” offerto dall’Associazione Culturale Diocesana La Nuova Regaldi e il Comune di Novara in stretto legame con la mostra “In Principio” ospitata nei locali dell’Arengo. Una posizione che distingue Amaldi in «una comunità scientifica che in proporzione di oltre il 70 per cento ritiene illegittimo essere credenti». Ma «escludere l’ipotesi che Dio esista non ha fondamenti scientifici più solidi, e limita le possibilità offerte al pensiero per rispondere agli interrogativi esistenziali e filosofici propri della natura umana». Una rinuncia al soprannaturale che Amaldi descrive come una visione “piatta” della realtà, che guadagna consistenza tridimensionale se si arricchisce di un’altra prospettiva, quella cui appartengono significati come spirito, anima e Dio. Scienza e Fede appaiono così visioni del mondo non incompatibili, anzi complementari. Ma «il caso Galilei – risponde il biblista don Silvio Barbaglia – ci mostra un magistero ecclesiale in rotta di collisione con posizioni scientifiche viste in contrasto con il testo della Bibbia e con la sua pretesa infallibilità». Un’opposizione che si è affievolita dal ‘600 a oggi, grazie alla crescente autonomia tra i campi del sapere e a un evolversi dei criteri per interpretare i testi sacri. Ma la Bibbia pretendeva davvero di spiegare, nelle intenzioni originarie dell’autore, come abbia avuto inizio l’universo? Probabilmente no: «Il racconto dei sette giorni di creazione – spiega Barbaglia – fonda la scansione ebraica del tempo che ruota attorno al sabato, giorno sacro a un Dio che si pone in difesa della vita, per proteggerla da un caos primordiale, sempre pronto a irrompere nella storia umana, portando morte e distruzione». Un messaggio di speranza nel futuro necessario all’uomo antico, minacciato da fame, guerre e malattie, ma importante anche per l’uomo d’oggi, assillato da nuovi dilemmi e attentati alla vita e al suo significato.