Documentazione evento:
Giovanni Paolo II
Il messaggio di Fatma e l’attentato in piazza San Pietro
Il 13 maggio, nella piccola chiesa del Carmine di Novara, ha avuto luogo il primo degli incontri dedicati a Giovanni Paolo II e al suo magistero, organizzato dall’Associazione Diocesana Culturale La Nuova Regaldi.
A ventisette anni esatti dall’attentato ad opera del turco Agca e a poco più di tre dalla morte, Karol Wojtyla è stato ricordato attraverso immagini di repertorio e brani estrapolati dai tre capitoli dell’enciclica Redemptoris Mater.
Le letture e i filmati sull’attentato e sui pellegrinaggi mariani, con particolare attenzione a Fatima e al suo mistero, hanno scandito le tre fasi della serata, alternandosi ai canti corali diretti da don Maurizio Gagliardini, e a momenti d’intensa e accorata preghiera.
Le riflessioni, condotte da don Silvio Barbaglia, Referente Diocesano del Progetto Culturale, hanno messo in evidenza gli aspetti più profondi dell’amore di Giovanni Paolo II per la Madre di Cristo. Con l’esegesi di un passaggio cruciale dell’enciclica Redemptoris Matris, don Barbaglia ha chiarito ai presenti la posizione mariologica del Papa polacco. La figura di Maria, contesa tra la deriva fideistica che la presenta quasi come una divinità, e quella del protestantesimo luterano, come donna tra le donne d'Israele, ritrova in Wojtyla una sapiente lettura secondo la Scrittura e la Tradizione. Solo attraverso una fede sincera e profonda in Cristo si può comprendere appieno la maternità di Maria. E’ Gesù il solo mediatore tra Dio e gli uomini: Maria accetta di farsi strumento nelle mani dell’Onnipotente e per questo è assunta in Cielo come la prima dei salvati, la prima dei fedeli in Cristo e in Dio Padre.
Nella parte finale, l’invito a partecipare ai futuri incontri che, a partire dal prossimo autunno, prenderanno in oggetto la vita, le opere e gli scritti del Papa, tappe fondamentali per chiunque volesse ripercorrere il cammino di fede e speranza e gli insegnamenti che Giovanni Paolo II ha lasciato a tutti gli uomini.
Gino Cannata