Documentazione evento:
“Comunicare in famiglia” è stato l’argomento centrale del nono e penultimo incontro, relatore il dottor Domenico Simeone psicologo dell’Università di Macerata, organizzato dal Centro di Consulenza Familiare diretto da Luciano Viana psicologo e psicoterapeuta, tenutosi nella serata di giovedì 22 maggio. Il Centro di viale Ferrucci, dallo scorso settembre, ha dato vita ad un ciclo di conferenze dal titolo “Che succede in famiglia? Tra venti di guerra e percorsi di pace”, con lo scopo d’intraprendere un cammino di formazione e riflessione per tutti coloro che sono interessati ad una analisi della società attuale.
Per parlare della comunicazione in ambito familiare, Simeone è partito da una favola scritta dallo scrittore Sepulveda per sua figlia “la gabbianella e il gatto”. La storia è una metafora di ciò che accade in famiglia quando si cerca di educare un figlio: ci sono alcuni gabbiani che stanno migrando verso posti lontani; uno di loro si tuffa in mare per prendere un pesce, ma quando si immerge si accorge che c’è una macchia di petrolio. Con fatica esce dall’acqua e vola fino a un terrazzo dove c’è un gatto: Zorba. La gabbiananella, che sta per morire, affida al gatto un uovo, che però non sa come covarlo.Da qui l’analisi e al tempo stesso l’affermazione che l’educazione è un impegno che ci viene affidato, che noi assumiamo per far crescere un essere più debole. Dobbiamo usare tutte le nostre energie affinché i nostri figli diventino degli adulti; per questo non devono assomigliare in tutto e per tutto a noi, ma trovare la loro strada.” Quando nasce un figlio – ha evidenziato Simeone - nascono anche i genitori, che all’inizio sono impacciati; l’avventura dell’educazione si gioca nella differenza di genere (maschile e femminile) e di generazione”. Dunque “ per educare una persona ci vogliono una figura maschile e una femminile; oggi i ruoli non sempre sono definiti (le donne lavorano e gli uomini sono più presenti nell’educazione dei figli rispetto ai loro padri), c’è un’intercambiabilità tra uomo e donna che rende i ruoli più flessibili; questo crea una maggiore incertezza nell’educazione, non ci sono più i ruoli definiti”.Lo psicologo ha voluto puntare il dito anche sulla nostra epoca , che ha precisato “di crisi dove i ruoli non sono ben chiari: bisogna inventarsi qualcosa di nuovo; padri e madri possono aiutarsi reciprocamente a costruire nuove relazioni educative”.
Importante è poi il rapporto generazionale, tra chi nasce prima e chi nasce successivamente: dare la vita non significa solo mettere al mondo un figlio, ma anche metterlo in condizioni di attuare un progetto di vita. Si deve costruire un legame di attaccamento coi figli, ma poi deve subentrare man mano una separazione, lasciare spazio al proprio figlio perché possa crescere. Le nuove generazioni possono ricevere da noi il dono che nasce dalla nostra esperienza, anche se oggi viviamo in un mondo dove tutto cambia rapidamente. Occorre quindi concentrarsi su altri aspetti, sul sapere che riguarda la vita (dolori, sofferenze);” allora i giovani hanno bisogno di lezioni di vita da chi ha più anni di loro – ha concluso Simeone - tutto ciò induce gli adulti a lavorare su loro stessi e rimettersi in discussione; i genitori devono essere dei mediatori, cioè porre i figli in condizioni tali da poter realizzare delle esperienze positive, rimanendo vicini a loro nei momenti di difficoltà”.
Ultimo incontro del ciclo “Cosa succede in famiglia?” è previsto per giovedì 12 giugno con il professor Giannino Piana, teologo dell’Università di Urbino, che parlerà di “Fede e spiritualità in famiglia”.