Dare a tutti i cittadini pari accesso all'informazione, permettendo loro di ricevere, in qualsiasi momento, lo stesso messaggio senza discriminazioni di sorta. Questa  la via verso una vera democrazia dell’informazione, che, come ci ha insegnato Lorenzo Rosoli, giornalista de “L’Avvenire”, passa anche attraverso la corretta redazione di un articolo di giornale. Molti sono i fattori che determinano la riuscita di un buon articolo, pochi gli strumenti a nostra disposizione. Se un italiano corretto è il punto di partenza per la stesura di pezzo, non dobbiamo dimenticare che un uso eccessivo di termini tecnici, di frasi lunghe e complesse, nonché di linguaggi specifici e settoriali potrebbe facilmente compromettere la comprensibilità dell'articolo, tagliando fuori così una fetta di pubblico dalla possibilità di essere informati; occorre quindi usarli solo se necessario e corredandoli di adeguate spiegazioni. Mettersi dalla parte del lettore, non dare nulla per scontato, ripetere i concetti quando serve, scegliere il giusto ordine in cui dare le informazioni, sono tutti elementi che fanno di un giornalista un “buon giornalista”, che, con lo sforzo creativo ed espressivo di un artigiano, riesca a divenire un efficace mediatore culturale a servizio dei lettori.
“Scrivere bene per cattivi lettori” è la formula da tenere sempre a mente durante la stesura di un testo rivolto ad un pubblico sempre più eterogeneo e con sempre meno tempo da dedicare alla lettura.
L’articolo deve essere strutturato in modo corretto; ogni buon giornalista, pertanto, dovrà rispettare la regola delle cinque W (iniziali, in inglese, delle cinque domande who?, what?, when?, where?, why?, volte a sapere il chi, cosa, quando, dove e perché di un fatto), cercando di creare una scala di priorità delle informazioni da dare all’interno dell’articolo, al fine di poterle veicolare in modo corretto e di renderle maggiormente comprensibili ai suoi lettori. In questo, l’incipit, cioè l'inizio dell'articolo, risulta avere il compito più importante: deve contenere tutte le informazioni che il giornalista reputa fondamentali, in modo chiaro, semplice e, quando possibile, ad effetto, sempre cercando di evitare frasi fatte e di frequentare i soliti luoghi comuni. Suddividere l’articolo in parti dedicate a trattare diversi aspetti del fatto narrato può inoltre aiutare il lettore a comprendere la notizia senza dover per forza dedicare troppo del suo tempo prezioso alla lettura dell’articolo per intero. Giocare a carte scoperte, ovvero dichiarare sempre apertamente le fonti a cui abbiamo attinto per la stesura di un articolo, spiegare quali di queste abbiamo verificato di persona e fornire una nostra opinione sul fatto che stiamo raccontando, sono tutti elementi che contribuiscono attivamente alla formazione di un rapporto onesto e sincero tra giornalista e lettore.
L’intervista è una delle forme giornalistiche più belle, complete ed affascinanti, ma senza dubbio anche una delle più complesse ed insidiose. Concordare un’intervista, prendere appunti o registrarne l'audio delle parole pronunciate dall'intervistato, redigere il pezzo da pubblicare senza lasciar passare troppo tempo, quando la memoria è ancora fresca, possono essere metodi molto efficaci per la sua realizzazione. La difficoltà del giornalista rimane quella di non mostrarsi né aggressivo, né suddito nei confronti dell’intervistato, cercando di metterlo a proprio agio, ma nel contempo, preparandosi una strategia ben precisa per accendere il colloquio e fare in modo che l’intervistato dica quello che normalmente terrebbe per sé.
All’intervista si contrappone il comunicato stampa, forma attraverso la quale soggetti o enti istituzionali forniscono direttamente informazioni riguardo il loro operato o organizzano conferenze stampa per i giornalisti. Anche per il comunicato vale la regola delle cinque W, ma il testo deve essere breve, conciso e deve contenere informazioni, contatti e riferimenti telefonici dell’ufficio o dell’addetto stampa da cui è stato confezionato, affinché i giornalisti possano contattarlo per avere ulteriori informazioni.
Ogni volta che un articolo risulta essere incomprensibile o mal confezionato – che sia questo causato sia dai tempi ristretti in cui si trova spesso a lavorare il giornalista, sia da una sua precisa volontà di selezionare i destinatari dell’informazione – si danneggia inevitabilmente il diritto del cittadino di accedere ad una corretta informazione.

Andrea Milan
Corso inMEDIA