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Qualità e vendibilità dell'informazione: una "mediazione" possibile
Documentazione
Documentazione evento:
"La tv? Una schifezza inguardabile!". Questo il ritornello che sentiamo ripetere intorno a noi tutti i giorni. Ma, chissà come?, la sera milioni di italiani malgrado tutto si sprofondano in poltrona incollati davanti al piccolo schermo... Com'è possibile che questo accada? Il telespettatore cerca la qualità, ma finisce ugualmente per guardare programmi, film e fiction di scarso interesse e valore. E il meccanismo funziona, tanto che la tv, in Italia, contina a reggersi economicamente sulla pubblicità (totalmente le tv private, in grande percentuale la tv pubblica), e la pubblicità, per funzionare, si basa sul numero degli spettatori. In tv da anni continuiamo a vedere mandare in onda sempre gli stessi programmi (reality, fiction, serie tv e giochini a quiz) senza alcun miglioramento del livello qualitativo, ma i programmi vengono visti ugualmente anche se poco interessanti o innovativi. La tv riesce a rendersi indispensabile, crea l'illusione che la realtà sia ciò che appare nel piccolo schermo, come se il mondo esterno non potesse entrare in casa se non attraverso di essa (mentre ci sarebbero modi molto più efficaci, interessanti e divertenti per conoscerlo...). La televisione è come una flebo da cui dipendiamo e nella quale ci immedesimiamo, perché ci regala una vita emotiva, che è ciò ci cui tutti abbiamo realmente bisogno. Avere emozioni ci riempie la vita di tanti colori, che prima cercavamo nelle relazioni sociali, ma che ora, oppressi da mille impegni, ci siamo prigramente abituati a succhiare nella "pappa pronta" ammannita dalla tv. Gli spettatori, se si annoiano davanti ad un programma televisivo, prendono immediatamente il telecomando e cambiano canale, con l'illusione del sentirsi onnipotenti, ma incamminandosi in un inesorabile processo di assuefazione al mezzo che crea dipendenza totale come per una droga. Prima dell’invenzione della televisione se nascevi in montagna ti accontentavi di vedere ogni giorno alba e tramonto, ed erano uno spettacolo sufficiente a riempire la tua vita, ora invece con la tv sei abituato ad altri standard emotivi che, nella calma monotona di un contesto che offre poche occasioni di svago, non lasciano altre alternative al di fuori di essa. La tv può essere così paragonata a una macchina che produce modelli di vita e fabbrica sogni e desideri, al punto che una persona che appare sullo schermo diventa famosa, ma non per quello che ha detto o fatto ma per il semplice fatto di essere apparsa in tv.
È possibile modificare questo stato di cose? E come? Un modo sarebbe quello di "staccare la spina" e non rimanere più indifferenti davanti a questa qualità televisiva sempre più scadente!
Sarebbe molto meglio apprezzare ciò che ci circonda, ad esempio leggere un libro, telefonare ad un amico facendo una bella chiacchierata o fare una passeggiata nel parco piuttosto che guardare un qualcosa di noioso e poco interessante. Sperare che il cambiamento venga dall'alto dei vertici delle aziende televisive è irrealistico. In America è diverso: c’è molta più concorrenza tra le tv. Le serie americane sono bellissime, meglio del cinema, perché c’è un mercato realmente libero, che stimola a inventare sempre qualcosa di nuovo. In Italia questo non succede poiché nel regime di duopolio Rai-Mediaset non si sente il bisogno (né dall’una né dall’altra parte) di avere idee nuove, che conquistino fasce o pubblici diversi. I programmi molto spesso vengono quindi copiati da format standardizzati, se hanno avuto successo, e sono riproposti sotto un altro aspetto magari di poco differente. Occorre imparare a reagire e a rifiutare programmi come i reality show, in cui vinci se riesci a far screditare un altro concorrente e a gettare su di lui cattiva luce. È una cosa bieca e sgradevole ma che purtroppo viene usata per farsi notare e per fare audience, perché nella televisione proietti inconsciamente aree emotive che non sono accettate nella società o nell’etica corrente. Ed è anche giunto il momento di accorgersi che nelle fiction o nelle serie tv c’è un ripetersi infinito degli stessi temi e concetti, poiché alla fine le trame sono praticamente tutte identiche e non c’è più la suspence che ti accompagna per tutta la durata delle puntate. Ed è ora di ribellarsi a un mezzo che "ruba" ore preziose alla nostra vita. E' interessante notare, a questo proposito, che la prima serata ormai si è spostata un’ora più avanti rispetto a un tempo; questo non vuol dire che le persone si sveglino un’ora più tardi la mattina ma che la gente ha più cose da fare, lavora di più e si riposa soprattutto di meno.
La tv andrebbe cambiata, dovremmo tutti evitare di guardare quello che ci viene imposto da terzi e decidere noi quali programmi guardare, togliendoci l'abitudine automatica di accendere la tv e sorbirci acriticamente quel che c'è, e dandoci da fare con intelligenza anche per approfittarci dell'offerta delle tv satellitari tematiche, senza accontentarci di ciò che la tv generalista trasmette. Solo così il livello qualitativo nel piccolo schermo potrà migliorare.

Valeria Giarda e Matteo Bernardis
Corso inMEDIA

Presenze (n. 31)
ARPINO ELENA
BARBAGLIA DON SILVIO
BERNARDIS MATTEO
BIANCHI MARCO
BOVI SARA
CANNATA LUIGI (GINO)
CATTIVERA ANTONIO (Video)
CAVIGIOLI ELENA
CHIESA PAOLA
CRESPI MAURO
DELLUPI RICCARDO
GIANELLA SARA
GIARDA VALERIA
GRACEFFO LUCIA (LUCIANA)
GUGLIELMETTI FRANCESCA MARIA
KLUN CLAUDIO ANDREA
MAFFIOLINI DON ALESSANDRO
MANZI LUCA
MARTELLI RINALDO
MILAN ANDREA
MONTINO RAFFAELLA
MOSSINA CLAUDIA
MUSSETTA MARCO
OMARINI MASSIMO
PALMIERI SABRINA
PANGALLO DAVIDE
PASCUCCI PASQUA LUISA
POPOLI CRISTIANA
ROSINA BENEDETTA
TAMBUSSI FRANCESCA
ZANARI in DONADDIO ALESSIA

Documenti:
17 nov 2007
Ente Promotore: La Nuova Regaldi (Associazione Culturale Diocesana)
Ciclo di Incontri: inMEDIA, Corso di formazione all'uso dei mezzi di comunicazione

Qualità e vendibilità della produzione televisiva: una "mediazione" possibile? apri file pdf

Luca Manzi

La televisione nella società di oggi è percepita come una necessità, si ha la sensazione che se non la guardiamo siamo fuori dal mondo. La televisione ci dà divertimento, emozioni, modelli di vita; tutto senza far fatica e correre rischi; e se non ci sono delle alternative culturali e sociali si rischia di diventarne succubi. Lo spettatore deve comprendere che il giusto legame con la televisione è quello di considerarla un mezzo, sia di intrattenimento che di informazione. La vita emotiva va cercata e costruita nella vita reale. Solo cambiando l’approccio all’utilizzo della televisione, cominciando a preferire la qualità alla quantità delle offerte televisive, si può sperare di avere una televisione migliore.
Audio:
17 nov 2007
Ciclo di Incontri: inMEDIA, Corso di formazione all'uso dei mezzi di comunicazione

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Video:
17 nov 2007
Ciclo di Incontri: inMEDIA, Corso di formazione all'uso dei mezzi di comunicazione

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