Descrizione evento:
Programma
Dopo un ricordo di Mons. Tonino Bello a vent’anni dalla sua scomparsa, vengono letti alcuni brani dell’Enciclica "Pacem in Terris" a cui fa seguito un commento di Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara. Durante la serata viene proiettato un video con un’intervista a Mons. Loris Capovilla, Segretario di Papa Giovanni XXIII
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Si fa presto a dire "pace". Ma il traguardo più ambito dall'umanità di ieri e di oggi deve fare i conti con la realtà dell'animo umano e della società, trovando strade concrete per la sua progressiva realizzazione. È quanto afferma mons. Franco Giulio Brambilla nell'incontro che, il 12 aprile 2012, celebra a Novara il cinquantesimo anniversario dell'enciclica "Pace in terris". Una tappa fondamentale nel magistero della Chiesa, nel difficile cammino verso la pace. Pace che, nel messaggio di Cristo, è la realizzazione piena della cooperazione umana in un mondo giusto e governato dall'amore. Ben diversa da quella breve sosta che i filosofi greci ritengono possibile tra il normale stato di conflitto che contrappone gli uomini, o dal programma politico che vede Roma imporre con il controllo militare dell'impero. Modelli di pace, che sant'Agostino cerca di conciliare con la via tracciata da Cristo, grazia alla controversa categoria di "guerra giusta", che pone limiti all'uso indiscriminato delle armi. Nella speranza che l'uomo impari a risolvere altrimenti i suoi conflitti. «Mi basterebbe che ogni anno si riducesse di uno 0,1% la spesa militare, per destinarlo all'istruzione» afferma mons. Brambilla: «lavorando per crescere giovani più consapevoli, e pronti a costruire e vivere la pace».