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Esegesi del Nuovo Testamento: Atti degli Apostoli - 2 |
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Documentazione evento:
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Documenti:
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22 apr 2008
Ente Promotore:
La Nuova Regaldi (Associazione Culturale Diocesana)
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Pentecoste è il giorno in cui Israele riceve da Dio, sul Sinai, il dono della Torah, la Parola di Dio. È giorno di sapore escatologico, perché rappresenta, nel microcosmo di un anno, la tensione del compimento del 49 (7 per 7) sul 50° giorno dopo la Pasqua, a similitudine dei 49 anni che tendono al compimento nell’anno giubilare, da cui la storia di Israele riparte. Ed è giorno che richiama, per antilogia Babele, Babilonia distruttrice di Gerusalemme e sua antitesi, in cui l’unica lingua allora parlata dall’uomo, la lingua di Dio, si divide, nel giorno “diabolico” in cui l’uomo cerca proditoriamente di sfidare Dio rubandogli il cielo. Nel giorno escatologico, predice Isaia, Tutti i popoli saliranno al monte del Signore, da cui uscirà la sua Parola, e in essa troveranno concordia e pace. Pentecoste si trova a confluenza di questi testi, come loro rilettura midrashica, e corrisponde al giorno escatologico, compimento della nuova Pasqua, giorno in cui la Parola di Dio si comunica a Israele, rappresentato dai 12 apostoli, come soffio nuovo di Dio che li rende nuove creature. In un contesto tipico di teofania, con rombo di vento gagliardo, sui 12 si posano lingue (richiamo alla Parola) come fuoco (richiamo alla manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente), ricevono il nuovo soffio divino, e tornano a parlare nella lingua di Dio, che è compresa dagli altri uomini che, pur parlando i dialetti divisi degli uomini, sono aperti ad udire la Parola. Gli apostoli così pronti per portare l’annuncio a tutte le genti, inaugurando la missione della Chiesa, nuovo Israele.
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Audio:
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22 apr 2008
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Pentecoste è il giorno in cui Israele riceve da Dio, sul Sinai, il dono della Torah, la Parola di Dio. È giorno di sapore escatologico, perché rappresenta, nel microcosmo di un anno, la tensione del compimento del 49 (7 per 7) sul 50° giorno dopo la Pasqua, a similitudine dei 49 anni che tendono al compimento nell’anno giubilare, da cui la storia di Israele riparte. Ed è giorno che richiama, per antilogia Babele, Babilonia distruttrice di Gerusalemme e sua antitesi, in cui l’unica lingua allora parlata dall’uomo, la lingua di Dio, si divide, nel giorno “diabolico” in cui l’uomo cerca proditoriamente di sfidare Dio rubandogli il cielo. Nel giorno escatologico, predice Isaia, Tutti i popoli saliranno al monte del Signore, da cui uscirà la sua Parola, e in essa troveranno concordia e pace. Pentecoste si trova a confluenza di questi testi, come loro rilettura midrashica, e corrisponde al giorno escatologico, compimento della nuova Pasqua, giorno in cui la Parola di Dio si comunica a Israele, rappresentato dai 12 apostoli, come soffio nuovo di Dio che li rende nuove creature. In un contesto tipico di teofania, con rombo di vento gagliardo, sui 12 si posano lingue (richiamo alla Parola) come fuoco (richiamo alla manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente), ricevono il nuovo soffio divino, e tornano a parlare nella lingua di Dio, che è compresa dagli altri uomini che, pur parlando i dialetti divisi degli uomini, sono aperti ad udire la Parola. Gli apostoli così pronti per portare l’annuncio a tutte le genti, inaugurando la missione della Chiesa, nuovo Israele.
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Video:
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22 apr 2008
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Pentecoste è il giorno in cui Israele riceve da Dio, sul Sinai, il dono della Torah, la Parola di Dio. È giorno di sapore escatologico, perché rappresenta, nel microcosmo di un anno, la tensione del compimento del 49 (7 per 7) sul 50° giorno dopo la Pasqua, a similitudine dei 49 anni che tendono al compimento nell’anno giubilare, da cui la storia di Israele riparte. Ed è giorno che richiama, per antilogia Babele, Babilonia distruttrice di Gerusalemme e sua antitesi, in cui l’unica lingua allora parlata dall’uomo, la lingua di Dio, si divide, nel giorno “diabolico” in cui l’uomo cerca proditoriamente di sfidare Dio rubandogli il cielo. Nel giorno escatologico, predice Isaia, Tutti i popoli saliranno al monte del Signore, da cui uscirà la sua Parola, e in essa troveranno concordia e pace. Pentecoste si trova a confluenza di questi testi, come loro rilettura midrashica, e corrisponde al giorno escatologico, compimento della nuova Pasqua, giorno in cui la Parola di Dio si comunica a Israele, rappresentato dai 12 apostoli, come soffio nuovo di Dio che li rende nuove creature. In un contesto tipico di teofania, con rombo di vento gagliardo, sui 12 si posano lingue (richiamo alla Parola) come fuoco (richiamo alla manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente), ricevono il nuovo soffio divino, e tornano a parlare nella lingua di Dio, che è compresa dagli altri uomini che, pur parlando i dialetti divisi degli uomini, sono aperti ad udire la Parola. Gli apostoli così pronti per portare l’annuncio a tutte le genti, inaugurando la missione della Chiesa, nuovo Israele.
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