|
|
|
|
Esegesi del Nuovo Testamento. Il discepolo che Gesù amava nel Vangelo secondo Giovanni |
|
|
|
|
Documentazione evento:
|
|
|
Documenti:
|
15 mag 2007
Ente Promotore:
La Nuova Regaldi (Associazione Culturale Diocesana)
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Si elabora una teoria del “discepolo che Gesù amava” nel Vangelo secondo Giovanni, questione molto complessa e discussa. Si passano in rassegna i passi che presentano la sua figura. Il discepolo che Gesù amava appare nel capitolo 13 del Vangelo di Giovanni, con tratti che appaiono la rielaborazione della figura di Lazzaro di Betania e che vanno definendo la figura esemplare del discepolo, in cui ogni membro della comunità giovannea è chiamato a identificarsi. Lui, passato grazie a Gesù dalla morte alla vita, è indissolubilmente legato a Gesù e partecipe del suo destino, ed è capace di leggere i segni della storia grazie all’intimo legame con il Signore. Lui, ai piedi della croce, viene indicato alla comunità – l’Israele della promessa – come il modello del discepolato, e a lui la comunità è presentata come madre. Lui riceve lo Spirito nella sua prima effusione, dall’acqua e dal sangue del Crocifisso, e viene alla fede pur senza aver visto il Risorto, ma avendone visto le bende a terra nel sepolcro. Lui, e con lui l’intera comunità, è chiamato a seguire il Signore finché egli venga e a testimoniare nel mondo la sua resurrezione che ha sperimentato rinnovata nel battesimo.
|
|
|
|
|
Audio:
|
|
|
|
Video:
|
15 mag 2007
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Si elabora una teoria del “discepolo che Gesù amava” nel Vangelo secondo Giovanni, questione molto complessa e discussa. Si passano in rassegna i passi che presentano la sua figura. Il discepolo che Gesù amava appare nel capitolo 13 del Vangelo di Giovanni, con tratti che appaiono la rielaborazione della figura di Lazzaro di Betania e che vanno definendo la figura esemplare del discepolo, in cui ogni membro della comunità giovannea è chiamato a identificarsi. Lui, passato grazie a Gesù dalla morte alla vita, è indissolubilmente legato a Gesù e partecipe del suo destino, ed è capace di leggere i segni della storia grazie all’intimo legame con il Signore. Lui, ai piedi della croce, viene indicato alla comunità – l’Israele della promessa – come il modello del discepolato, e a lui la comunità è presentata come madre. Lui riceve lo Spirito nella sua prima effusione, dall’acqua e dal sangue del Crocifisso, e viene alla fede pur senza aver visto il Risorto, ma avendone visto le bende a terra nel sepolcro. Lui, e con lui l’intera comunità, è chiamato a seguire il Signore finché egli venga e a testimoniare nel mondo la sua resurrezione che ha sperimentato rinnovata nel battesimo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|