Un
«moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo», così
Giovanni Paolo II descrive
Pier Giorgio Frassati nell’omelia della Santa Messa per la sua beatificazione (20 maggio 1990), testimoniando un’ammirazione e una profonda sintonia spirituale con il beato torinese.
Sintonia e consonanza che sono il tema dell’agile volume
“Pier Giorgio Frassati e Giovanni Paolo II. La santità possibile per tutti”, curato da
Cecilia Gilodi ed edito da Cantagalli, che è stato presentato domenica nella Sala Maddalena del Vescovado dalla curatrice e da
Carla Casalegno, studiosa e autrice di biografie del Frassati, con la conduzione di
Lucia Albanese, presidente de La Nuova Regaldi.
Il testo – ha affermato Carla Casalegno – tratta un materiale di grande interesse prima mai affrontato sistematicamente, e si pone come strumento per una lettura sintetica della vita del Frassati, sulla quale il Papa polacco ha saputo aprire
squarci di comprensione di alto respiro, svelando, in discorsi tenuti in varie occasioni nell’arco di un trentennio, l’autenticità e la freschezza della sua testimonianza cristiana.
E la figura di Frassati offre a sua volta
spunti inediti per una comprensione di importanti aspetti della
vita di Giovanni Paolo II, che trovano sorprendenti e illuminanti analogie con la vita e la spiritualità del giovane torinese, uomo profondamente radicato nel suo tempo e profondamente innamorato di Dio. Una passione per Dio e per l’uomo che – ha ricordato don Silvio Barbaglia intervenendo in conclusione – è stata anche cifra sintetica del magistero episcopale del vescovo
Aldo Del Monte, pastore della Chiesa novarese.
(rd)