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EFESO - Voi non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio
Documentazione
Documentazione evento:

Efeso, capitale della Provincia romana d’Asia, crocevia di culture e luogo di pellegrinaggio pagano con il grande tempio di Artemide, è la meta della quinta domenica del percorso di spiritualità e cultura dedicato a san Paolo, organizzato da La Nuova Regaldi.
Don Silvio Barbaglia, dalla parrocchia di San Marco di Borgomanero, ha idealmente aperto una finestra su uno dei luoghi strategici per la predicazione di Paolo di Tarso e la diffusione del nascente cristianesimo. Uno sguardo possibile grazie alla testimonianza degli Atti degli Apostoli, resa più vivida dalle immagini che scorrono su uno schermo: le vestigia dell’antica Efeso, anticipazione dell’ottava puntata del documentario Saul2000 Ripartire da Damasco.
Ad Efeso, così come a Corinto, - spiega don Barbaglia -, si può cogliere la strategia missionaria dell’Apostolo delle genti, che sceglie le metropoli dell’antichità laddove Gesù, nel suo ministero dentro e fuori Galilea, prediligeva il villaggio, eccezion fatta per Gerusalemme.
Efeso è il centro dal quale il messaggio cristiano può irradiarsi alle altre città della provincia romana: questa è la grande intuizione di Paolo. I tre anni che vi trascorre, vivendo del lavoro di fabbricatore di tende, sono anni d’intensa predicazione che produce una vivace comunità cristiana.
L’annuncio cristiano trova qui terreno fertile; dalla pianta che nascerà i semi si diffonderanno e germineranno anche molto lontano. Probabilmente le sette chiese dell'Asia Minore, quelle a cui si rivolge Giovanni nell’Apocalisse, si devono alla predicazione di Paolo nella capitale.
Paolo individua in Efeso due canali di propagazione del messaggio di Gesù. Il primo nella comunità giudaica, pronta ad accogliere la sua predicazione; l’altro nel gran numero di “pellegrini” pagani attirati dall’Artemision.
Luca racconta (At 18,18), l’arrivo di Paolo ad Efeso assieme a Priscilla e Aquila. Nella sinagoga della città l’apostolo delle genti si rende conto che il messaggio di Cristo può essere recepito dai giudei in attesa del Messia, ma riparte subito con la promessa che tornerà.
Tornato ad Efeso, Paolo predica per tre mesi nella sinagoga e per due anni nella scuola di Tiranno. Quest’ultima è la struttura laica che gli permetterà di raggiungere il cuore dei giudei e quello di molti pagani. Tanti ne arrivano ad Efeso attirati dal culto di Artemide, ma grazie a Paolo trovano Cristo e lo portano con sé diffondendolo nelle città di provenienza.
Don Silvio commenta pure due episodi significativi degli anni di Paolo ad Efeso (54-57 ca), riportati negli Atti: Gli esorcisti giudei (At 19,13), e Éfeso. La sommossa degli orefici (At 19,23).
Nel primo sottolinea la presenza ad Efeso di esponenti della casta sacerdotale giudaica e la contrapposizione mai sanata tra Gesù e farisei-sadducei.
Il secondo è quello in cui Demetrio e gli artigiani di Efeso, pur di difendere i loro interessi economici - costruivano tempietti di Artemide in argento -, incitano alla sedizione la cittadinanza in nome della dea greca, contro Paolo e i suoi seguaci accusati di offuscarne il culto.
I due episodi sono la prova di ciò che la predicazione di Paolo seppe produrre nella città di Efeso: una comunità cristiana che, innalzando Gesù, faceva vacillare il simulacro di Artemide e si propagava in tutta la provincia romana.
La Lettera agli Efesini di san Paolo è l’ultimo argomento trattato dal biblista, preceduto da una precisazione: nei manoscritti più antichi, questa lettera non appare indirizzata alla comunità della città di Efeso, ma semplicemente “ai santi”. Alcuni ritengono che originariamente Paolo avesse indirizzato la lettera alle comunità fondate dalla sua presenza nella città di Efeso, tra cui, Colosse, Laodicea, Gerapoli, Pergamo e altre.
Nel secondo capitolo (Ef 2,1-22), la gratuità della salvezza, - dono di Dio - che giunge all’uomo per mezzo del Figlio, che non dipende dalle opere della Legge ma dalla fede (anch’essa dono di Dio), precede e si lega alla ricomposizione della spaccatura tra Israele e gli altri popoli: i pagani incirconcisi, un tempo “i lontani”, grazie al sangue di Cristo sono diventati “i vicini”.
Con Cristo si supera la dualità, la tensione tra il popolo di Israele e tutti gli altri popoli. Gesù è il nuovo Adamo, l’Uomo nuovo che unifica ciò che è stato diviso dalla Storia. Per mezzo della sua carne e della croce, gli uni e gli altri possono presentarsi “al Padre in un solo Spirito”. E quelli che un tempo erano gli stranieri diventano ora “concittadini dei santi e familiari di Dio”, edificati sopra il fondamento (Cristo) annunciato dagli apostoli e dai profeti, dunque fondati su Cristo stesso.

Luigi Cannata


Documenti:
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15 feb 2009
Ciclo di Incontri: Dalla Lettera di san Paolo alla Diocesi di Novara...

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don Silvio Barbaglia

Efeso, capitale della Provincia romana d’Asia, crocevia di culture e luogo di pellegrinaggio pagano con il grande tempio di Artemide, è la meta della quinta domenica del percorso di spiritualità e cultura dedicato a san Paolo, organizzato da La Nuova Regaldi.
Don Silvio Barbaglia, dalla parrocchia di San Marco di Borgomanero, ha idealmente aperto una finestra su uno dei luoghi strategici per la predicazione di Paolo di Tarso e la diffusione del nascente cristianesimo. Uno sguardo possibile grazie alla testimonianza degli Atti degli Apostoli, resa più vivida dalle immagini che scorrono su uno schermo: le vestigia dell’antica Efeso, anticipazione dell’ottava puntata del documentario Saul2000 Ripartire da Damasco.



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