Documentazione evento:
GERUSALEMME: MISTERO CHE NASCONDE E RIVELA
- LA CITTA’ PIU’ CANTATA DEL MONDO -
Nella prima mondiale di Varallo Sesia, 15 giugno 2008 e
nell’edizione memorabile di Gerusalemme, 28 giugno 2008
A cura della Cappella Strumentale del Duomo di Novara,
diretta da Paolo Monticelli
Cantare e mettere in musica il significato e la missione di Gerusalemme non è cosa nuova.
Nell’antichità Gerusalemme è stata cantata dal popolo di Israele in cammino con infinite voci ed espressioni che il re Davide ha rielaborato con cuore di poeta sulle corde della sua cetra.
Nell’era Cristiana questo canto si è fatto universale perché la Chiesa nel tempo ha trovato, attraverso il mezzo della musica e del canto, un canale privilegiato per dire in pienezza i sentimenti che il mistero di Gerusalemme nasconde: Gerusalemme è infatti il cuore della Terra Santa, il luogo della Redenzione, il centro da cui si è diffuso il Vangelo nel mondo.
Cantare Gerusalemme anche oggi non è dunque solo è un fatto non inedito ma è anzi necessario per esprimere con la sensibilità dell’uomo del terzo millennio il messaggio della pace a cui l’umanità sempre anela.
“Haec Nova Jerusalem”, Ecco la nuova Gerusalemme, un’opera musicale inedita e costruita per esprimere i sentimenti di oggi di un popolo che vive sul territorio della Valsesia, a Varallo, dove si trova una copia perfetta di Gerusalemme fuori dal territorio della Terra Santa, che il celebre francescano Bernardino Caimi, nel XV secolo, ha voluto edificare perché chi non avesse potuto andare alla Gerusalemme della Terra Santa, potesse qui vederla rappresentata.
L’occasione per questa nuovo Oratorio musicale è stato il primo festival “Imago Veritatis: l’arte come via spirituale”, celebrato dal 13 al 15 giugno a Varallo.
Quest’opera è stata costruita a partire dai testi antichi che raccontano la Gerusalemme varallese e musicalmente dal fervore musicale del compositore Alberto Sala.
Si tratta di un Oratorio in otto parti per voci recitanti, soli, tre cori, orchestra ed organo.
L’intento è quello semplice e quasi pedagogico di comunicare ciò che l’arte figurativa, la creta e il colore dei grandi artisti che vi hanno operato come il Ferrari, il Tanzio e il Morazzone con i loro collaboratori, non hanno potuto descrivere: la parola.
La recitazione e la potenza degli strumenti musicali infatti attingono all’animo delle figure rappresentate e con eloquenza ne dicono a tutti l’intento e il messaggio.
E allora dal volto della Vergine Annunciata al mistero affascinante della notte di Betlemme, dal dramma del dolore della strage degli innocenti alla vita pubblica di Gesù che annuncia il Regno, percorri il cammino della storia della salvezza rappresentata al Sacro Monte. Il vertice si manifesta nell’opera musicale quando al termine della vita terrena di Gesù si compie la Pasqua, cioè la passione, la morte, la risurrezione di Nostro Signore e l’inizio della Chiesa, nuova umanità prefigurata fin dall’inizio e anticipata nella sua pienezza dalla Vergine Maria, Madre del Redentore, immagine e figura della Vera Gerusalemme creata da Dio, già presente nel cuore dei credenti e pienamente compiuta solo alla fine dei tempi.
Per esprimere una tale sinfonia di sentimenti sono stati “chiamati” a offrire il proprio ruolo tutti gli strumenti musicali, dagli archi ai flauti, dalle percussioni alle trombe, dai corni ai tromboni, dall’organo alla voce umana, che in mirabile unione hanno prestato la voce ai sentimenti della gioia dell’Annunciazione e di Betlemme, all’entusiasmo della predicazione di Gesù, al dolore della passione e alla consolazione della gloria futura nascosta in ogni anelito al bene del cuore umano.
“Haec Nova Jerusalem” infine, un’Oratorio veramente popolare, per raggiungere chi vi si accosta per la prima volta e anche per chi conosce la complessità, l’antichità, la ricchezza e lo scopo dell’intero Monte di Varallo.
L’intento di Bernardino Caimi
Al principio della nuova Gerusalemme, che è a Varallo, c’è la Madre di Gesù e quel discepolo che, racconta il Vangelo di Giovanni, l’accolse nella sua casa, ricevendola come dono estremo del Maestro, che amò i suoi discepoli fino alla fine. Quella stessa Madre, nuova Eva, è al principio della nuova umanità, dal cenacolo di Gerusalemme fino ai confini della Terra.
Bernardino Caimi, come imitatore del discepolo che Gesù amava, volle riservare uno spazio particolare a Maria, non solo al centro del suo cuore ma, recandone da Gerusalemme il venerato simulacro, desiderò attuare anche attraverso l’arte il gesto del discepolo prediletto. Così pensò di guardare alla Madonna come all’immagine della Chiesa verso il proprio compimento, pensandola, mentre viene assunta verso Dio, situata al centro della Gerusalemme nuova, quella celeste.
Questo mistero non rappresenta solo il tema ideale della Gerusalemme valsesiana, ma anche il significato del grandioso complesso monumentale che la circonda, fin dall’ingresso, laddove alle cappelle della creazione e della caduta dei primogenitori segue la raffigurazione della Vergine Annunciata con l’incarnazione del Verbo.
L’intento dei promotori
Perché questo messaggio si radichi in profondità nella mente e negli affetti e possa coinvolgere la totalità della persona, un’articolata regia ha progettato un evento, per descrivere mediante le arti figurative, retoriche e musicali il mistero della nostra salvezza, così che l’occhio possa vedere, la mente esser illuminata, il cuore sentire, la vita cambiare.
Nei secoli gli eventi della storia della salvezza sono stati raccontati e ripetuti, descritti in prosa e in poesia, sia in narrazioni familiari e confidenziali, che in prestigiose e dotte riflessioni culturali.
Quest’occasione vuole così ripercorrere la tradizione della narrazione, aggiungendo alla parola scritta e pronunciata, quella cantata e ritmata: la novità dell’arte musicale, caratterizzata dalla capacità comunicativa delle voci e degli strumenti. La grande musica si manifesta, infatti, come un nobile complemento della parola, presentandosi, tramite la coerente architettura compositiva, in una veste armonica e gentile, in grado di comunicare la bellezza, tramite l’intuizione ed il possente veicolo dei sentimenti.
L’invito a salire
Lo scopo immutato, ora come al principio, è quello di attingere alla fonte, che è il Redentore, morto e risorto per noi, sorgente di misericordia, pace e vita. Così Varallo ci riporta a Gerusalemme, al colle di Sion, verso il quale i popoli nei secoli sono saliti; da qui è scaturita la salvezza, che si è diffusa in ogni luogo del mondo. Tanti pellegrini, nei secoli più recenti, si sono recati anche a questo Sacro Monte, volendo rivivere più da vicino la partecipazione agli stessi misteri della storia della salvezza. Diverse genti si sono potute incontrare. Un fecondo e determinante rapporto si è instaurato soprattutto tra due territori: la Valsesia e la terra di Lombardia. Il Beato fondatore, Bernardino Caimi, è infatti milanese, così come tanti promotori e benefattori che, insieme alla gente di Varallo, hanno promosso e sostenuto la Gerusalemme di Varallo: tra tutti san Carlo Borromeo e il venerabile Carlo Bascapé.
Pare così scritto nel disegno della Provvidenza, che invita a salire sul monte coloro che desiderano accostarsi maggiormente a Dio: così fu per Mosè e per Elia; così è per i cristiani, che spiritualmente continuano a ripercorrere la salita del Calvario, in pellegrinaggio verso il nuovo colle di Sion, la Gerusalemme celeste. Pare scritto nel cuore dell’uomo di ogni tempo, che nell’ascesa a Dio e nel cammino, spesso in salita, della vita edifica se stesso e la civiltà dell’amore. Sia anche questo evento un invito a salire, a cogliere, nella bellezza che salva il mondo, un’eco musicale della Gerusalemme di lassù, che è nostra Madre.