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La tomba del guerriero, di Henrik Ibsen
Presentazione

Data: sabato 01 giugno 2013

Tipologia incontro: Rappresentazione teatrale

Ciclo di incontri:
Non selezionato

Ora inizio: 21,00

Luogo: Auditorium Fratelli Olivieri del Conservatorio Cantelli
           Via Collegio Gallarini, 1 - 28100 Novara
           Visualizza mappa

Con:
John Alexander Petricich (Regista e attore)


Conduce:



Descrizione evento:

LA TOMBA DEL GUERRIERO
di Henrik Ibsen John Alexander Petricich
Musiche di Franz Schubert e Richard Wagner
Sabato 1 Giugno 2013 – ore 21.00 – Auditorium F.lli Olivieri – Conservatorio G. Cantelli – Novara.
Posto Unico € 8,00.

John Alexander Petricich, regista ed attore teatrale, torna in scena, a Novara, all’Auditorium F.lli Olivieri del Conservatorio Cantelli il 1 giugno alle 21.00. L'evento segna il suo ritorno sulle scene di Novara, dopo anni di assenza dai palcoscenici cittadini.

NOTE SULLO SPETTACOLO (a cura di J. A. Petricich)
Ibsen scrive l’atto unico “La Tomba del Guerriero” a 22 anni. Dopo “Catilina”, l’autore comincia il suo personale regolamento di conti con il mito e la storia scandinave. Fra gli altri, a quest’opera, seguirà “Guerrieri a Helgeland”: un progetto che ancora adesso ho in cuore di portare in scena. Questa fase della produzione di Ibsen prepara ed anticipa quella dei grandi capolavori moderni. E allora non mi sembra più casuale che egli, prima di diventare quello che conosciamo, rivaluti tutto il trascorso popolare di cui è figlio. Se è vero che si “ripaga male un maestro, se si resta sempre scolari”, il giovane Ibsen, per scrupolo culturale, ha dimostrato di volersi rapportare con l’esperienza di quello che lo ha preceduto. Dunque ecco la metamorfosi – ad esempio – subita dalle “valchirie” di questi primi componimenti, che divengono successivamente gli indimenticabili personaggi femminili delirantemente vogliosi di affermarsi, al di là di ogni pratica comune, per dimostrare, prima di tutti e tutto a loro stesse, valore, determinazione e dignità intellettuale. Persino le didascalie di questo atto unico io le ritrovo uniche: sono la negazione di quello che, scolasticamente, potrebbe essere definito “teatro borghese”: “Siediti, così ti racconto”. “No, resto in piedi”. Sono battute didascaliche. Questi sono piccoli incisi che mi interessano molto, e distruggono alle fondamenta il conversare al caminetto o su un divano proprio di certa teatrografia teatrificata. Dall’altra, si ritiene che la vera rivoluzione – termine scientifico troppo spesso accostato all’arte – attuata dall’Ibsen “inventore del dramma moderno” sia l’azione, da monologante a “dialogica”. E qui mi permetto, invece, di tornare a quella origine più vera dell’atto teatrale che, seppur svolto per più voci, come sosteneva Testori, è “voce monologante”: questo atto unico è stato opportunamente ridotto ad un monologo. Per una serie infinita di ragioni, nella lettura proposta, “La Tomba del Guerriero” ritorna un assolo, un monologo per voce sola, sdoppiata quando serve, a significare che il vero scontro, prima di poter essere affrontato con il tu diverso dall’io, deve risolversi, per ognuno, dentro se stesso e pacificarsi. Riconciliare se stessi con se stessi prima di poter davvero comunicare e sorpassare il linguaggio: questa è l’operazione che adesso mi è interessata. “Passio Laetitiae et Felicitatis”, romanzo da teatralizzare, di Testori, potrebbe essere alla base di una vera metodologia attorale: il monologo per voce sola, prima del dialogo, conversazione sensata con se stessi, ciò che l’altro grande mago del nord, Richard Wagner, inventava come vera ed unica forma di dramma: Wort Ton Drama. E forse anche questo, dopo tanto, non è più un caso: ricorre il bicentenario della nascita del compositore tedesco che tanto, per trattazioni con il primo Ibsen, ha in comune. Thomas Mann definiva “Parsifal” e “Quando Noi Morti ci Destiamo” capolavori di sclerotica grandezza. Dopo aver rappresentato, molto incoscientemente, il secondo, proprio a Milano, e dopo aver dedicato tre serate a letture scelte dal “Parzival” di von Eschenbach, proprio qui a Novara una decina d’anni fa, la decisione di tornare ad Ibsen – alla sua origine – è stata presa d’impeto. “Quando Noi Morti ci Destiamo” è definito, dall’autore, “Epilogo in tre Atti”, ed è l’ultima opera di Ibsen: è sintomatico. Questa è la storia di un padre che ritrova suo figlio, non sapendo di averlo incontrato proprio mentre egli, il figlio, era alla ricerca dell’assassino del padre. Nella tomba che si scopre sulla spiaggia, dopo i fiordi, suo padre, in realtà, ha seppellito le armi dell’epoca in cui era guerriero: l’altro se stesso appartenente al passato. Il ritrovarsi, faccia a faccia, apre ad una nuova prospettiva, e chiude la vicenda nel significato di nuovi valori da sostituire al passato: comprensione, condivisione, compassione, il tutto filtrato e reso più consapevole dalla riconciliazione critica con il proprio vissuto. L’affermazione di una nuova civiltà è già alle porte e, dal sud, sta per avvincere anche il nord così duro e remoto. Il finale, con l’ideale passaggio di testimone, apre la vicenda, e non la chiude -- mi ripeto --, nel nuovo “segno” di vicinanza, complicità e riconciliazione. Un Ibsen raro, lirico, che ha già la stessa originaria forza di poeta, indimenticato ed indimenticabile autore di capolavori assoluti e di immortali opere di poesia. Un atto, tragico, che ci restituisce l’importanza della comunicazione attraverso le parole e lo scambio, faccia a faccia, unico possibile, invece di altro: che potrebbe essere forse linguaggio, ma non comunicazione.

CURRICULUM DI J. A. PETRICICH

John Alexander Petricich è noto al pubblico novarese principalmente per la lettura ininterrotta della Divina Commedia in dodici ore in piazza Martiri nel 2008, e menzionato, recentemente, anche per altre vicissitudini. Da ultimo, suo è il consenso nazionale di pubblico e critica ottenuto a Milano con il “ciclo Strindberg”: in successione sono stati diretti ed interpretati “IL LEGAME”, “IL SOGNO”, LA DANZA DELLA MORTE”, “IL PADRE”: tutti allestimenti già oggetto di studio presso l’Università degli Studi di Milano; il ciclo, inoltre, ha potuto fregiarsi dell’Alto Patrocinio dell’Ambasciata di Svezia. Protagonista di una ricerca personale drammaticamente vissuta su autori introspettivi, tormentati, ossessivi quali Strindberg, Ibsen e Testori, si può dire che Petricich non interpreti i personaggi che porta in scena, di persona o negli attori che dirige, bensì che a questi personaggi egli faccia interpretare sé medesimo, in una sovrapposizione altalenante, dai confini non ben delineati, tra la realtà oggettiva e soggettiva, tra la storia scritta e la storia in divenire. Non a caso la successione delle sue produzioni teatrali ricalca la sua biografia: come in Strindberg Petricich recita le vicissitudini della propria vita biografica, così ne “La tomba del guerriero” di Ibsen, in scena sabato 1 giugno alle ore 21 all’Auditorium Fratelli Olivieri del Conservatorio Cantelli, l’attore--regista trasfonde la propria percezione della paternità come rinuncia di sé a favore dei figli, non solo per umano amore individuale, ma anche “per il superamento dell’aridità in favore di una ragione dell’essere umano invisibile – il suo spirito – che riporta una vittoria di speranza.” Sono parole di Petricich stesso, pregne di sfumature indefinibili che rendono impossibile riprodurne altrimenti il significato, sature della sofferenza esperita e sublimata del guerriero che seppellisce la sua veste più gloriosa e distruttiva, le armi in Ibsen, per trasformarsi nel silenzioso e misconosciuto custode del futuro del figlio. Ma qual è il momento in cui si smette di essere un soldato di professione, la cui vocazione è la guerra? Il centro dell’interesse è lo scontro generazionale. Non sappiamo cosa attende i giovani: ma i padri si sono sacrificati, e loro – i figli -- sono liberi, del tutto, di celebrare il loro futuro e di auto--determinarlo. Questa è la storia di un padre che ritrova suo figlio, non sapendo di averlo incontrato proprio mentre egli, il figlio, era alla ricerca dell’assassinio del padre. Nella tomba che si scopre sulla spiaggia, dopo i fiordi, suo padre, in realtà, ha seppellito le armi dell’epoca in cui era guerriero: l’altro se stesso appartenente al passato. Il ritrovarsi, faccia a faccia, apre ad una nuova prospettiva, e chiude la vicenda nel significato di nuovi valori da sostituire al passato. E’ già alle porte l’affermazione di una nuova civiltà , che sta per avvincere anche il nord così duro e remoto. Un Ibsen raro, lirico, che ha già la stessa originaria forza di poeta che lo vedrà indimenticato ed indimenticabile autore di capolavori assoluti e di immortali opere di poesia. Un atto, tragico, che ci restituisce l’importanza della comunicazione attraverso le parole e lo scambio, faccia a faccia, unico possibile, invece di altro: che potrebbe essere forse linguaggio, ma non è comunicazione. Tutto ciò avviene, come in sogno, nell’esperienza catartica della detenzione sulla stessa isola che si voleva conquistare. John Alexander Petricich, professionista della parola, non può che parlare di sé. La regia di “In exitu” di Giovanni Testori, il cui debutto era previsto per sabato 25 maggio, si è ridotta all’ultimo momento ad una serata privata, a causa di impedimenti legati ai diritti d’autore. In prima nazionale, Il primo giugno, alle 21, all’Auditorium Fratelli Olivieri del Conservatorio Cantelli: “LA TOMBA DEL GUERRIERO”, di Henrik Ibsen. Il debutto è a Novara, prima di proseguire per il Teatro del Carcere di Bollate, per Milano, Forlì e Firenze. Come sempre, l’evento è autoprodotto dal Teatro Popolare Italiano – realtà fondata dallo stesso Petricich, a Novara, più di vent’anni fa.

RASSEGNA STAMPA PARZIALE “CICLO STRINDBERG” – MILANO – TEATRO POPOLARE ITALIANO – TEATRO OUT OFF – AMBASCIATA DI SVEZIA IN ITALIA IL LEGAME,
August Strindberg
http://teatro.persinsala.it/il--legame/3081
http://www.flaneri.com/index.php/variaet/leggi/august_strindberg_il_legame/

ILSOGNO, August Strindberg
http://www.klpteatro.it/il--sogno--strindberg--petricich--recensione
http://www.puntoelineamagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=826:sogno--di--
strindberg--secondo--petricich&catid=37:teatro&Itemid=57
http://teatro.persinsala.it/il--sogno/3680

LA DANZA DELLA MORTE,
August Strindberg
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012--06--25/danza--morte--partita--scacchi--
165748.shtml?uuid=Abez72xF&fromSearch
http://www.youtube.com/watch?v=dBkw1m53YQs
http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli--teatrali/la--danza--della--morte--teatro--out--off--milano--
recensione--spettacolo.html
http://www.nonsolocinema.com/La--danza--della--morte--di--Strindberg_25481.html
http://teatro.persinsala.it/la--danza--della--morte/5676
http://www.puntoelineamagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1188:la--danza--
della--morte--di--strindberg--secondo--alberto--oliva--&catid=37:teatro&Itemid=57

IL PADRE,
Agust Strindberg
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012--12--21/padre--teatro--strindberg--controcorrente--
211051.shtml?uuid=AbzIxIEH&fromSearch
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/alberto--oliva--giovane--regista--che--fa--rinascere--strindberga--
861243.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/12/21/il--padre--di--oliva--con--diligenza--
ma.html
http://www.puntoelineamagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1310:il--padre--
 


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