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Esegesi dell'Antico Testamento. Il libro del Deuteronomio - Terzo incontro
Documentazione
Documentazione evento:

Documenti:
29 gen 2008
Ente Promotore: La Nuova Regaldi (Associazione Culturale Diocesana)
Ciclo di Incontri: Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale

Esegesi dell'Antico Testamento. Il libro del Deuteronomio - Terzo incontro: le dieci Parole di Dio (2° parte) apri file pdf

don Silvio Barbaglia

Il nome di Dio, consegnato a Mosè sull’Oreb, esprime la sua identità e la relazione di alleanza tra lui e il suo popolo: l’uomo non può invocarlo al di fuori di questa alleanza, sarebbe ridurlo a sé stesso e strumentalizzarlo. Il rispetto del sabato richiama alla necessità che l’uomo dedichi a Dio il giorno che gli appartiene, astenendosi dalla sue attività, consapevole che la storia del mondo è affidata a Dio, che la sostiene, fedele alla sua alleanza, anche quando l’uomo non lavora; l’uomo lavorerà negli altri sei giorni con le sue braccia, prestate a Dio perché continui la sua opera di creazione del mondo. Onorare il padre e la madre è onorare la vita come dono ricevuto da Dio; per questo è premessa per il futuro della propria vita nel paese che Dio donerà al popolo. L’adulterio e il rubare le proprietà altrui sono il frutto del desiderare ciò che appartiene all’altro uomo, una spinta ad appropriarsi di tutto quasi a voler essere onnipotente, facendo di sé stessi il Dio della propria vita. Le dieci parole, rivolte al popolo tutto, interpellano innanzitutto la responsabilità della linea maschile, per la sua rilevanza nell’organizzazione sociale.
Audio:
29 gen 2008
Ciclo di Incontri: Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale

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don Silvio Barbaglia

Il nome di Dio, consegnato a Mosè sull’Oreb, esprime la sua identità e la relazione di alleanza tra lui e il suo popolo: l’uomo non può invocarlo al di fuori di questa alleanza, sarebbe ridurlo a sé stesso e strumentalizzarlo. Il rispetto del sabato richiama alla necessità che l’uomo dedichi a Dio il giorno che gli appartiene, astenendosi dalla sue attività, consapevole che la storia del mondo è affidata a Dio, che la sostiene, fedele alla sua alleanza, anche quando l’uomo non lavora; l’uomo lavorerà negli altri sei giorni con le sue braccia, prestate a Dio perché continui la sua opera di creazione del mondo. Onorare il padre e la madre è onorare la vita come dono ricevuto da Dio; per questo è premessa per il futuro della propria vita nel paese che Dio donerà al popolo. L’adulterio e il rubare le proprietà altrui sono il frutto del desiderare ciò che appartiene all’altro uomo, una spinta ad appropriarsi di tutto quasi a voler essere onnipotente, facendo di sé stessi il Dio della propria vita. Le dieci parole, rivolte al popolo tutto, interpellano innanzitutto la responsabilità della linea maschile, per la sua rilevanza nell’organizzazione sociale.
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