Documentazione evento:
Quattro brocche d’acqua, versate in un’unica ciotola dagli esponenti delle diverse confessioni cristiane presenti nel novarese. È il segno che ha aperto martedì sera l’incontro di preghiera ecumenica promosso dal SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) presso la Chiesa Evangelica Metodista di Novara, nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2015), indetta dal Consiglio Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. E l’acqua è stata l’elemento centrale dell’intera celebrazione, dedicata alla riflessione sul Vangelo secondo Giovanni, nel brano in cui Gesù attraversa la Samaria e al pozzo della città di Sicar chiede da bere a una donna che viene ad attingervi. «Ma la donna scopre che Gesù stesso ha un’altra acqua da offrirle, simbolo – commenta Cristina Contu (SAE Novara) – del dono di sapienza che ognuno è chiamato a scoprire in chi appartiene a un’altra tradizione religiosa. Lei si allontana quindi dal pozzo per tornare in città ad annunciare l’incontro col Cristo, lasciandovi la brocca, segno della sua esperienza di fede, consegnata ad altri perché possano usarla a loro volta per attingere acqua che appaghi la loro ricerca». È il segno di quello «scambio di ricchezze spirituali cui le Chiese sono chiamate – ricorda Lucia Iorio (responsabile SAE Novara) – per realizzare l’unità nelle diversità, auspicata da Cristo». Al termine Andrea Lebra e Maria Adele Garavaglia hanno testimoniato l’attività di aiuto a donne vittime della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, svolta dall’associazione Liberazione e Speranza Onlus, cui sono state destinate le offerte raccolte tra i presenti, «espressione tangibile – ha affermato Mirella Pantaleo a nome della Chiesa Evangelica Metodista di Novara – di un comune impegno di solidarietà e promozione umana».