Descrizione evento:
Robert Schumann possedeva una notevole predisposizione verso la letteratura. Per qualche tempo fu addirittura incerto su quale fosse veramente la sua vocazione, se quella del musicista o quella dello scrittore, per non parlare della sua attività di critico. “Ciò che sono realmente ancora lo ignoro” annoterà nel suo diario all’età di diciassette anni. “Se sono poeta – e poeta si può solo essere, non puoi diventarlo – questo lo decideranno solo i posteri”. Fin da giovane usava scrivere poesie e la sua passione per J. Paul, J. Eichendorff, E.T.A. Hoffmann e H. Heine lo accompagnò per tutta la vita e divenne una caratteristica della sua produzione musicale. Negli ultimi anni, debilitato dalla malattia e spesso impossibilitato nel suo lavoro di musicista, non rinunciò mai a scrivere versi, anzi secondo alcuni osservatori, in quegli anni lo Schumann poeta vale più del musicista. Benché i soggetti letterari e un universo immaginario siano in un modo o nell’altro delle costanti all’interno di molte delle sue opere giovanili per pianoforte, l’affinità verso la componente vocale si concretizzerà nel 1840, l’anno che vede la felice unione con Clara Wieck, peraltro osteggiata dal padre di lei con ogni mezzo, non escluse le vie legali. “Ah Clara, che gioia comporre pezzi per il canto!” si confida con lei Schumann, preso da un impeto febbrile di creatività. Il risultato è stupefacente: nel giro di qualche mese nasceranno più di un centinaio di “Lieder” (i cicli di “Lieder” e le raccolte dall’Op.24 all’Op.57) che sono in definitiva una dichiarazione d’amore nei confronti della sua compagna. “Ah, è più forte di me, vorrei cantare come l’usignolo che va a morire” si può leggere in una lettera datata al 15 maggio di quello stesso anno, opportunamente citato nelle biografie come “l’anno delle canzoni”.
Interpretati dall’ensemble La Gaia Scienza, il quartetto 47 ed il quintetto 44 per pianoforte e archi appartengono anch’essi al periodo immediatamente successivo al matrimonio di Schumann con Clara, periodo che fu per il compositore uno dei più felici e produttivi, aprendosi, oltre alla composizione per pianoforte, anche a quella dei famosi lieder e di musica sinfonica e da camera.
ROBERT SCHUMANN
(1810-1856)
Quartetto per pianoforte e archi
op.47 in Mib maggiore
Sostenuto Assai- Allegro ma non troppo,
Scherzo, Andante cantabile
Finale-Vivace
Quintetto per pianoforte e archi
op. 44 in Mib maggiore
Allegro brillante,
In Modo di una Marcia
Scherzo-Molto vivace
Allegro ma non troppo