Descrizione evento:
Uno spettacolo a Grignasco: la storia di Giona
Intervista a Dario Tafuri (Commissione Cultura, Parrocchia di Grignasco)
Le festività pasquali si sono appena concluse, il tempo di scartare le consuete uova di cioccolato e... rapidamente siamo tornati alla solita quotidianità; in un’epoca dominata dalla frenesia del fare e scandita da ritmi sempre più caotici, verrebbe spontaneo chiedersi se oggi è ancora possibile cogliere il reale significato della Pasqua!? Ognuno di noi, secondo le proprie convinzioni, potrebbe cercare di dare una risposta a questo quesito, ma a tutti è noto che la Pasqua è il tempo della speranza e della vita. E proprio riferendoci a quanto sopra accennato, abbiamo posto a Dario Tafuri, coordinatore della Commissione Cultura della Parrocchia, qualche domanda sulle scene e su quanto sarà rappresentato nella serata di sabato.
Dario, a che cosa si ispira lo spettacolo?
Nella Bibbia, sono molte le pagine che vertono sul tema della fede e tra queste, le vicende del profeta Giona, ben si applicano a descrivere i timori e le incertezze con le quali, allora come adesso, l’uomo si deve confrontare; proprio a questo episodio biblico, si ispira lo spettacolo teatrale che andrà in scena a Grignasco il 19 di aprile, intitolato “Centoventimila anime”.
Ma ci racconti qualcosa di questo profeta.
Penso che tutti conoscano la storia del profeta Giona, un personaggio biblico dell’Antico Testamento, cui Dio ordina di recarsi nella città di Ninive, capitale del regno dell’Assiria, per predicare il ravvedimento dei dissoluti abitanti; ma Giona, che evidentemente non è un cuor di leone, spaventato dalla fatica e dal pericolo, non ubbidisce, e, invece di recarsi a Ninive, si imbarca su una nave in partenza per il Mediterraneo. Durante la navigazione, una rabbiosa tempesta investe l’imbarcazione che rischia di colare a picco. I marinai, spaventati dalla furia del mare, pensano che la tempesta sia stata scatenata dal “Cielo” per punire qualcuno della nave. A questo punto Giona svela ai compagni di viaggio che la colpa dell’ira divina è sua e questi ultimi, immediatamente, si liberano di lui, gettandolo in mare. Subito, il furore della tempesta cessa, mentre Giona viene inghiottito da un grosso pesce. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un’intensa preghiera cosicché, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sano e salvo sulla spiaggia. Giona adempie quindi alla sua missione e va a predicare agli abitanti di Ninive, i quali, contro ogni aspettativa, gli credono, consentendo così alla città di salvarsi.
Quindi Giona avrebbe salvato la città dall'ira divina e di certo sarà stato lieto per il risultato ottenuto.
Giona non è contento del perdono che Dio ha concesso proprio a quella gente. Per cui si siede davanti alla città invocando la morte. Allora il Signore fa spuntare una pianta di ricino che con le sue foglie copre la testa del profeta per proteggerlo dal sole; ed egli se ne rallegra e riprende energia. Ma all’alba del giorno seguente un verme rode il ricino, che secca, lasciando Giona sotto un sole torrido ed un vento caldo, ad invocare di nuovo la morte. Nel dialogo che segue, Dio gli propone il suo punto di vista: « Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita; ed io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».
Ma quali significati può avere questa storia?
Questo racconto, molto semplice e a tratti anche buffo, ha nel protagonista un modello al quale noi tutti spesso somigliamo, perché non di rado, di fronte all’amore di Dio, ed alla sua chiamata, ci scostiamo, siamo di ostacolo al progetto che Dio ha per ciascuno di noi, col rischio di sbagliare strada. In fondo, Dio ci chiede di alzarci, ma talvolta noi preferiamo chiuderci dentro ed addormentare la nostra coscienza, dimenticandoci così delle nostre responsabilità. Da questa storia trapela anche il reale significato della fede di fronte a situazioni difficili , che non riusciamo a comprendere. L’esperienza di Giona è l’esperienza di Dio, che continuamente ama, credenti e non credenti, nel dono del suo Figlio. Nella missione di Giona, non troviamo parole di condanna, semmai di speranza, perché Dio non vuole la morte, ma la vita. Proprio nella misericordia di Dio troviamo il messaggio più scioccante: se noi non perdoniamo e non abbiamo misericordia con gli altri è forse è perché non l’abbiamo mai sperimentata noi stessi.
Visto i contenuti, sarà uno spettacolo che diverte?
Certamente, tutto questo l'abbiamo raccontato in tono simpatico e con un formidabile accompagnamento musicale. In conclusione, per quanti volessero approfittare di un’occasione per trascorrere una serata di intrattenimento divertente, e al tempo stesso in grado di far riflettere, l’appuntamento da annotare sul calendario è per il 19 di aprile a Grignasco con “Centoventimila anime”