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Esegesi dell'Antico Testamento: il Libro dei Giudici - 1 |
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Documentazione evento:
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Documenti:
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13 gen 2010
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Un libro un po’ “indigesto” da leggere, per pesantezza della narrazione e per episodi moralmente problematici, che – fin dai tempi antichi – hanno scoraggiato lettori e studiosi. Il libro dei Giudici ci parla del popolo di Israele, alla morte di Giosuè, si trova privo di un leader, e alle prese con un territorio che è ancora occupato da popolazioni, che debbono essere scacciate per fare posto a Israele. All’inizio del libro, Giuda è scelto da Dio come guida in quest’opera di conquista, segno presago del ruolo guida di Davide, la cui famiglia appartiene appunto alla tribù di Giuda. Ma presto il Signore denuncerà l’infedeltà del popolo, che – malgrado la solenne promessa di Sichem – non ha saputo astenersi dal fascino delle divinità dei popoli circostanti. Morto Giosuè e la generazione che con lui ha vagato nel deserto, i nuovi Israeliti hanno smarrito la spiritualità maturata dalla generazione precedente, non hanno conosciuto il Signore, e facilmente si allontanano da lui. Per questo il Signore manda dei giudici – cioè delle guide – per risollevarli e riportarli al legame vitale con Dio, unica fonte di salvezza e speranza. Ma invano: morto un giudice, il popolo torna a peccare con i Baal. Una visione spietata del popolo “bue”, bisognoso di guida ed educazione continua, elaborato dall’intellighenzia culturale e teologica di Israele che riflette sulla storia lontana, cercandovi già in essa le cause dell’esilio babilonese.
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Audio:
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13 gen 2010
Ciclo di Incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Un libro un po’ “indigesto” da leggere, per pesantezza della narrazione e per episodi moralmente problematici, che – fin dai tempi antichi – hanno scoraggiato lettori e studiosi. Il libro dei Giudici ci parla del popolo di Israele, alla morte di Giosuè, si trova privo di un leader, e alle prese con un territorio che è ancora occupato da popolazioni, che debbono essere scacciate per fare posto a Israele. All’inizio del libro, Giuda è scelto da Dio come guida in quest’opera di conquista, segno presago del ruolo guida di Davide, la cui famiglia appartiene appunto alla tribù di Giuda. Ma presto il Signore denuncerà l’infedeltà del popolo, che – malgrado la solenne promessa di Sichem – non ha saputo astenersi dal fascino delle divinità dei popoli circostanti. Morto Giosuè e la generazione che con lui ha vagato nel deserto, i nuovi Israeliti hanno smarrito la spiritualità maturata dalla generazione precedente, non hanno conosciuto il Signore, e facilmente si allontanano da lui. Per questo il Signore manda dei giudici – cioè delle guide – per risollevarli e riportarli al legame vitale con Dio, unica fonte di salvezza e speranza. Ma invano: morto un giudice, il popolo torna a peccare con i Baal. Una visione spietata del popolo “bue”, bisognoso di guida ed educazione continua, elaborato dall’intellighenzia culturale e teologica di Israele che riflette sulla storia lontana, cercandovi già in essa le cause dell’esilio babilonese.
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Video:
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