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Nata nel cuore della Novara dell’800, La Marchesa Colombi è un’autrice ancora oggi ristampata, letta, apprezzata e studiata, anche all’estero: dopo la riscoperta da parte di Italo Calvino molte sono le traduzioni recenti del suo romanzo più noto, Un matrimonio in provincia, e le varie riedizioni in Italia delle sue opere meglio riuscite, mentre In risaia già nell’Ottocento fu tradotto in inglese, francese e tedesco. Maria Antonietta Torriani, questo il suo vero nome, trascorse l’infanzia e la prima giovinezza vivendo nel centro storico della città. Sfuggendo al cliché consueto per l’epoca che voleva la donna maritata o zitella in famiglia o tutt’al più monaca, con grande spirito di indipendenza, ancora giovane, si trasferì a Milano, si impegnò nella sensibilizzazione verso la condizione femminile e divenne giornalista e scrittrice. Fu amica di Giosue Carducci e nel 1875 sposò Eugenio Torelli Viollier, fondatore del “Corriere della Sera”, di cui fu la prima firma femminile. Ambientò a Novara alcune delle sue opere più lette restando per anni un’intellettuale di primo piano (autrice tra l’altro del galateo più diffuso, La gente per bene), finché, separatasi dal marito, nei primi anni del Novecento si defilò dagli ambienti letterari e condusse una vita appartata dopo essersi trasferita a Torino, dove si spense nel 1920.
L’autrice del volume sulla Marchesa Colombi è Silvia Benatti: insegnante novarese, autrice di apparati e strumenti didattici, studiosa di letteratura femminile, collabora da anni con il Centro Novarese di Studi Letterari, di cui è vicepresidente, e ha curato presso Interlinea la riedizione delle maggiori opere della Marchesa Colombi, sulla quale ha condotto e pubblicato diverse ricerche organizzando un convegno internazionale di studi nel 2000.