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Madre Teresa a Varallo per l'8 marzo: 1910 - 2010 Centenario di un simbolo d'amore
Documentazione
Documentazione evento:

Quale donna meglio di Madre Teresa può incarnare lo spirito dell’8 marzo?

Agnes Bojaxhiu, nata da una famiglia albanese il 27 agosto 1910 a Skopje, oggi capitale della Macedonia, che allora faceva parte dell’impero ottomano, a diciotto anni andò a Rathfarnham, vicino a Dublino, per entrare nelle suore di Loreto, che manda missionarie soprattutto in India, e nel dicembre dello stesso anno 1928, salpò per l’India. Dopo i voti definitivi Madre Teresa fino al 1948 insegnerà geografia e religione alle ragazze del collegio di St. Mary a Entally, Calcutta, del quale diventerà anche direttrice. Nel 1948 lasciò l’ordine di Loreto per dedicarsi interamente agli indiani poveri e nel 1950 venne approvata e istituita a Calcutta la Congregazione delle Missionarie della Carità, che darà vita alla Casa dei moribondi, alla Casa dei bambini, al Villaggio dei lebbrosi: “Diamo ai poveri quello che loro chiedono, secondo la loro fede”. Madre Teresa è la “specialista delle miserie”, eppure è sempre stata profondamente innamorata della vita, come ha avuto modo di ribadire nel discorso pronunciato a Oslo quando nel 1979 le fu conferito il premio Nobel per la pace. Madre Teresa è sempre uguale nelle centomila foto che la ritraggono nei posti più poveri della terra o nei palazzi del potere: sari bianco bordato di tre strisce blu, una crocetta sulla spalla sinistra, un golfino scuro, una sportina di pezza con i manici di legno, i sandali consumati come i suoi piedi nudi. E’ stata definita “industriale della carità”, poiché coniuga l’esperienza di mistica e di contemplativa con quella di manager geniale: “Le nostre suore fanno piccole cose: assistono i bambini, visitano coloro che vivono in solitudine, i malati e chi è privo di tutto… Siate fedeli nelle piccole cose, perché è in esse che sta la vostra forza. Per Dio niente è piccolo”.
Nelle cappelle delle sue case sparse in tutto il mondo – ne esiste una anche a Roma -, accanto al Crocifisso appare sempre un cartello, nella lingua locale “Ho sete”: le parole di Gesù sulla Croce sono il suo manifesto.
La sua vita interamente dedicata agli umili e ai bisognosi ha tradotto in esempio concreto i valori evangelici dell’amore e della carità, proseguendo anche dopo la sua morte, avvenuta nel settembre 1997. Igor Man, commentando i suoi imponenti funerali, cercò di spiegare il perché della santificazione in vita della piccola suora albanese: “Dura, scontrosa, persino deliberatamente scortese, però capace di far sentire agli sconfitti della vita la tenerezza di Gesù (riprendendo con queste ultime parole quanto detto da Papa Giovanni Paolo II)”.
Martedì 23 febbraio in cattedrale a Novara, nell’ambito del Progetto Passio, lo scrittore Dominique Lapierre ha voluto ricordare i cento anni dalla nascita di Madre Teresa con una riflessione sul tema della povertà, raccontando la sua esperienza a fianco di Madre Teresa che dedicò tutta la sua vita agli ultimi.
Lunedì 8 marzo, alle ore 21.00, a Varallo, presso il Centro Giovanile “G. Pastore”, Via Don Bosco, si terrà la presentazione del volume di Lucio Guida “Per te…”, che è già stato presentato a Ghemme, a Borgosesia, presso la libreria Il Colibrì, a Romagnano, a Fara, a Gattinara e a Carpignano. Dovunque è sempre presente un pubblico attento e numeroso, che contribuisce con generosità a questa causa, che lancia un messaggio di speranza, di fratellanza umana nei confronti dei più poveri e diseredati. Il ricavato dalla vendita del libro, anche in quest’occasione varallese, sarà interamente devoluto alle Suore Missionarie della Carità di Kathmandu (Nepal), che operano presso il ricovero per anziani.
La serata si aprirà con una presentazione della figura di Madre Teresa da parte della Presidente del Centro Libri Punto d’Incontro, Rosa Angela Canuto, seguirà Piera Mazzone, Direttore della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo, che introdurrà il volume di Lucio Guida.
Il filo conduttore del libro è il tema dell’amore, declinato in tutte le sue accezioni, che si snoda attraverso 60 poesie e 70 massime, maturate dall’autore in quindici anni di riflessioni e attraverso l’esperienza diretta di volontariato in India, completate da immagini scattate dallo stesso Guida per raccontare, anche visivamente, la missione a Kathmandu con l’orfanatrofio e il ricovero “Social Welfare Center”, dove le suore della Casa delle missionarie della Carità assistono bambini e anziani. Volutamente le pagine non sono numerate perché ognuno possa costruire il proprio personale percorso di lettura.
Durante la serata verranno proiettate immagini del Nepal, per mostrare alcune delle opere realizzate con i contributi inviati: il depuratore dell’acqua per l’orfanatrofio, il ricovero e la casa madre. Si vedranno anche i primi lavori per la sopraelevazione dell’edificio di proprietà della missione, che consentiranno di accogliere un maggior numero di ospiti, e di mettere a disposizione dei servizi. Lucio Guida ha dedicato le sue poesie a Madre Teresa perché: “E’ protagonista dell’amore in tutte le sue forme e per esaltare la femminilità del mondo: per me il mondo è donna, non c’è infatti amore più grande di quello trasmesso dalla madre a un figlio”.
Con questa serata varallese, cui sarà presente l’autore, Lucio Guida, che risponderà alle domande del pubblico, sull’atlante della carità si segneranno nomi nuovi, posti nuovi: “Quello che facciamo è meno di una goccia nell’oceano. Ma senza quella goccia all’oceano mancherebbe qualcosa”.
 
 
Piera Mazzone
Direttore Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo

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