VERSO VERONA
Novara esplora la fragilità «salvata»
Sulla fede come risposta alla debolezza umana, la terza tappa di preparazione al Convegno ecclesiale nazionale
Corti: i bisognosi ci chiedono concretezza. Dal 24 marzo al 7 aprile un ricco calendario di eventi religiosi e culturali inseriti nell’edizione 2006 del progetto Passio
Da Novara Andrea Gilardoni
Dalle debolezze dell'uomo alla speranza che viene dal sentire vicino un Dio che ha sofferto in croce e che è risorto. È questo il percorso proposto dal progetto «Passio 2006» della diocesi di Novara, che approfondirà il terzo ambito del convegno ecclesiale di Verona, quello della fragilità umana.
La tematica farà da sfondo a una serie di iniziative che si svolgeranno nella diocesi piemontese dal 24 marzo al 7 aprile e che si collocano all'interno di un articolato programma di eventi artistici, culturali e religiosi - in tutto 130 - che rappresentano il percorso di preparazione alla Pasqua della Chiesa novarese. Percorso che avrà tra i suoi elementi principali un'iniziativa di solidarietà per la raccolta di fondi a favore della realizzazione di un poliambulatorio nella capitale della Georgia Tbilisi, in collaborazione con la Caritas georgiana.
«Ma lo scopo centrale di Passio è quello di ridire, secondo i codici della cultura e della comunicazione, il Mistero pasquale - ha sottolineato ieri il responsabile diocesano don Silvio Barbaglia durante una conferenza stampa di preparazione -. Con il gusto estetico e con gli strumenti mediatici dell'oggi vogliamo raccontare la Passione, nucleo centrale dei Vangeli che affronta proprio il tema della debolezza e della fragilità umana». Come noto, infatti, dal 24 marzo al 7 aprile Novara ospiterà la terza tappa del cammino di preparazione verso il Convegno ecclesiale nazionale, mettendo al centro proprio il tema della «fragilità salvata».
Un approccio, quello di Passio, che guarda innanzitutto ai laici. «Saranno loro ad essere protagonisti - ha spiegato il vescovo di Novara Renato Corti -. Del resto lo saranno anche a Verona, il prossimo ottobre. A loro è chiesto di essere una presenza significativa in tutti quei luoghi nei quali l'uomo misura la sua fragilità». Per il vescovo il primo passo da compiere è quello di superare quella mentalità «che sembra dire che chi non rende non esiste. Il cristiano oggi è chiamato ad andare in direzione contraria, è chiamato a chiedersi come affrontare il rischio che molte persone siano dimenticate e ignorate proprio quando hanno bisogno che qualcuno si prenda cura di loro».
Andare oltre all'indifferenza per Corti è per prima cosa un impegno culturale. «Solo una cultura che sa dare conto di tutti gli aspetti dell'esistenza è davvero a misura dell'uomo - ha proseguito il vescovo -. Il cristiano è chiamato a dare testimonianza della via del Vangelo in ogni situazione di debolezza e fragilità che incontra. Dalla difesa del nascituro all'attenzione ai poveri, dall'attenzione ai carcerati, alla cura dei malati e al sostegno degli anziani. Ma anche nella vicinanza a chi va verso la morte, forma suprema di fragilità».
E nel giorno in cui nelle città italiane si sono viste lunghe file al di fuori degli uffici postali per la richiesta di permessi di soggiorno, il vescovo ha voluto fare un cenno particolare agli immigrati. «C'è chi ha passato l'intera notte all'addiaccio - ha detto Corti -. Credo che se mi fossi trovato nella loro situazione mi sarei disperato. La fragilità dello straniero ci interpella e ci richiede di essere capaci di incontrare e guardare negli occhi queste persone».
Attenzione ed impegno, quindi, per tutte quelle realtà difficili e per quel mondo che alla maggior parte delle persone resta nascosto. Ma, sottolinea il vescovo, punto fondamentale è comprendere che la fragilità riguarda tutti gli uomini. «La Bibbia dice che siamo come un filo d'erba. Va fatta crescere la consapevolezza che viviamo tutti la condizione di fragilità, perché siamo tutti delle creature di Dio».
Ma è con una apertura all'orizzonte della speranza che termina il percorso di Passio. «Una speranza - ha concluso monsignor Corti - che viene da Cristo, che dopo aver accettato con la croce la fragilità umana, è risorto».
Il sito
Su internet tutti gli appuntamenti
Da Novara
Andrea Gilardoni
Una finestra, raggiungibile da ogni computer del mondo allacciato alla rete, sulla tappa novarese di avvicinamento al Convegno ecclesiale di Verona. Il sito internet del progetto «Passio 2006», www.passionovara.it, è stato pensato soprattutto come uno strumento di contatto e di comunicazione ecclesiale e non, ma è anche una grande banca dati, aggiornata in tempo reale, delle diverse iniziative del progetto della diocesi piemontese. A collaborare al progetto un gruppo di giovani, coordinati dal web master Roberto Fonio. Nel sito è possibile vedere il programma delle attività, organizzato in ordine cronologico oppure diviso secondo i diversi ambiti tematici sui quali si articola Passio: da quello liturgico del «celebrare» a quello dell'immagine - che prevede appuntamenti con la contemplazione di opere novaresi di arte sacra - o dell'ascoltare, del rappresentare e dell'immaginare, che comprendono concerti, proiezione di film e l'allestimento di musical spettacoli teatrali. Oltre alla presentazione delle iniziative il portale ospita anche una sezione, chiamata «diario», con il resoconto degli eventi già avvenuti. Si tratta di un canale di comunicazione in tutto e per tutto multimediale. Non solo, infatti, si possono trovare testi ed immagini, ma anche file sonori e filmati. Ampia è anche la parte dedicata alla rassegna stampa, con la raccolta degli articoli di Avvenire e delle altre testate che si sono occupate del progetto.