Promosso dalla Parrocchia Ss. Pietro e Paolo di Borgosesia, con il contributo del Comune di Borgosesia – Assessorato alla Cultura e della Fondazione della Banca Popolare di Novara per il territorio, con il Patrocinio del Progetto Culturale della Chiesa Italiana – Diocesi di Novara, della Diocesi di Novara – Ufficio Beni culturali e della Stampa Diocesana Novaraese – Il Monte Rosa, si svolgerà prossimi mesi di marzo e aprile, “Il Suono e La Parola”. Concerti meditativi in tempo di Quaresima, presso l’Oratorio dei Santi Stefano Protomartire e Antonio Abate a Borgosesia (VC). Il progetto culturale è di padre Marco Canali, il commento alla Parola del teologo e filosofo Markus Krienke, la direzione artistica e musicale di Carlo Senatore.
Significato del progetto - Al crescente bisogno di spiritualità si ispira il progetto culturale dal titolo “Il Suono e la Parola”, nel solco del dialogo tra Arte e Fede, Cultura e Spiritualità di cui è intessuta la Vita e la storia della nostra stessa comunità civile e religiosa.
Dall’oratorio situato nel pieno centro urbano della Città, di fronte ad un’immagine, custodita gelosamente dai Borgosesiani e unica nel suo genere in Italia – il celebre Fastentuch (il telo quaresimale, riesposto per l’occasione) al “cuore” di ogni Persona che ne percorre le strade e le piazze, viene offerto uno spazio di sosta e ascolto creativo, da percorrere come un ciclo di letture e commento della Parola di Dio, attraverso un originale itinerario sonoro, di accostamenti timbrici, di organici e repertori musicali, ispirati dalla sequenza dei testi quaresimali di quest’anno.
La programmazione artistica ha assunto come un valore il coinvolgimento di risorse locali, che completano i diversi e qualificati contributi previsti, in un’ottica di promozione delle esperienze e circolazione delle idee. La possibilità di partecipare alla preparazione di alcune parti del programma, nonché di esserne introdotti, non solo da parte dei cori protagonisti, dei lettori, di chi terrà la meditazione e dello stesso pubblico che vi prenderà parte, qualificano appieno il carattere culturale formativo e performativo dell’evento pubblico finale.
Il percorso - Il deserto - paesaggio muto da cui si eleva la domanda di senso - non a caso è l’ispirazione da cui prende avvio la proposta. Suoni solistici, vocali e strumentali, nel loro rapporto col Silenzio, sono un richiamo alla condizione di solitudine dell’essere umano, all’ineluttabile responsabilità davanti alla quale la reazione di sconcerto - angoscia per il buio abisso dell’ignoto - è pari all’apparente vuoto di “significato” di un suono isolato, senza melodia né parola che definisca la sua “utilità”. Fare deserto delle polifonie e dei nomi, per isolare le parole dai significati, può essere come scavare fino alle profondità del Silenzio - da cui ogni musica acquista senso - per condursi verso nuovi sentieri della parola: non “debole struttura di suono e di timbro”, ma “fine involucro”, espressione e incontro tra “l’essenza di un atomo del mondo e una nota dell’interiorità umana”. In particolare la provocazione lanciata alla mentalità moderna è poderosa.
Perché non c’è cultura senza ricerca dell’assoluto e relegare questa domanda, in quanto non “scientifica”, nella sola sfera sentimentale delle cose non è rimettere le cose a posto ma una vera e propria mutilazione della ragione umana. Come disse Benedetto XVI, il 12 settembre 2008 a Parigi nell’ incontro con il mondo della cultura al Collège des Bernardins: «Quaerere Deum – cercare Dio e lasciarsi trovare da Lui: questo oggi non è meno necessario che in tempi passati. Una cultura meramente positivista che rimuovesse nel campo soggettivo come non scientifica la domanda circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi. Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura».