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02 dic 2009
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
don Silvio Barbaglia,
Mons. Renato Corti,
Davide Maggi
“Carità”, cioè amore offerto gratuitamente al prossimo. Questa è la cifra che deve ispirare ogni agire sociale ed economico. Un amore che deve però essere sorretto dalla ricerca della verità, che le dia una robusta “spina dorsale”, per evitare che si trasformi in un semplice esercizio di buoni sentimenti sganciato dalla vita reale. Per questo la Chiesa ha il dovere di indicare alla comunità umana salutari spunti di riflessione, che vedono oggi sempre più urgente il recupero della categoria della fraternità come essenziale nella gestione economica. Fraternità, una parola insolita in Economia. Ma papa Benedetto indica in essa la via maestra affinché l’Economia torni ad essere al servizio dell’uomo, uscendo dalle secche che hanno condotto all’attuale problematica congiuntura internazionale. Infatti, il libero mercato, governato dalle legge del massimo profitto, e il sistema di ridistribuzione delle ricchezze, garantito dalle istituzioni statali, rappresentano un binomio non più adatto al controllo di un’economia che, nel mondo globalizzato, deve essere trasformata dall’interno, per rimettere al centro l’uomo. Per questo la conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa è di fondamentale importanza, come strumento per l’umanizzazione della vita sociale alla scuola del Vangelo.
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12 dic 2009
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
Eliana Baici
Razionale, egoista e individualista. Questo il ritratto di uomo dipinto dalle scienze economiche, che sta alla base del modello liberista. Una visione dell’uomo che difficilmente si concilia con l’atteggiamento di fraternità, che Benedetto XVI indica come obiettivo imprescindibile per un autentico sviluppo della società umana. Cercare di “Ricucire Vangelo ed Economia”, è allora un impresa impossibile? In un mondo in cui le risorse scarseggiano, l’uomo è obbligato all’efficienza, per soddisfare i propri bisogni. Per questo ogni attività economica è naturalmente orientata al massimo profitto, e contribuisce ad incrementare il bene comune, in una sorta di meccanismo perfetto in cui l’azione indipendente di ogni operatore economico si somma a quelle degli altri, realizzando inconsapevolmente il raggiungimento del massimo benessere. Questo è ciò che promette la teoria dell’economia di mercato. Un modello che però semplifica la realtà, spesso ben distante dalle condizioni ideali di perfetta concorrenza e trasparenza del mercato. E che “dimentica” che la qualità della vita non si misura solo con il reddito e con il prodotto interno lordo nazionale. Per questo le teorie economiche sono strumenti preziosi, ma insufficienti. Esse sono affidate alla responsabilità e alla valutazione etica di ogni uomo, delle formazioni sociali e delle istituzioni, chiamati a vegliare e ad agire per rimediare agli squilibri sociali e per garantire a tutti beni essenziali – come salute, giustizia e istruzione – che l’economia di mercato non potrà mai garantire a livelli sufficienti.
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09 gen 2010
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
Davide Maggi
Risparmio e investimento. Sono queste le parole chiave per comprendere la grave crisi finanziaria scoppiata in America nel 1929 e la crisi del 2008, le cui conseguenze hanno depresso l’economia planetaria, con le ripercussioni che stiamo vivendo in Italia e in Europa. Il surplus di ricchezza, generato dall’esuberante economia americana degli anni ’90, non è servito a produrre nuova ricchezza. Infatti, concentrata nelle mani di pochi ricchi, essa non ha aumentato il potere di acquisto della popolazione. Così il sistema produttivo americano, in mancanza di una crescente domanda interna, è divenuto meno attraente per gli investitori rispetto all’acquisto di titoli azionari, proposti da operatori senza scrupoli con la promessa di altissimi guadagni. A fronte, però, di rischi elevatissimi, purtroppo sottostimati dalle borse, in un clima di esuberanza che ha portato alle stelle le quotazioni di titoli privi di reale valore. Una vera “bolla” speculativa, sgonfiatasi dall’oggi al domani, travolgendo l’intero sistema economico, americano e poi mondiale. Un sistema che sta cercando faticosamente di ripartire, grazie a investimenti pubblici che stimolino la produzione e a sgravi fiscali che incentivino i consumi. Ma il bene più prezioso, polverizzato dal tracollo della finanza, è la fiducia reciproca tra gli attori economici, senza la quale è impossibile scambiare beni e concedere credito. Una fiducia che si può ricostruire solo imparando a vivere le attività produttive e finanziarie in una logica che metta al primo posto non il profitto, ma il servizio reso ai clienti e alla collettività. Una logica in cui il lavoro sia vissuto come un dono reciproco, che non strumentalizza nessuno, ma fa crescere tutti. Solo così la finanza potrà evitare le molteplici tentazioni cui è esposta e concorrere al bene comune.
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02 dic 2009
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
don Silvio Barbaglia,
Mons. Renato Corti,
Davide Maggi
“Carità”, cioè amore offerto gratuitamente al prossimo. Questa è la cifra che deve ispirare ogni agire sociale ed economico. Un amore che deve però essere sorretto dalla ricerca della verità, che le dia una robusta “spina dorsale”, per evitare che si trasformi in un semplice esercizio di buoni sentimenti sganciato dalla vita reale. Per questo la Chiesa ha il dovere di indicare alla comunità umana salutari spunti di riflessione, che vedono oggi sempre più urgente il recupero della categoria della fraternità come essenziale nella gestione economica. Fraternità, una parola insolita in Economia. Ma papa Benedetto indica in essa la via maestra affinché l’Economia torni ad essere al servizio dell’uomo, uscendo dalle secche che hanno condotto all’attuale problematica congiuntura internazionale. Infatti, il libero mercato, governato dalle legge del massimo profitto, e il sistema di ridistribuzione delle ricchezze, garantito dalle istituzioni statali, rappresentano un binomio non più adatto al controllo di un’economia che, nel mondo globalizzato, deve essere trasformata dall’interno, per rimettere al centro l’uomo. Per questo la conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa è di fondamentale importanza, come strumento per l’umanizzazione della vita sociale alla scuola del Vangelo.
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12 dic 2009
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
Eliana Baici
Razionale, egoista e individualista. Questo il ritratto di uomo dipinto dalle scienze economiche, che sta alla base del modello liberista. Una visione dell’uomo che difficilmente si concilia con l’atteggiamento di fraternità, che Benedetto XVI indica come obiettivo imprescindibile per un autentico sviluppo della società umana. Cercare di “Ricucire Vangelo ed Economia”, è allora un impresa impossibile? In un mondo in cui le risorse scarseggiano, l’uomo è obbligato all’efficienza, per soddisfare i propri bisogni. Per questo ogni attività economica è naturalmente orientata al massimo profitto, e contribuisce ad incrementare il bene comune, in una sorta di meccanismo perfetto in cui l’azione indipendente di ogni operatore economico si somma a quelle degli altri, realizzando inconsapevolmente il raggiungimento del massimo benessere. Questo è ciò che promette la teoria dell’economia di mercato. Un modello che però semplifica la realtà, spesso ben distante dalle condizioni ideali di perfetta concorrenza e trasparenza del mercato. E che “dimentica” che la qualità della vita non si misura solo con il reddito e con il prodotto interno lordo nazionale. Per questo le teorie economiche sono strumenti preziosi, ma insufficienti. Esse sono affidate alla responsabilità e alla valutazione etica di ogni uomo, delle formazioni sociali e delle istituzioni, chiamati a vegliare e ad agire per rimediare agli squilibri sociali e per garantire a tutti beni essenziali – come salute, giustizia e istruzione – che l’economia di mercato non potrà mai garantire a livelli sufficienti.
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09 gen 2010
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
Davide Maggi
Risparmio e investimento. Sono queste le parole chiave per comprendere la grave crisi finanziaria scoppiata in America nel 1929 e la crisi del 2008, le cui conseguenze hanno depresso l’economia planetaria, con le ripercussioni che stiamo vivendo in Italia e in Europa. Il surplus di ricchezza, generato dall’esuberante economia americana degli anni ’90, non è servito a produrre nuova ricchezza. Infatti, concentrata nelle mani di pochi ricchi, essa non ha aumentato il potere di acquisto della popolazione. Così il sistema produttivo americano, in mancanza di una crescente domanda interna, è divenuto meno attraente per gli investitori rispetto all’acquisto di titoli azionari, proposti da operatori senza scrupoli con la promessa di altissimi guadagni. A fronte, però, di rischi elevatissimi, purtroppo sottostimati dalle borse, in un clima di esuberanza che ha portato alle stelle le quotazioni di titoli privi di reale valore. Una vera “bolla” speculativa, sgonfiatasi dall’oggi al domani, travolgendo l’intero sistema economico, americano e poi mondiale. Un sistema che sta cercando faticosamente di ripartire, grazie a investimenti pubblici che stimolino la produzione e a sgravi fiscali che incentivino i consumi. Ma il bene più prezioso, polverizzato dal tracollo della finanza, è la fiducia reciproca tra gli attori economici, senza la quale è impossibile scambiare beni e concedere credito. Una fiducia che si può ricostruire solo imparando a vivere le attività produttive e finanziarie in una logica che metta al primo posto non il profitto, ma il servizio reso ai clienti e alla collettività. Una logica in cui il lavoro sia vissuto come un dono reciproco, che non strumentalizza nessuno, ma fa crescere tutti. Solo così la finanza potrà evitare le molteplici tentazioni cui è esposta e concorrere al bene comune.
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21 giu 2010
Ciclo di incontri:
Per la cruna dell'ago
Guido Lazzarini
Presentazione del libro del dott. Lazzarini
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