Documentazione evento:
Le predizioni di Gesù alla Madre
La settimana santa - Dialogo tra Maria e Gesù. Composizione medioevale tedesca
Quando Gesù dalla sua madre s’allontanò
e la grande settimana iniziò,
aveva Maria il cuore affranto
e al figlio domandò, di tristezza colma:
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nella domenica santa?
«Alla domenica sarò un re,
sotto i piedi abiti e palme mi stenderanno».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel lunedì santo?
«Al lunedì sono un viandante,
che in nessun luogo può trovar riparo».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel martedì santo?
«Al martedì sono per il mondo un profeta,
annuncio che cieli e terra passano».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel mercoledì santo?
«Al mercoledì sono tanto povero e da poco,
venduto per trenta denari d’argento».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel giovedì santo?
«Al giovedì sono nel cenacolo
l’agnello sacrificale nell’ultima cena».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel venerdì santo?
«O madre, tu, amatissima mamma,
potesse il venerdì rimanerti occulto!
Al venerdì, amatissima madre mia,
verrò inchiodato alla croce.
Tre chiodi, che mi trafiggono mani e piedi.
Non venir meno, mamma, la fine è dolce».
O figlio, tu, Gesù mio dolce,
che sarai tu nel sabato santo?
«Al sabato sono un chicco di grano,
che nella terra riceve nuova vita.
E alla domenica, rallegrati, madre mia,
sarò da morte risuscitato:
porto la croce con lo stendardo, nella mano:
allora tu mi vedi nuovamente, in nimbo di gloria».
N.B.: le foto riportate nella sezione "Galleria immagini" e in questa pagina sono state realizzate dal fotografo torinese Giuliano Marchisciano. L'indicazione del nominativo dell'autore è obbligatorio in caso di pubblicazione di dette foto in ottemperanza alle norme del Copyright.
__________________________________________________
(Avvenire, giovedì 8 maggio 2008 - p. 15) Torino – Sconcertante, e commovente. La nuova immagine della Sindone sembra danzare sul maxischermo poggiato nel presbiterio del Duomo di Torino. Lo zoom del computer permette di spostarsi rapidamente sui particolari del Telo, tornare sul «totale», mostrare in evidenza singoli punti: l’intero Lenzuolo è diventato un «file» (anche se non può girare su un normale personal e abbisogna di un software apposito). Il sistema di lettura è stato messo a punto dalla società Hal9000 (il nome del computer di «Odissea nello spazio»), che ricostruito l’immagine sindonica dai 1649 scatti effettuati durante l’ostensione privata del gennaio scorso. L’immagine è stata messa a disposizione del progetto «Passio 2008» della diocesi di Novara, e diventa ora di proprietà della Santa Sede, attraverso la Custodia torinese della Sindone. Don Silvio Barbaglia, biblista novarese ideatore e responsabile di «Passio 2008», e mons. Giuseppe Ghiberti, presiedente della Commissione torinese per la Sindone, hanno presentato i contenuti della serata e il suo «stile», che non è quello di uno spettacolo ma di una riflessione che apre sulla contemplazione e sulla preghiera.
Intorno a questa immagine «nuova», perché utilizzabile come mai è stato possibile in passato, è stata vissuta la festa liturgica della Sindone, martedì sera in Cattedrale. Gli esperti del Centro internazionale di Sindonologia di Torino hanno proposto una «rilettura» completa del Telo illustrandolo sul nuovo supporto informatico; e l’attrice Claudia Koll ha accompagnato la riflessione con la lettura di brani della Passione, dai Vangeli di Matteo e Giovanni, e con uno splendido testo della tradizione medievale tedesca, un dialogo tra Gesù e Maria che richiama toni e accenti delle «passioni» italiane, a cominciare da quelle di Jacopone da Todi.
Conclusioni del Custode della Sindone, il cardinale Poletto: il Lenzuolo, ha detto l’Arcivescovo di Torino, non è necessario alla fede. Ma una volta di più la scienza, con le sue acquisizioni, non fa che confermare quanto la Sindone «racconta» di quella fede che i Vangeli ci tramandano. Più si indaga, con gli strumenti scientifici, nella Passione di Cristo, più ci si ritrova di fronte ai dettagli che l’Uomo dei Dolori, il Crocifisso della Sindone, rivela.
Marco Bonatti