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Et elevatus est - Sacra rappresentazione sulla Passione di Cristo.
Documentazione
Documentazione evento:

"Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12,32). Questo versetto evangelico deve in qualche modo aver ispirato i fratelli artisti valsesiani Tanzio e Melchiorre D'Errico che nel 1600 si recarono a Roma in occasione dell'anno giubilare. Erano pellegrini così come tutti quelli che si portavano al Sacro Monte di Varallo nella loro natìa Valsesia ed erano profondamente coinvolti dal Mistero della Passione di Cristo. Lavorando quindi nelle cappelle della Passione al Sacro Monte cercarono di riprodurre con dipinti e sculture quel Mistero, rileggendo la loro esperienza di pellegrini per interpretare le attese e le sensazioni di tutti coloro che sarebbero saliti alla Nuova Gerusalemme voluta da Padre Caimi circa un secolo prima. Proprio da questo racconto prende spunto la rappresentazione – meditazione teatrale “Et elevatus est”, presentata a Cameri in Chiesa Parrocchiale sabato 23 febbraio nell'ambito del progetto “Passio – Cultura e arte attorno al mistero pasquale”. Scorrono i volti dei personaggi rappresentati nelle cappelle del Sacro Monte e il “volto dei volti”, quello di Cristo davanti agli spettatori che diventano anch'essi pellegrini come i fratelli D'Errico e quelli che si recavano a Varallo e possono così toccare i vari personaggi e incrociarne lo sguardo così come era nell'idea originaria di Padre Bernardino Caimi per la sua “Nova Jerusalem”. L'arte diventa preghiera e quindi, ad accompagnare le immagini delle cappelle, ecco le voci che proclamano testi poetici e drammatici delle quattordici stazioni della Via Crucis cosicchè lo spettatore, oltre a sperimentare l'esperienza del pellegrinaggio al Sacro Monte, può accompagnare idealmente l'Uomo di Galilea che sale, sofferente e sanguinante, verso il Monte Calvario e può portare con sé le sue croci quotidiane perchè “noi dobbiamo portare la croce prima che la Croce ci porti”.

 

Pietro Toscani


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