Documentazione evento:
TRA GLI “SCARTI” UMANI, UNA NUOVA “SETE” DI VITA
Don Ricca, Monnicchi e don Barbaglia spiegano parabole e dinamiche del desiderio
«Vivere con gli “scarti” della società». Anzi, dar loro un valore sfidando la cultura “usa e getta” della società dei consumi. Perché non si tratta di cose, ma di persone. Uomini e donne dal passato difficile, emarginati e rifiutati dalla società “bene” e che trovano una nuova vita, un nuovo senso anche all’essere stati “scarti umani” di questa società. È il “segreto” del movimento Emmaus, che Franco Monnicchi e Saverio, ospiti della comunità Emmaus di Boves, raccontano al pubblico radunato nel Seminario di Novara per il talk show intitolato “Avevo sete e mi avete dato da bere. Con i giovani, attingere alle sorgenti del desiderio” che, martedì 2 marzo, ha dato vita al secondo appuntamento del percorso “L’avete fatto a me. Le testimonianze dell’amore credibile” del progetto Passio. Una “sete” che è metafora del desiderio, spiega il conduttore – il giornalista e attore Gianni Dal Bello –, il desiderio di quel “di più” che dà senso alla vita e che porta purtroppo molti giovani a imboccare il vicolo cieco delle dipendenze, dell’alcolismo e della criminalità. Con esse si confronta quotidianamente don Domenico Ricca, salesiano e cappellano del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, che racconta il suo impegno, affinché i giovani detenuti si rieduchino ai desideri autentici della famiglia e dell’amore profondo, equilibrando la propensione al rischio – tipica dell’età giovanile – con il senso del limite. E di educazione del desiderio parla anche il biblista don Silvio Barbaglia. Un desiderio che diventa “sete” di Dio nel brano evangelico in cui Cristo incontra la Samaritana al pozzo di Sichar, e “sete” di Spirito nell’episodio delle nozze di Cana. Un desiderio infinito di Dio che Cristo stesso vive sulla croce, quando pronuncia le sue ultime parole: “Ho sete”.