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L'uomo bionico del futuro tra robotica e bioingegneria genetica. Fermarsi, informarsi e interrogarsi
Documentazione
Documentazione evento:

LA ROBOTICA È AMICA, SE È L’UOMO A CONTROLLARLA
Giovani ed esperti a confronto su robotica, bioingegneria e intelligenza artificiale

Non si può porre un limite al progresso scientifico. Ma è l’uomo stesso – l’artefice di questo progresso – a doversi porre dei limiti, nell’uso e nelle mete della scienza. È il messaggio emerso nell’incontro “L’uomo bionico del futuro tra robotica e bioingegneria genetica”, proposto giovedì 11 marzo nell’ambito delle iniziative di Passio 2010 presso l’Istituto tecnico industriale Fauser di Novara, e che ha visto esperti di ingegneria genetica e informatica, e un teologo, confrontarsi in un vivace dibattito con gli studenti degli istituti scolastici Fauser, Ravizza e Antonelli. Il progresso scientifico e tecnologico – ha detto il dottor Carlo Roccio, presidente di Fleming Research – è particolarmente evidente nelle applicazioni della microelettronica in campo medico, biologico e diagnostico che, negli ultimi anni, hanno fatto grandi passi avanti in termini di riduzione delle dimensioni delle sonde e di accuratezza e velocità delle loro risposte. È il caso, ad esempio, del nuovo stetoscopio che consente al medico di base di effettuare ecografie senza ricorrere all’intervento di specialisti. O quello delle tecniche di diagnostica molecolare avanzata, che permettono oggi di identificare precocemente cellule potenzialmente cancerogene. Moderne tecnologie, che promettono grandi progressi nelle cure mediche, ma che chiedono al tempo stesso una crescita culturale e un’interazione tra medici, biologi, informatici e ingegneri per applicarle al meglio,. Ma gli strumenti della tecnologia non sono oggi soltanto meri esecutori dei comandi umani. Essi infatti - in particolare i cosiddetti “robot” - stanno acquisendo una graduale autonomia decisionale. In che ambiti, e con che limiti? Una scelta non banale, che – secondo il professor Piero Torasso, docente di Informatica all’Università di Torino – deve essere dettata dalla fiducia che si ripone negli automi: nella loro affidabilità, e nel fatto che essi – dotati di una propria autonomia – non possano sfuggire al controllo umano. Perché la responsabilità finale è comunque dell’uomo, che deve valutare i rischi degli strumenti a sua disposizione, e a scegliere come e perché usarli. È il caso di Internet che – ha affermato il teologo don Sergio Chiesa – è una scoperta rivoluzionaria, paragonabile a quella dell’invenzione della stampa. Esso può essere uno strumento utilissimo per produrre e diffondere cultura, ma può essere nocivo se è usato semplicemente per stabilire rapporti interpersonali “virtuali”, evitando lo sforzo e la “fatica” che occorrono per crescere in umanità e per “costruire cammini nuovi”. E proprio sui rischi connessi all’uso delle tecnologie sono intervenuti gli studenti, nel corso del dibattito, esprimendo le proprie preoccupazioni sull’eccessivo ricorso alla robotica, sul possibile esaurimento delle risorse energetiche e sul rischio di un prevalere dell’intelligenza artificiale sull’intelligenza umana. Timori e perplessità cui gli esperti hanno risposto invitando alla fiducia nella scienza e nella sua capacità di dare risposte per orientare il futuro dell’umanità. Purché mete e direzioni di ricerca siano scelte con responsabilità, e a condizione che ciascuno coltivi in sé una forte “densità di umanità”. Nella consapevolezza che difficilmente si riuscirà a ricreare artificialmente sistemi con un intelligenza paragonabile a quella dell’uomo, i cui meccanismi sono per la maggior parte, ancor oggi, sconosciuti.


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11 mar 2010
Ciclo di Incontri: Passio 2010

L'uomo bionico del futuro, tra robotica e ingegneria genetica guarda il video

Carlo Roccio Piero Torasso , don Sergio Chiesa ,

Più "bionico". Ma sempre meno uomo? Il progresso delle bioingegnerie rende sempre più accessibile il ricorso a tecniche che migliorano le prestazioni del corpo umano. Ma quali sono i potenziali rischi per la salute e quali i risvolti psicologici - individuali e collettivi - di una cultura che coltiva il mito del "superuomo", costruito in laboratorio e in sala operatoria? Questi alcuni degli interrogativi messi a tema nell'incontro pubblico "L'uomo bionico del futuro, tra robotica e ingegneria genetica".



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