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Credo. Giovanni Paolo II. Un film di Alberto Michelini
Documentazione
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Il film proiettato venerdì sera all’auditorium della Banca Popolare di Novara nell’ambito di Passio
GIOVANNI PAOLO II, TESTIMONE DI CRISTO IN CAMMINO VERSO LA SANTITÀ
Il giornalista Alberto Michelini ha presentato il documentario Credo in cui rivivono le tappe del suo pontificato destinato a segnare la storia

«Inginocchiato in preghiera davanti al tabernacolo, nella sua cappella privata, immobile, con una luce che dall’alto pioveva proprio su di lui, bianco con la mantella, sembrava come un ghiacciaio innevato, con quella solidità che ti dava l’idea della solidità di Pietro». Così nelle parole di Alberto Michelini riaffiora uno dei ricordi più suggestivi di Giovanni Paolo II che il noto giornalista, a lungo tempo volto e voce del Tg1, ha condiviso con il pubblico commosso nel corso della presentazione e proiezione del suo film documentario “Credo. Giovanni Paolo II”, avvenuta venerdì sera all’auditorium della Banca popolare di Novara nell’ambito di Passio 2010.
Nella sua attività, Michelini, autore di dieci libri e venti video su papa Wojtyla, ha avuto modo di conoscerlo da vicino e personalmente: «è stata davvero una grande grazia per me» ha sottolineato, ripercorrendo le tappe principali di quel pontificato lungo 27 anni destinato a cambiare il mondo, a toccare nel cuore milioni di persone e a portare una rivoluzione incruenta nei paesi comunisti che ha ridato la libertà di professare la propria fede ai popoli dal Baltico al Mar Nero.
«Di fronte all’elezione di papa Wojtyla siamo stati sorpresi, alcuni erano scettici, ma alla fine tutti ne siamo rimasti conquistati. Di lui, mi hanno colpito soprattutto due cose: la sua incredibile capacità di preghiera e la sua capacità di amare. Ho capito come la santità che viveva personalmente, con questa sua visione contemplativa del mondo, fosse proprio la via per l’azione: contemplazione e azione erano due facce della stessa medaglia. Traeva la forza dalla sua capacità di preghiera e anche nelle messe con grandi pubblici, fino a cinque milioni di persone nelle Filippine a Manila, lo vedevi con gli occhi chiusi e le labbra che si muovevano impercettibilmente, pregava per quella folla sterminata, per quel Paese».
“Credo. Giovanni Paolo II” è un film documentario senza commento, nel quale a parlare sono direttamente le immagini dell’archivio del Centro televisivo vaticano e la voce stessa di Giovanni Paolo II, che affiora tra le arie e i canti religiosi magistralmente interpretati da Andrea Boccelli accompagnato dall’orchestra e dal coro dell’Accademia di Santa Cecilia. E così sullo schermo si alternano le immagini della morte e del funerale di papa Wojtyla e dei tre milioni di persone venute e portargli l’ultimo saluto, accompagnate dall’Ave Verum di Mozart, a quelle dell’elezione e dell’insediamento, a quelle dei primi viaggi in Messico e in Polonia, un papa nel pieno del suo vigore, che quasi avevano dimenticato abituati alle immagini degli ultimi tempi. «Mi ha colpito rivedederlo giovane dopo 30 anni – sottolinea Michelini –, e mi sono chiesto: ma io ho vissuto questo pontificato? Lui ha parlato con questa forza? Nel discorso dell’insediamento del 22 ottobre in cui disse “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo…” e concluse con la frase “Solo Lui sa cosa c’è dentro l’uomo, solo Lui lo sa!”», oppure quando disse “Solo Lui ha parole di Vita. Sì, di vita eterna!” c’è una forza che avevamo dimenticato».
E poi le immagini dell’attentato e del perdono di Agca: «Offro le mie sofferenze per la Chiesa e per il mondo». E ancora le immagini degli interminabili viaggi che lo hanno portato a testimoniare il Vangelo e la venuta di Cristo in ogni angolo del mondo e ad abbracciare tutti: «aveva una capacità di approccio e di rapporto con la gente, l’amore che trasferiva agli altri era palpabile, soprattutto ai bambini, ai più umili, ai più semplici, alla donna: sapeva essere fratello, padre e amico per tutti», ricorda Michelini.
Nei filmati riaffiora l’indignazione di Giovanni Paolo II contro il calpestamento dei diritti fondamentali della persona e i suoi appelli contro tutto ciò che umilia l’uomo e contro la guerra, si rivive lo spirito delle Giornati mondiali della gioventù – con il papa che fa auto–ironia sul bastone che lo accompagna ma non rinuncia a battere il tempo con i suoi giovani –, e la devozione filiale per la Madre Divina: «A te Maria ripeto Totus Tuus ego sum». E tanto altro.
«Non dobbiamo dimenticare di avere vissuto e di essere stati noi protagonisti di un momento forte, storico della nostra esistenza, non della nostra Italia o di Roma o di Novara ma del mondo intero» ha concluso Michelini. Anche don Silvio Barbaglia, responsabile del progetto “Passio 2010”, ha sottolineato quanto sia importante mantenere viva la memoria di questo grande testimone di Cristo in cammino verso la beatificazione.


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