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Una "Città della gioia" nella nostra città. Il messaggio e la testimonianza di Dominique Lapierre a Novara
Documentazione
Documentazione evento:

DOMINIQUE LAPIERRE INCONTRA GLI STUDENTI DI NOVARA
Uno delle più grandi coscienze critiche del nostro tempo a confronto con i giovani

Davanti al sorriso di un bambino lebbroso scoprire la bellezza della propria vita e domandarsi ciò che ognuno di noi può fare per gli altri. Questo è il senso del messaggio che con grande passione Dominique Lapierre, autore del famoso best seller “La città della gioia” e promotore di numerose iniziative di solidarietà per aiutare i più poveri dell’India, ha trasmesso agli studenti del Liceo Scientifico Antonelli e del Liceo Castelli nel corso dell’incontro di mercoledì 25 febbraio. Partendo dal racconto del suo primo viaggio in Messico all’età di 17 anni con pochissimi soldi, ha tracciato un entusiastico racconto della sua vita che lo ha portato, giovanissimo, a diventare scrittore di successo con i libri scritti insieme all’amico Larry Collins per arrivare a cinquant’anni alla decisione di voler combattere la povertà, dopo la scoperta delle miserie dell’India l’incontro con Madre Teresa di Calcutta, il simbolo universale della carità. “Sono soddisfatto perché ho scoperto epopee con eroi sconosciuti. Auguro anche a voi” – ha detto Lapierre rivolgendosi direttamente ai ragazzi-“ che nel vostro futuro possiate costruire una strada, che può cambiare le ingiustizie. Perché, come diceva madre Teresa, tutti noi possiamo portare compassione, là dove viviamo, con quello che abbiamo. Non è necessario né essere ricchi né andare a Calcutta.” Di fronte alle domande degli studenti sul significato della sua esperienza, il grande scrittore ha risposto che nel nostro mondo godiamo di tante opportunità che non riusciamo ad apprezzare. Come ad esempio la scuola, una possibilità che ben cento milioni di bambini non hanno, pur desiderandola ardentemente. Il sorriso di questi bambini, la loro voglia di sopravvivere è la “benzina” che consente di superare tutte le avversità. “Perciò sono tante le ragioni di speranza nella nostra epoca che non è peggiore di altre, nonostante la rappresentazione offerta dai mass media”, ha concluso con una ventata d’ottimismo.

QUANDO I GIOVANI DOMANDANO IL SENSO DELLA VITA
Giuliano Ladolfi

Ci sono incontri che lasciano il segno nei giovani, perché sanno toccare le corde dei loro autentici bisogni, perché riescono a porsi in sintonia con la loro ricerca e sono in grado di aprire orizzonti di senso nel loro progetto di vita. L’esito dell’incontro con Dominique Lapierre avvenuto il 24 febbraio scorso al Liceo Scientifico “Antonelli” di Novara all’interno del programma culturale “Passio”, promosso dalla Diocesi, non lascia dubbi: le domande rivolte allo scrittore hanno posto a nudo quei segreti pensieri che spesso essi non osano confidare neppure a se stessi.
I nostri giovani sono ben diversi dall’immagine divulgata di superficialità, di irresponsabilità, di menefreghismo; a volte assumono una maschera per convenzione, talora per paura, talaltra per difesa, ma, quando una voce autorevole li provoca (nel senso etimologico di “chiamare davanti”), non si sottraggono all’imperativo di una riflessione. Andrea, colpito dalla descrizione di bambini che conservano il sorriso nella miseria, nell’analfabetismo coatto, nel degrado, domanda quale sia la maledizione che ha colpito le persone dell’Occidente opulento incapaci di valorizzare i beni che posseggono. Lo scrittore risponde che dovunque si può trovare la gioia, quella gioia che deriva dal dono, dal superamento dell’egoismo, dalla capacità di apprezzare i doni concessi da Dio: «Siete studenti. Pensate che 100 milioni di vostri coetanei, pur volendo, non hanno la vostra fortuna di frequentare una scuola ben organizzata che prepara alla vita». A Giulio, che domanda se la felicità consista fondamentalmente nel fare del bene, Lapierre chiarisce che tutti possono aiutare le persone che stanno attorno e che proprio in questo sta il segreto della felicità: non c’è bisogno di andare a Calcutta per vivere un’esperienza di generosità. Eleonora chiede se egli abbia scoperto il segreto dell’esistenza umana. L’autore conferma che l’entusiasmo di vivere gli viene comunicato da quei bimbi poveri, laceri, privi di prospettive, cui riesce a procurare conforto; essi cambiano la vita delle persone che incontrano e distruggono indifferenza e apatia.
Le domande e le risposte colpiscono le giovani menti proprio per lo sconvolgimento dei comuni obiettivi esistenziali, propagandati dai media e dalla cultura emporiocentrica che propone come ideali il successo, il denaro, il potere, la carriera. Gli eroi di Dominique Lapierre sono i piccoli, i diseredati, i lebbrosi, Madre Teresa di Calcutta, altre sconosciute “madriterese”, il medico Lambert, Nelson Mandela che hanno avuto ed hanno il coraggio di vivere fino in fondo la legge dell’amore, perché la “città della gioia” non si trova né nelle ville di Holliwood né nella Borsa di Wall Street e neppure negli spogliatoi dei superpagati campioni di calcio o tra i cantanti o tra i divi televisivi; la gioia si trova nella difficile vita del bimbo che ogni mattina deve recarsi al pozzo per attingere acqua per la famiglia, nel lavoro dell’uomo-cavallo che ogni giorno con il risciò percorre le vie di Calcutta, ma soprattutto in coloro che dedicano la vita ad alleviare le sofferenze altrui. Lo scrittore non chiede a nessuno un tale eroismo, scuote le coscienze dei presenti invitandoli a coltivare ogni momento la “cultura del dono”, perché “tutto ciò che non viene donato, è perduto”. Egli colpisce il cuore di questi giovani non con l’eloquenza o con la sapienza, non con la cultura o con la scienza, ma con la credibilità che deriva dalla testimonianza, perché, come diceva il giudice Livatino, oggi abbiamo bisogno non di persone credenti, ma di persone credibili. E questo è l’obiettivo massimo per uno scrittore.
 


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24 feb 2010
Ciclo di Incontri: Passio 2010

Dominique Lapierre al Liceo Antonelli guarda il video

Dominique Lapierre Giuliano Ladolfi ,

Dominique Lapierre incontra i giovani studenti del liceo scientifico A. Antonelli con la partecipazione del liceo sociale Castelli di Novara per una testimonianza della sua opera di scrittore. Personaggio di fama internazionale capace di comunicare con grande intensità ai giovani.



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