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Ermeneutica ed esegesi biblica |
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Cicli di lettura della Bibbia
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Viene fornita di seguito tutta la documentazione presente nel sito relativa ai testi, ai files audio e ai video prodotti per le lezioni dei cicli di incontri del progetto "Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale" tenuti dal prof. don Silvio Barbaglia, docente di scienze bibliche.
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Sono stati trovati 73 documenti
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Sono stati trovati 147 audio
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27 ott 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Un “resoconto ordinato” degli eventi, frutto di ricerche accurate e del racconto di testimoni oculari. È l’obiettivo ambizioso enunciato nel prologo del Vangelo Luca, che sembra purtroppo tradito un attimo dopo, nel racconto—inverosimile sul piano storico—di Zaccaria, che nel tempio è visitato da un angelo. Una sorta di “favola”, agli orecchi del lettore odierno, erede dei concetti di storia e storiografia elaborati dal pensiero positivista. Ma il “teofilo”, cui il Vangelo è rivolto, respira un’altra cultura, e coglie nel testo l’eco dei racconti fondativi della storia di Israele, che illuminano con straordinaria efficacia la vicenda di Cristo. Un testo che—con sapiente retorica—costruisce le vicende originarie di Cristo e di Giovanni Battista, intrecciandole fra loro e diversificandole in alcuni punti nodali. I nomi stessi di Zaccaria e di Elisabetta—genitori di Giovanni—, la loro appartenenza alla tribù sacerdotale e l’assenza di figli forniscono importanti indizi nella costruzione della rete di senso offerta dal testo.
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03 nov 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
“Storia” o “fantasia”? Avvicinarsi al testo evangelico con i nostri criteri—moderni ma molto ingenui—su cosa è “storia” rischia di portarci fuori strada. Ma anche il pensare che il contenuto del testo si fermi alla lettera è un grave errore. Occorre invece far parlare il testo di Luca per quello che effettivamente vuol dire, nel suo stile di raffinato midrash di testi dell’Antico Testamento, che—ben lontano da un “cut and paste” casuale—richiama gli antichi racconti per riplasmarne il significato nell’annuncio del nuovo. Il racconto del concepimento di Giovanni il Battista riecheggia infatti i testi della nascita di Isacco, Giacobbe, Sansone e Samuele. Conoscerli e comprenderli in profondità rende eloquenti aspetti del testo di Luca, altrimenti inspiegabili.
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17 nov 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Il Tempio. Un luogo speciale, unico in Israele, quello in cui Zaccaria riceve in visione l’annuncio divino. È lo stesso luogo in cui il profeta Daniele, immerso nella preghiera, riceve—anch’egli da Gabriele—l’annuncio della fine della schiavitù di Israele. Il figlio annunciato ha un nome speciale—Giovanni—, che significa “il Signore ha misericordia”. Come il padre egli sarà sacerdote, ma oltre a ciò sarà consacrato al Signore come nazireo sin dal seno materno, come è accaduto a Sansone. E sarà inviato al popolo di Israele per preparare la venuta del Signore, realizzando la missione affidata a Elia, il profeta, rapito al cielo alla fine dei suoi giorni, di cui Malachia ha predetto il ritorno, quando si compiranno le promesse di Dio. Ma prima Zaccaria sarà muto, incapace di parlare. Come accadde al profeta Ezechiele, cui il Signore apparso in visione comanda il silenzio, fino al giorno della disfatta di Gerusalemme, quando Israele, toccato il fondo del baratro della sua storia sventurata, potrà tornare a sperare nella salvezza operata da Dio.
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24 nov 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Nella remota Galilea, nell’ignoto villaggio di Nazaret, in un umile casa e a una donna, per giunta vergine! L’annuncio di Gabriele risuona nel contesto più misero e umile, così lontano da quello rivolto a Zaccaria, sacerdote, maschio, che officia nel Tempio—il luogo più sacro che esista—, nel cuore di Gerusalemme, centro della Giudea, la terra del grande re Davide. Ma proprio qui Dio si renderà presente, come lo è nell’arca dell’alleanza conservata nel Santo dei Santi, grazie all’ingresso del messia nella storia dell’uomo. “Rallegrati, piena di grazia!”, annuncia Gabriele a Maria. Parole che riecheggiano l’invito alla gioia dei profeti Zaccaria e Sofonia, che annunciano a Gerusalemme la misericordia di Dio di cui sarà colma, il ritorno dall’esilio, la ricostruzione e l’avvento del regno di Dio. Maria riceve l’annuncio rivolto alla “figlia di Sion”, all’Israele fedele che attende il suo Dio. Per questo le parole dell’angelo risuonano pregne di senso ai suoi orecchi. E la riempiono di turbamento, perché Gesù—il Figlio annunciato—non sarà il messia trionfante che tutti attengono, ma il messia sofferente, inchiodato alla croce. E se Elisabetta è resa feconda da Dio, che rimedia alla sua innaturale sterilità, qui Dio viene a turbare, con il suo intervento, il normale decorso della vita di sposa e—si spera—di madre cui Maria è già promessa, generando in lei un figlio nel modo che mai prima la Scrittura ha narrato. Maria, la Gerusalemme fedele, vede così “entrare” in sé il messia, secondo le profezie, che si realizzano in modo inatteso e simbolico nel suo corpo, con la gravidanza.
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01 dic 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Maria saluta Elisabetta, e il piccolo Giovanni “saltella” nel petto della madre. Nulla di strano, nella fisiologia della maternità, se non fosse per quel che accade a Elisabetta, che a quel gesto—riempita di Spirito Santo—intuisce il mistero che abita in Maria. Il saltello di Giovanni nel ventre della madre diviene così simile alla danza di David davanti all’arca che entra in Gerusalemme, e all’esultare di Elia, che—secondo la profezia di Malachia—annuncerà l’arrivo del Signore, accogliendolo come i giusti di Israele, che usciranno “saltellanti come vitelli dalla stalla”. E Maria si fa interprete dell’Israele fedele, e scioglie a Dio un canto di lode—il Magnificat—, sintesi delle attese della Scrittura. Maria si appresta quindi a fare le valigie per tornare a Nazaret. Non prima, probabilmente, di aver assistito alla nascita di Giovanni e aver prestato i primi aiuti alla cugina partoriente.
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15 dic 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Johannan, “Il Signore ha misericordia”. È il nome della svolta, che Elisabetta chiede per il figlio appena nato, e che compie l’attesa espressa nel nome del padre Zaccaria, “Dio si è ricordato”. E Zaccaria torna a parlare, come Ezechiele che profetizza l’avvento del Messia. A lui Giovanni preparerà la strada, come Elia che annuncia il “sole di giustizia” promesso nel libro di Malachia. Giuseppe intanto apprende che Maria è rimasta incinta quando – benché sposati – non sono ancora conviventi. La situazione è spinosa, e la esporrebbe con il Figlio a vergogna ed emarginazione. Ma Giuseppe, avvertito in sogno, si conferma suo sposo, diventando anche padre – adottivo – di Gesù, Giuseppe quindi da Betlemme giunge a Nazaret, per darvi inizio, prima del previsto, alla convivenza famigliare. Ma la coppia si dirige presto verso Betlemme – la casa di Giuseppe – a motivo del censimento, verso la casa del marito, che è dimora naturale di una nuova famiglia nel costume ebraico. E qui nasce Gesù. Ma dove? Tra gli animali, nella stalla al “piano terra” della casa di Giuseppe, in cui egli e Maria si sono sistemati già da tempo, e dove resteranno per circa due anni ancora. Una lettura, certo, lontana dalla tradizione, che vede Giuseppe giungere in Betlemme, con Maria in preda alle doglie, e bussare inutilmente alle porte dell’albergo per rifugiarsi quindi in fretta in una grotta, dove la moglie partorisce. Un quadro poetico, simbolo di povertà ed emarginazione sociale. Ma il testo, incrociato col contesto, pare andare in un’altra direzione. Quella della vita quotidiana e “normale” di una famiglia di Giuda, nella piccola Betlemme, in cui il Figlio di Dio si fa presente.
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22 dic 2010
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
In veglia nella notte, a guardia del gregge. I pastori, che attendono il messia annunciato da Ezechiele, sono visitati dal messaggero di Dio e vedono la gloria del Signore, mentre una liturgia celeste celebra i promessi doni messianici: gloria a Dio, e pace agli uomini. Nella città di Davide è nato il Messia, che dovranno riconoscere in un segno: un bimbo avvolto in fasce, deposto tra gli animali della stalla. Come il Cristo che, morto e avvolto nel sudario, è vivo nella sua Chiesa. È il mistero pasquale, di cui loro – i pastori della Chiesa nascente – sono custodi e testimoni. È il mistero che annunciano a Maria, e che riecheggia nel Tempio, in cui Simeone, intuendo il compimento delle attese, rivela a Maria il prezzo di dolore e morte che Gesù e lei stessa dovranno sopportare. Ma lo sgomento di Maria raggiunge il culmine quando Gesù dodicenne, raggiunta la maggiore età, nella festa di Pasqua scompare per tre giorni, e, ritrovato nel Tempio, chiede “perché mi cercavate?”. Sintomo di un “arrancare” umano di Maria, in difficoltà nel comprendere e accettare la logica di Dio nel percorso difficile del Figlio.
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19 gen 2011
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Dodici. Il numero delle tribù di Israele scandisce la successione dei testi nel canone biblico ebraico. Dodici infatti sono i suoi primi libri (5 della Torah e i 7 Profeti anteriori), dodici – riuniti in un unico rotolo – i Profeti posteriori, e infine dodici gli Scritti, che completano la raccolta. Una scelta non casuale, che esprime l’anelito di Israele – disperso nella diaspora – a ritrovare la sua unità di popolo santo. Tre, invece, è il numero delle sezioni in cui il testo è diviso, con programmatico intento rivolto ai lettori, chiamati all’ascolto fedele della Parola di Dio contenuta nella Torah, alla sua attualizzazione nella storia sull’esempio dei Profeti, e – leggendo gli Scritti – a riportare alla vita la Parola divenuta Scrittura. E in questa terza sezione di Scritti è collocato il libro di Rut dal canone ebraico, che ad esso dedica un ruolo speciale, fra le cinque Meghillot – i testi letti nelle feste di pellegrinaggio –, come testo liturgico della festa di Pentecoste. Ma il rigido ordine numerico e tripartito del canone ebraico viene sconvolto dalla nascente tradizione cristiana, nella “sua” Bibbia in lingua greca della versione dei LXX. In essa Rut è collocata fra libri storici, tra Giudici e il primo libro dei Re. Una scelta non casuale, che valorizza elementi del testo riletti in chiave cristiana. E Rut così finisce col diventare il prologo cristiano alla storia di David, istruendo il lettore perché ne legga la vicenda in chiave messianica.
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25 ott 2011
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Un testo apocrifo, cioè “nascosto”. Il Protovangelo di Giacomo appartiene a quell’insieme di testi che la Chiesa ha con il tempo ha ritenuto inadatti o fuorvianti nel condurre all’incontro con Cristo. Una scelta che è frutto di un vivace dibattito tra le molteplici esperienze cristiane cresciute tra il II e IV secolo. Fondate su autorevoli tradizioni apostoliche e accomunate dalla presenza tangibile dello Spirito Santo, le Chiese appaiono divise da contrastanti visioni teologiche, che si confrontano in un processo dialettico, alla ricerca del vero volto di Cristo. Questione cruciale, in un contesto culturale permeato da una forte domanda di salvezza e che – a differenza di oggi – presuppone l’esistenza di una verità e di una profonda continuità tra parola e realtà. Ma il dibattito infuria anche nei confronti dei giudaismi non cristiani e del paganesimo, che cercano di screditare la novità offerta dalla via di Gesù, attaccandone il fondamento, cioè l’origine e la natura di Gesù stesso. Ne abbiamo un eco nel Contra Celsum di Origene, che attesta la presenza di tesi che vedono in Gesù non il figlio di Dio, ma di un soldato romano di nome Pantera, unitosi a Maria in una relazione adulterina, dissimulata poi dai cristiani con la “fandonia” della nascita miracolosa e verginale, presa a prestito dai coevi culti misterici. Il Protovangelo di Giacomo si colloca in questo dibattito come scaltra azione di propaganda, grazie a una narrazione che salvaguarda l’origine divina di Gesù col nobilitre al massimo anche quella della madre Maria. Maria appare lei stessa frutto di un concepimento miracoloso, consegnata al Signore fin dalla nascita, vergine purissima al servizio del Tempio. Una vera “campionessa” della purezza e della verginità, che nessun avversario deve più azzardarsi a scalfire.
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08 nov 2011
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
“Protovangelo”. Un nome che indica come il racconto preceda quello evangelico e lo prepari, narrando la storia dell’origine di “nostra Signora Maria”. E il Protovangelo di Giacomo descrive l’origine di Maria con tratti miracolosi ed eccezionali, che vanno a rispondere alle infamie che – negli ambienti giudaici e pagani – si sono diffuse a screditare l’origine di Gesù. Gioacchino, suo padre, è descritto come uomo ricco, generoso nelle offerte al Tempio e benedetto da Dio. Ma Ruben, suo antagonista, gli contesta la sua assenza di discendenza, incompatibile, in Israele, con lo status di uomo giusto. Gioacchino si ritira in preghiera nel deserto, in 40 giorni che riecheggiano il quarantennale vagare di Israele nel deserto e anticipano i 40 giorni di tentazione di Cristo. Anna, sua moglie, sola e amareggiata, rifiuta di unirsi alla festa del Tempio, prega e piange nel giardino la sua sterilità, nota stonata in un creato che Dio ha voluto fecondo. Ma un angelo la raggiunge e le annuncia che il Signore l’ha esaudita, concepirà e delle sua prole parlerà tutta la terra. Subito dopo due messi la avvertono che anche Gioacchino è stato avvisato da un angelo che lei… ha concepito!, e la sta raggiungendo. Anna così ha concepito, in assenza del marito, un figlio che entra nel loro amore di coppia in maniera miracolosa, come scollegata da un unione carnale dei coniugi.
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