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29 ott 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Il libro dei Giubilei è un midrash della Torah, che accentua l’importanza del mondo degli angeli, intermedi tra Dio e l’uomo, e il valore simbolico del tempo nel contesto liturgico del calendario dei sabati. In esso, Abramo è presentato come l’uomo giusto sul quale, nei cieli, si gioca una sfida tra Dio è il principe Mastemà, simile a quella che nella Bibbia si svolge tra Dio e il Satan rispetto a Giobbe. Abramo è chiamato a offrire suo figlio in sacrificio su un monte, in luogo non nominato. Ma prima che Abramo stenda la mano sul figlio, l’angelo della presenza (io narrante del racconto) glielo impedisce, riconfermando la sua chiamata ad essere padre di moltitudini. Allora scopriamo che il monte del sacrificio è il Sion, il luogo del tempio, luogo della presenza di Dio cui Abramo dà nome “Il Signore ha visto”.
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05 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Si apprende dagli angeli della presenza, che rivelano a Mosè la storia delle origini, che loro stessi sono i misteriosi tre personaggi apparsi ad Abramo alle Querce di Mamre. E si scoprono inediti retroscena circa la successione di Giacobbe nella linea della primogenitura: Giacobbe, che dimora presse le tende e ha appreso l’arte sacra della scrittura, è preferito dal nonno Abramo che intravede in lui il discendente benedetto da Dio, con le stesse benedizioni riservate a lui e ai precedenti patriarchi fino a partire da Adamo. Si allea quindi con Rebecca, e, in procinto di morire, “scavalca” Isacco, benedicendo lui stesso Giacobbe come suo successore. Un’importanza grandissima data alla figura di Abramo che può riecheggiare dibattiti tra Samaritani e Giudei dell’epoca in cui il libro è stato scritto. La morte di Abramo è spunto per riflettere sulla durata della vita umana, in chiave protologica ed escatologica: dai mille anni degli inizi si è giunti ai 70-80 di oggi, ma in futuro, dopo che l’abiezione umana sarà giunta alla massima profanazione del tempo e dello spazio santo, la vita umana, liberata dal peccato, tornerà a crescere, fino a vivere di nuovo mille anni.
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12 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Abbandonati gli idoli, Giacobbe e il suo popolo costruiscono in Betel il santuario in cui renderanno culto a Dio. E in occasione della sua consacrazione, Isacco benedice Levi e Giuda, figli di Giacobbe, fin da ora titolari, con la loro discendenza, del potere sacerdotale e del potere regale, strettamente connessi tra loro, con il primo preminente sull’altro. Levi è rivestito degli abiti sacerdotali e dimora in Betel come sacerdote. La narrazione prende così una posizione di sapore antigiudaico, che vede in Betel non una semplice tappa verso il definitivo santuario di Gerusalemme, in cui la tradizione biblica colloca l’unico culto legittimo. Dopo sette giorni di festa di dedicazione del santuario, nell’ultimo giorno aggiuntivo Giacobbe riceve da un angelo disceso dal cielo sette tavole che rivelano la futura storia di Israele, che egli dovrà trascrivere e tramandare. Gli si annuncia che andrà in Egitto, dove morirà.
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19 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Giuseppe, venduto dai fratelli gelosi, finisce in Egitto ed è servo di Potifar, eunuco del faraone, che lo mette a capo di tutti i suoi averi perché capisce che Dio benedice tutto ciò che egli fa. Giuseppe rifiuta gli approcci sessuali della moglie di Potifar con motivazioni rinforzate, rispetto alla Genesi, dal divieto consegnato nella legge ricevuta dai padri, chi infrange la quale merita la morte. Giuda, al contrario, sceglie di unirsi in moglie a una straniera, ma un complicato svolgersi dei fatti fa sì che abbia discendenza dalla nuora Tamar, a cui si unisce credendola una prostituta. Questa unione sessuale – dipinta in Genesi come la semplice caduta di Giuda nel tranello di Tamar che lo incastra per avere da lui il figlio di cui ha diritto – è qui percepita come un grave infrangimento della Legge, per il quale Giuda è perdonato a causa del suo successivo profondo pentimento. Giuda è così riconciliato con Dio e la sua stirpe, a cui appartiene il re David, discende dall’ebrea Tamar e non dalla moglie straniera di Giuda.
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26 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Giacobbe scende in Egitto con i suoi figli, che incontrano Giuseppe, e si stabiliscono nel territorio di Goshen. Giacobbe muore, dopo aver consegnato a Levi tutte le cose scritte da lui e dai suoi padri, una sorta di tradizione dei padri che si unisce alla rivelazione che Mosè sta ricevendo dall’angelo della presenza. Il popolo di Israele cresce ma, con la morte di Giuseppe e con l’avvento di un nuovo faraone, il clima di pace tra Egitto e Canaan si incrina, e Israele, che proviene dalla terra stessa di Canaan, è visto come una minaccia in Egitto, e quindi oppresso. Ma Dio si vendica, come goel di Israele, che, guidato da Mosè, esce dall’Egitto, nonostante l’azione contraria di Mastemà, che viene imprigionato dagli angeli della presenza, ma liberato perché possa compiere la strage dei primogeniti d’Egitto, che ha valore simbolico di arresto della propagazione del male, simboleggiato dal faraone che vuole sostituirsi a Dio. La festa di Pasqua è memoria del rinnovarsi dell’alleanza con Dio del popolo che abbandona il Dio-faraone, e perciò prescritta con particolare solennità, sottolineata dal comando di celebrarla senza rimandi nel giorno prescritto e consumando nel tempio le carni degli agnelli sacrificati.
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03 dic 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Nell’ultimo capitolo del libro Mosè riceve un ammonimento finale sul rispetto del sabato, nel suo significato cultuale. Un giorno dedicato al Signore, “santo”, cioè separato dal resto del tempo, come Israele è chiamato ad essere santo per Dio, separato dagli altri popoli. Chi non rispetta questo giorno sacro si allontana da Dio, la fonte della vita, per avvicinarsi agli idoli, fonte della morte. È la legge scritta dall’angelo della presenza sulle tavole del cielo, consegnate a Mosè, le tavole con il calendario liturgico. Il calendario dei sabati ritma in modo evidente il libro dei Giubilei ma anche i testi biblici, dalla Genesi a II Re, come emerge – ad esempio – da una lettura attenta del libro dell’Esodo. La visione della storia dell’Antico e del Nuovo Testamento è permeata da un significato liturgico del tempo, fondamentale per la comprensione dei test e ben lontano dalle supposte visioni ciclica e rispettivamente lineare che molti studiosi hanno voluto vedere rispettivamente nel pensiero ebraico e cristiano. Questa visione del tempo, affidata alla sapienza di Dio, è anche presente nel libro del Qoelet, che affianca alla logica ciclica di ciò che accade “sotto il sole” la visione di speranza illuminata dalla logica di ciò che accade “sotto il cielo”.
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29 ott 2008
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Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Il libro dei Giubilei è un midrash della Torah, che accentua l’importanza del mondo degli angeli, intermedi tra Dio e l’uomo, e il valore simbolico del tempo nel contesto liturgico del calendario dei sabati. In esso, Abramo è presentato come l’uomo giusto sul quale, nei cieli, si gioca una sfida tra Dio è il principe Mastemà, simile a quella che nella Bibbia si svolge tra Dio e il Satan rispetto a Giobbe. Abramo è chiamato a offrire suo figlio in sacrificio su un monte, in luogo non nominato. Ma prima che Abramo stenda la mano sul figlio, l’angelo della presenza (io narrante del racconto) glielo impedisce, riconfermando la sua chiamata ad essere padre di moltitudini. Allora scopriamo che il monte del sacrificio è il Sion, il luogo del tempio, luogo della presenza di Dio cui Abramo dà nome “Il Signore ha visto”.
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05 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Si apprende dagli angeli della presenza, che rivelano a Mosè la storia delle origini, che loro stessi sono i misteriosi tre personaggi apparsi ad Abramo alle Querce di Mamre. E si scoprono inediti retroscena circa la successione di Giacobbe nella linea della primogenitura: Giacobbe, che dimora presse le tende e ha appreso l’arte sacra della scrittura, è preferito dal nonno Abramo che intravede in lui il discendente benedetto da Dio, con le stesse benedizioni riservate a lui e ai precedenti patriarchi fino a partire da Adamo. Si allea quindi con Rebecca, e, in procinto di morire, “scavalca” Isacco, benedicendo lui stesso Giacobbe come suo successore. Un’importanza grandissima data alla figura di Abramo che può riecheggiare dibattiti tra Samaritani e Giudei dell’epoca in cui il libro è stato scritto. La morte di Abramo è spunto per riflettere sulla durata della vita umana, in chiave protologica ed escatologica: dai mille anni degli inizi si è giunti ai 70-80 di oggi, ma in futuro, dopo che l’abiezione umana sarà giunta alla massima profanazione del tempo e dello spazio santo, la vita umana, liberata dal peccato, tornerà a crescere, fino a vivere di nuovo mille anni.
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12 nov 2008
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Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Abbandonati gli idoli, Giacobbe e il suo popolo costruiscono in Betel il santuario in cui renderanno culto a Dio. E in occasione della sua consacrazione, Isacco benedice Levi e Giuda, figli di Giacobbe, fin da ora titolari, con la loro discendenza, del potere sacerdotale e del potere regale, strettamente connessi tra loro, con il primo preminente sull’altro. Levi è rivestito degli abiti sacerdotali e dimora in Betel come sacerdote. La narrazione prende così una posizione di sapore antigiudaico, che vede in Betel non una semplice tappa verso il definitivo santuario di Gerusalemme, in cui la tradizione biblica colloca l’unico culto legittimo. Dopo sette giorni di festa di dedicazione del santuario, nell’ultimo giorno aggiuntivo Giacobbe riceve da un angelo disceso dal cielo sette tavole che rivelano la futura storia di Israele, che egli dovrà trascrivere e tramandare. Gli si annuncia che andrà in Egitto, dove morirà.
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19 nov 2008
Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Giuseppe, venduto dai fratelli gelosi, finisce in Egitto ed è servo di Potifar, eunuco del faraone, che lo mette a capo di tutti i suoi averi perché capisce che Dio benedice tutto ciò che egli fa. Giuseppe rifiuta gli approcci sessuali della moglie di Potifar con motivazioni rinforzate, rispetto alla Genesi, dal divieto consegnato nella legge ricevuta dai padri, chi infrange la quale merita la morte. Giuda, al contrario, sceglie di unirsi in moglie a una straniera, ma un complicato svolgersi dei fatti fa sì che abbia discendenza dalla nuora Tamar, a cui si unisce credendola una prostituta. Questa unione sessuale – dipinta in Genesi come la semplice caduta di Giuda nel tranello di Tamar che lo incastra per avere da lui il figlio di cui ha diritto – è qui percepita come un grave infrangimento della Legge, per il quale Giuda è perdonato a causa del suo successivo profondo pentimento. Giuda è così riconciliato con Dio e la sua stirpe, a cui appartiene il re David, discende dall’ebrea Tamar e non dalla moglie straniera di Giuda.
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Ciclo di incontri:
Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Giacobbe scende in Egitto con i suoi figli, che incontrano Giuseppe, e si stabiliscono nel territorio di Goshen. Giacobbe muore, dopo aver consegnato a Levi tutte le cose scritte da lui e dai suoi padri, una sorta di tradizione dei padri che si unisce alla rivelazione che Mosè sta ricevendo dall’angelo della presenza. Il popolo di Israele cresce ma, con la morte di Giuseppe e con l’avvento di un nuovo faraone, il clima di pace tra Egitto e Canaan si incrina, e Israele, che proviene dalla terra stessa di Canaan, è visto come una minaccia in Egitto, e quindi oppresso. Ma Dio si vendica, come goel di Israele, che, guidato da Mosè, esce dall’Egitto, nonostante l’azione contraria di Mastemà, che viene imprigionato dagli angeli della presenza, ma liberato perché possa compiere la strage dei primogeniti d’Egitto, che ha valore simbolico di arresto della propagazione del male, simboleggiato dal faraone che vuole sostituirsi a Dio. La festa di Pasqua è memoria del rinnovarsi dell’alleanza con Dio del popolo che abbandona il Dio-faraone, e perciò prescritta con particolare solennità, sottolineata dal comando di celebrarla senza rimandi nel giorno prescritto e consumando nel tempio le carni degli agnelli sacrificati.
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Prendi e leggi! La Bibbia nel cuore della cultura occidentale
don Silvio Barbaglia
Nell’ultimo capitolo del libro Mosè riceve un ammonimento finale sul rispetto del sabato, nel suo significato cultuale. Un giorno dedicato al Signore, “santo”, cioè separato dal resto del tempo, come Israele è chiamato ad essere santo per Dio, separato dagli altri popoli. Chi non rispetta questo giorno sacro si allontana da Dio, la fonte della vita, per avvicinarsi agli idoli, fonte della morte. È la legge scritta dall’angelo della presenza sulle tavole del cielo, consegnate a Mosè, le tavole con il calendario liturgico. Il calendario dei sabati ritma in modo evidente il libro dei Giubilei ma anche i testi biblici, dalla Genesi a II Re, come emerge – ad esempio – da una lettura attenta del libro dell’Esodo. La visione della storia dell’Antico e del Nuovo Testamento è permeata da un significato liturgico del tempo, fondamentale per la comprensione dei test e ben lontano dalle supposte visioni ciclica e rispettivamente lineare che molti studiosi hanno voluto vedere rispettivamente nel pensiero ebraico e cristiano. Questa visione del tempo, affidata alla sapienza di Dio, è anche presente nel libro del Qoelet, che affianca alla logica ciclica di ciò che accade “sotto il sole” la visione di speranza illuminata dalla logica di ciò che accade “sotto il cielo”.
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