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cultura e arte attorno al mistero pasquale 1° Marzo - 3 Maggio 2006
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Liturgia eucaristica

ANNUNCIO DELLA PASQUA NEL LUOGO DEI SEPOLCRI DELLA CITTÀ

domenica 16 aprile 2006

Ore 7,00 - 9,00
Presentazione evento:

Dal Vangelo secondo Luca (24,1-12)

La tomba vuota. Messaggio dell’angelo

1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6 Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”. 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole.

Gli apostoli rifiutano di credere alle chiacchiere delle donne

9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10 Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.

Pietro alla tomba

12 Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.

Invito a rivivere nella memoria quel mattino di Pasqua di circa 2000 anni fa

  • Ore 7,00 All'interno del cimitero cittadino di Novara, presso il sepolcro vuoto e l'angelo della resurrezione (entrati nel cimitero a destra) collocati nel "giardino della resurrezione" verrà annunciata la Pasqua alla presenza di tutti coloro che vorranno partecipare come le donne, di buon mattino, in quel primo giorno dopo il sabato. Il movimento ecclesiale del Rinnovamento nello Spirito animerà l'incontro con canti e suoni di gioia. Presiederà l'azione liturgica don Silvio Barbaglia, responsabile del progetto "Passio 2006".
  • Ore 7,20 Dopo l'annuncio del risorto ci si dirigerà in processione verso il Colle della Vittoria e si salirà su di esso portando l'insegna del risorto, con la scritta "Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui, è risorto!" (Lc 24,5-6).
  • Ore 7,30 Dalla piazza della Chiesa di San Nazzaro della Costa si entrerà solennemente in Chiesa cantando e innenggiando alla resurrezione di Cristo e seguirà la celebrazione dell'Eucaristia animata dal movimento ecclesiale del Rinnovamento dello Spirito.

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Documentazione sull'evento:

"Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato" (Vangelo di Luca, 24,1). Vestite di abiti candidi, tre giovani donne, nella memoria di quel gesto di pietà verso Gesù, si recano nel luogo dei sepolcri. Dolore, sintonia con l'altrui dolore, memoria e affetto che supera la morte, di cui l'animo femminile, predisposto all'accoglienza della vita e al suo nutrimento, è originariamente capace. Recano in mano un mazzo di fiori, tributo di affetto alla memoria del Caro estinto, e oli per ungerne il corpo privo di vita, i tre oli - consacrati nella messa crismale del giovedì santo - per l'unzione dei catecumeni, degli infermi, dei cresimandi e delle mani dei consacrati al ministero sacerdotale.

La pietra che chiudeva il sepolcro giace però infranta a terra, e dall'interno proviene una luce chiara, abbagliante, che si proietta all'esterno e raggiunge il cielo, in cui un angelo si slancia verso l'alto in un annuncio di gioia: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto" (Luca 24,5-6).

Nel luogo della sconfitta umana più radicale, laddove ciascuno - con la malattia, la debolezza degli anni che passano o con un tragico e inaspettato evento - è destinato a giungere, nella povertà del proprio fragile corpo, il risorgere della vita diffonde il messaggio della speranza più radicale.

La commozione tocca il culmine, alcune lacrime che affiorano agli occhi si mescolano alle gocce di una fine pioggia primaverile, che aumenta il fascino del momento. Ci avviciniamo alla tomba, gettando ciascuno uno sguardo verso l'interno vuoto.

Una processione festante si avvia, salendo attraverso il parco dei Caduti, verso la vicina chiesa di San Nazzato, presso il vicino convento francescano. Squilli di trombe e canti ritmati dalla chitarra annunciano, nel silenzio del mattino, la vittoria di Gesù sulla morte.

Lui, il Cristo risorto, ci attende in chiesa, nel sacramento eucaristico, celebrato sull'altare, decorato a festa con fiori ad imitazione del giardino della sepoltura e della resurrezione raccontato dal Vangelo di Giovanni (Giovanni 20,1-18), letto nella liturgia della Parola, che richiama il giardino di Eden e la condizione originaria di comunione con Dio, che la risurrezione di Cristo consente di ritrovare a chi si affida alla sua sequela.

La morte di Cristo, cui la liturgia del venerdì santo ci ha resi compartecipi, approda alla realtà della resurrezione, che, da incerto e sconvolgente presagio nell'annuncio dell'angelo, si conferma in certezza per testimonianza dello stesso Cristo, il quale, rivolto alla Maddalena chiamata per nome - "Maria!" -, parla a ciascuno di noi, chiamato a riconoscere in lui il Maestro.

"Cristo è Risorto!". "Sì, è veramente risorto!". Questo è l'augurio che ci scambiamo nell'abbraccio di pace al termine della consacrazione eucaristica, ad imitazione del saluto che si scambiavano i cristiani dei primi secoli.

 Sì, Cristo e veramente risorto. Siamo chiamati ad andare ad annunciarlo a tutto il mondo, con la nostra testimonianza di amore, di gioia, di speranza.

Riccardo Dellupi



 
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