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Veglia di preghiera

«VEGLIA ECUMENICA DI PREGHIERA IN RICORDO DEI TESTIMONI DELLA FEDE DEL NOSTRO TEMPO». PRESIEDE MONS. RENATO CORTI

lunedì 10 aprile 2006

Ore 20,30

Carciano - Stresa (VB)


Chiesa parrocchiale di Carciano comune di Stresa

A cura della Commissione per l'ecumenismo Diocesi di Novara. Presiede mons. Renato Corti

Pagine da visitare:
www.santegidio.org
Presentazione evento:

Martiri della fede: eredità del secolo, speranza per il futuro

"L'ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede è il più convincente: esso indica la via dell'unità ai cristiani del ventunesimo secolo. E' l'eredità della Croce vissuta alla luce della Pasqua… Se ci vantiamo di questa eredità non è per spirito di parte e tanto meno per desiderio di rivalsa nei confronti dei persecutori , ma perché sia resa manifesta la straordinaria potenza di Dio, che ha continuato ad agire in ogni tempo e sotto ogni cielo".  (Giovanni Paolo II)


Tanti hanno rifiutato di piegarsi al culto degli idoli del XX secolo e sono stati sacrificati dal comunismo, dal nazismo, dall'idolatria dello Stato o della razza. Molti altri sono caduti nel corso di guerre etniche o tribali, perché avevano rifiutato una logica estranea al Vangelo di Cristo. Alcuni hanno conosciuto la morte perché hanno voluto restare con i loro fedeli, nonostante le minacce. In ogni continente c'è stato chi ha preferito farsi uccidere, piuttosto che venir meno alla propria missione.

Le nuove generazioni devono sapere quanto è costata la fede che hanno ricevuto in eredità, per raccogliere con gratitudine la fiaccola del Vangelo e con essa illuminare il nuovo secolo e il nuovo millennio. E' importante inoltre sottolineare che la celebrazione avrà carattere ecumenico: saranno proclamate le testimonianze di alcuni cristiani di varie confessioni e comunità ecclesiali. Il loro coraggio nell'assumere su di sé la croce di Cristo parla con voce più alta dei fattori di divisione.
Post evento
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Documentazione sull'evento:

C’era molta gente, lunedì sera 10 aprile in chiesa a Carciano di Stresa, a dispetto della pioggia battente che continuava a flagellare il territorio fin dal mattino, e ancor più a dispetto della suspence che in quei momenti teneva buona parte d’Italia incollata alla Tv, per scoprire come sarebbe andata a finire l’altalena dei risultati elettorali.

A raccogliere tante persone fino a riempire la chiesa era una celebrazione che aveva il sigillo della novità: la memoria ecumenica dei martiri missionari. Se infatti da alcuni anni il 24 marzo è data scelta per il ricordo dei martiri missionari cattolici, qui a riunire nella preghiera era l’attenzione ai martiri di tutte le chiese cristiane.

A presiedere la celebrazione erano quindi , accanto al vescovo di Novara, mons. Renato Corti, il pastore valdese-metodista Leonardo Magrì, che ha tenuto la meditazione sul brano di Luca, e padre Ilir Muntean della Chiesa Ortodossa Rumena

E giustamente mons. Corti ha evidenziato nel suo intervento che l’ecumenismo più efficace è proprio quello dei martiri: la loro testimonianza costruisce unità, perché va al cuore della fede cristiana. Se infatti le forme del martirio sono tante, l’amore per Dio e per i fratelli non può che essere uno.

E anche il pastore Magrì nella sua riflessione ha sottolineato il valore dell’unità, dovuta al fatto che se tanti nostri fratelli hanno potuto abbracciare la croce in modo così generoso e radicale è perché Qualcuno quella croce se l’era già messa sulle spalle a vantaggio di tutti.

La Croce dunque ha dominato la preghiera e la memoria, anzi le croci: una per ogni continente. la croce di bambù intrecciati per l’Asia e l’Oceania, la croce con un’immagine di Cristo dai tratti africani per l’Africa, la tradizionale croce astile per l’Europa e la croce dipinta per le Americhe.

Queste diverse croci hanno accompagnato la lunga lista dei martiri che ha scandito la serata, ritmata dai canti solenni e meditativi proposti dalla Comunità di Sant’Egidio, accomunando nella venerazione e nella gratitudine gente di epoche e di terre diverse, che per il Vangelo e per i fratelli hanno dato tutto, anche la vita.

E noi – si chiedeva il Vescovo Renato – cosa siamo disposti a dare?

E’ l’interrogativo che i presenti hanno portato con sé, assieme al ricordo di una serata intensa e preziosa.



 
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