Presentazione evento:
Presentazione del film a cura del gruppo "Valsesia giovani" del Progetto culturale
Il Vangelo secondo Matteo
di Pier Paolo Pasolini
Produttore: Alfredo Bini.
Sceneggiatura e regia: Pier Paolo Pasolini.
Cristo: Enrique Irazoqui; Maria: Margherita Caruso e Susanna Pasolini; Giuseppe: Marcello Morante; Giovanni: Mario Socrate.
Gli Apostoli:
Pietro: Settimio Di Porto; Giuda: Otello Sestili; Matteo: Ferruccio Nuzzo; Giovanni: Giacomo Morante; Andrea: Alfonso Gatto; Simone: Enzo Siciliano; Filippo: Giorgio Agamben; Bartolomeo: Guido Cerretani; Giacomo di Alfeo: Luigi Barbini; Giacomo di Zebedeo: Marcello Galdini; Taddeo: Elio Spaziani; Tommaso: Rosario Migale.
Caifa: Rodolfo Wilcock; Ponzio Pilato: Alessandro Tasca; Erode I: Amerigo Bevilacqua; Erode II: Francesco Leonetti; Erodiade: Franca Cupane; Salomè: Paola Tedesco; L’Angelo del Signore: Rosanna di Rocco; Giuseppe D’Arimatea: Eliseo Boschi; Maria di Betania: Natalia Ginzburg; Un fariseo: Renato Terra.
Segretario di produzione: Bruno Frascà; Ispettore amministrativo: Vincenzo Taito; Segretaria di edizione: Lina D’Amico; Ass. al montaggio: Andreina Casini.
Aiuto Regista: Maurizio Lucidi; Assistente alla regia: Paul A.M. Schneider; Operatore alla macchina: Giuseppe Ruzzolini; Operatore alla maccchina: Victor Hugo Contino; Aiuto operatore: G. Cianfarelli Modica; Ass. operatore: Sandro Ruzzolini; Fotografo: Angelo Novi; Fonico: Mario Del Pezzo.
Truccatore: Marcello Ceccarelli; Aiuto trucco: Lamberto Marini; Parrucchiera: Mimma Pomilia; Aiuto costumista: Piero Cicoletti; Acconciature: Rocchetti; Armi: Rancati; Sartoria: Piero Farani.
Negativi: Ferrania P.30; Sviluppo e stampa: S.P.E.S. Catalucci; Teatri di posa: Incir De Paolis; Sonorizzazione: Fonolux.
Testo del Vangelo nelle Edizioni Pro Civitate Christiana – Assisi.
Edizioni e Registrazioni musicali della R.C.A. Italiana
Montaggio: Nino Baragli; Costumista: Danilo Donati; Architetto scenografo: Luigi Scaccianoce; Direttore della fotografia: Tonino delli Colli; Direttore di produzione: Eliseo Boschi; Organizzazione generale: Manolo Bolognini
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Il film è una riproposizione fedele del Vangelo secondo Matteo. Si ripercorrono le tappe della vita di Gesù Cristo: la nascita, Erode, il battesimo di Giovanni Battista, fino ad arrivare alla morte e alla resurrezione. Non vi sono variazioni nella storia, né cambiamenti anche testuali apportati dal regista alla versione di San Matteo.Il film è girato in Lucania con un cast di attori rigorosamente non professionisti. La parte di Gesù Cristo e' affidata a Enrique Irazoqui, che si trova per caso sul set del film il giorno prima dell'inizio delle riprese. La voce di Cristo è di Enrico Maria Salerno. Nel cast del film sono presenti, tra gli altri: Enzo Siciliano, nella parte di Simone e Natalia Ginzuburg nella parte di Maria di Betania. Come detto sopra, Pasolini si è riferito rigorosamente alla versione di Matteo, ma in alcuni punti del film è possibile intravedere alcuni riferimenti all'attualità: i soldati di Erode vestiti da fascisti e i soldati romani vesti da celerini. Le musiche sono di Bach, Mozart, Prokofiev e Webern. Le musiche originali di Luis E. Bacalov.
La regia di Pasolini
Dice Pasolini: "Avrei potuto demistificare la reale situazione storica, i rapporti fra Pilato e Erode, avrei potuto demistificare la figura di Cristo mitizzata dal Romanticismo, dal cattolicesimo e dalla Controriforma, demistificare tutto, ma poi, come avrei potuto demistificare il problema della morte? Il problema che non posso demistificare è quel tanto di profondamente irrazionale, e quindi in qualche modo religioso, che è nel mistero del mondo. Quello non è demistificabile".
L'idea pasoliniana del Vangelo non partiva dalla volontà di mettere in discussione dogmatismi o miti, ma si riferiva anche e in primo luogo all'idea della morte, uno dei temi fondamentali dell'impegno intellettuale del Poeta:
"È dunque assolutamente necessario morire, perché, finché siamo vivi, manchiamo di senso, e il linguaggio della nostra vita (con cui ci esprimiamo e a cui, dunque, attribuiamo la massima importanza) è intraducibile: un caos di possibilità, una ricerca di relazioni e di significati senza soluzione di continuità".
Non casualmente – come già nelle opere cinematografiche precedenti – Pasolini affida a un linguaggio sonoro raffinato tutte le vicende più significative narrate nel film. Per una sensibilità quale quella del Poeta, il ricorso alla bachiana Passione secondo Matteo è quasi d'obbligo. Ma, in particolare, alla morte di Gesù, egli associa la Musica funebre massonica, che è a sua volta una delle più alte creazioni di Mozart, che in essa ha anche espresso la propria immagine della morte: nessuna titanica lotta contro il destino ineluttabile. La morte non lo spaventa: Mozart la chiama perfino "cara amica"; nella musica stessa si percepisce il dolore per la separazione, a cui Mozart si dà, senza tuttavia lasciarsene sopraffare.
Vi è un solo momento della lunga sequenza della crocefissione e della morte in cui il racconto non è affidato al solo indivisibile binomio "immagini-musica": è quello in cui Cristo pronuncia queste ultime parole: "Voi udrete con le orecchie ma non intenderete e vedrete con gli occhi ma non comprenderete, poiché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile e hanno indurito le orecchie e hanno chiuso gli occhi per non vedere con gli occhi e non sentire con le orecchie".
E' straordinario l'accostamento delle ultime immagini del film (Maria – che è la stessa madre di Pasolini – si reca con altri alla tomba del Figlio; il sepolcro si apre e Cristo non è più avvolto nel sudario: è risorto!) al Gloria di una messa cantata congolese.
Nel Vangelo di Matteo emerge una figura umana, più che divina, di Cristo che, anche se ha molti tratti di dolcezza e mitezza, reagisce con rabbia all'ipocrisia e alla falsità. È anche un Cristo rivoluzionario. Nel corso di un dibattito nel 1964, Pasolini dichiarò: "... mi sembra un'idea un po' strana della Rivoluzione questa, per cui la Rivoluzione va fatta a suon di legnate, o dietro le barricate, o col mitra in mano: è un'idea almeno anti-storicistica. Nel momento storico in cui Cristo operava, dire alla gente 'porgi al nemico l'altra guancia' era una cosa di un anticonformismo da far rabbrividire, uno scandalo insostenibile: e infatti l'hanno crocifisso. Non vedo come in questo senso Cristo non debba essere accepito come Rivoluzionario ...".