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cultura e arte attorno al mistero pasquale 1° Marzo - 3 Maggio 2006
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PERCORSO VEDERE

Il percorso Vedere valorizza lo strumento di indagine offerto dal senso della vista, che scorge nella realtà e nell'arte elementi simbolici che guidano il cammino di ricerca di senso e di speranza.



Mostra

«LUOGHI E VIE DI PELLEGRINAGGIO: I SACRI MONTI DEL PIEMONTE E DELLA LOMBARDIA»

Dal giorno: ven 31 marzo

al giorno:
dom 09 aprile


Ore 10,00-12,30 16,0
Presentazione evento:

Mostra in collaborazione con il Centro di Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei.

Sacri Monti di Piemonte e Lombardia

Per Sacro Monte si intende un insieme di edifici, solitamente a forma di cappella, contenenti statue e affreschi a contenuto religioso.
Lo scopo dei Sacri Monti, costruiti a partire dalla fine del Quattrocento soprattutto in Piemonte e Lombardia, era quello di offrire ai visitatori un rappresentazione per immagini dei fatti raccontati dall'Antico e Nuovo Testamento (come nel Sacro Monte di Varallo) o della vita dei Santi (San Francesco, nel caso del Sacro Monte di Orta), tra i quali effettuare un percorso di fede. Alle cappelle si aggiungono solitamente chiese ed edifici destinati a ospitare i fedeli.

 I pellegrinaggi in Terra Santa erano divenuti pericolosi, ecco allora l'idea di dare la possibilità di andare in pellegrinaggio in santuari che riproducevano la passione di Cristo, invece di andare nei luoghi difficili da raggiungere dove si era svolta la sua vita. Già erano diffuse nel medioevo le sacre rappresentazioni sulle piazze: ma il concilio di Trento ne deliberò il veto: l'artista Gaudenzio Ferrari, ebbe l'intuizione di sostituire la rappresentazione viva, a volte troppo forte, con delle cristallizzazioni artistiche dove il fedele potesse immergersi direttamente. Nacquero così questi "teatri montani" come vere bibbie dei poveri, grazie al loro messaggio immediato che comunicavano al fedele incolto.
Questa intuizione fu promossa e sostenuta da S. Carlo Borromeo, promotore di questo Sacro monte, e dei Sacri monti di Orta e di Crea. Contemporaneamente sorgevano, oltre a quello di Varallo già in fase di fabbricazione avanzata, quelli sopra di Varese, Arona, Graglia e di Oropa. Questo pullulare di fabbricerie fece nascere delle maestranze specializzate, artisti che si muovevano da un sacro monte all'altro, famiglie di pittori e di scultori e architetti. Questa contemporaneità e questi scambi fanno si che a volte ci siano delle analogie se non anche delle vere e proprie identità tra i diversi Sacri monti. Essi costituirono in queste terre quel baluardo di pietà risposta del popolo di queste valli alla riforma protestante, accanto alla risposta teologica e pastorale data dal Concilio di Trento.

Oggi i Sacri Monti, oltre che luoghi di culto, sono anche considerati zone di interesse artistico e naturalistico. I Sacri Monti di Lombardia e Piemonte inseriti, nel 2003, nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO sono i seguenti:

1. Sacro Monte o Nuova Gerusalemme di Varallo Sesia (1486)
(Comune di Varallo Sesia - Vercelli)
2. Sacro Monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea (1589)
(Comune di Ponzano Monferrato, Serralunga di Crea - Alessandria)
3. Sacro Monte di San Francesco di Orta San Giulio (1590)
(Comune di Orta San Giulio - Novara)
4. Sacro Monte del Rosario di Varese (1598)
(Comune di Varese - Varese)
5. Sacro Monte della Beata Vergine di Oropa (1617)
(Comune di Biella - Biella)
6. Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio (1635)
(Comune di Como - Como)
7. Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa (1591)
(Comune di Ghiffa - Verbania)
8. Sacro Monte Calvario di Domodossola (1657)
(Comune di Domodossola - Verbania)
9. Sacro Monte di Belmonte, Valperga (1712)
(Comuni di Cuorgnè, Pertusio, Prascorsano, Valperga - Torino)

Il Sacro Monte di Varallo

Il Sacro Monte di Varallo è stato edificato a partire dal 1486 su un terrazzo naturale posto a 600 metri di quota, che sovrasta il centro di Varallo (450 metri s.l.m). Da esso si domina tutta la bassa Valsesia e sullo sfondo il Monte Rosa.
L’idea di riprodurre in patria i Luoghi Santi a beneficio di coloro che mai avrebbero potuto visitarli venne perseguita da un nobile milanese, il Beato Bernardino Caimi, che era stato per breve tempo guardiano vicario del Sacro Sepolcro a Gerusalemme. Egli trovò, sulla collina che domina a nord il centro di Varallo, il luogo che più rispondeva al suo intento e subito promosse l’iniziativa , che ottenne vasti consensi, e fu sancita persino da una bolla di papa Innocenzo VIII, la quale affidava all’ordine dei Francescani la costruzione e la custodia perpetua dalla "Nuova Gerusalemme.
L’opera si avvalse nel primo periodo dell’opera del valsesiano Gaudenzio Ferrari (Valduggia 1480 circa - Milano 1546), il massimo pittore del Piemonte che rielaborò in forme del tutto originali gli influssi di Leonardo Da Vinci e del Bramante.
La sua più alta realizzazione fu la cappella della Crocifissione che segnò il modello per il completamento della grande opera e la grande parete della Chiesa della Madonna delle Grazie di Varallo, che rappresenta di fatto l’inizio del percorso devozionale del Sacro Monte.
Verso la metà del ‘500, il nuovo fabbriciere del Sacro Monte Giacomo d’Adda ingaggiò Galeazzo Alessi,il quale realizzò un progetto di riorganizzazione urbanistica del Sacro Monte con l’intento di realizzarvi la “Città ideale” Questo progetto, nonostante sia stato realizzato solo parzialmente ispirò le successive fasi costruttive che hanno conferito al Sacro Monte un impianto ed una spazialità tipicamente ed originalmente urbana.
Dopo un periodo di stasi, i lavori ripresero verso la fine del 1500, dopo il Concilio di Trento e nel pieno clima della Controriforma, dietro l’impulso di San Carlo Borromeo, il cui intento era di enfatizzare le rappresentazioni dei contenuti sacri in quanto strumento di propaganda della fede cattolica.
in questo periodo operarono artisti scultori quali Michele Prestinari e plasticatori quali il Tabacchetti.
L’opera del Borromeo venne continuata dal Vescovo di Novara Carlo Bescapè con gli architetti e scultori Giovanni d’Enrico e Bartolomeo Ravelli e pittori quali il Tabacchetti, il Morazzone, il Ceranino. Il grande artista valsesiano, Giovanni D’Enrico chiamò a sè come pittori i fratelli Melchiorre e Antonio (quest’ultimo si affermerà come uno dei più significativi artisti del suo tempo con il nome di Tanzio da Varallo).
Nel Sacro Monte di Varallo lavorarono poi una miriade di artisti minori che però diedero vita ad un’opera decisamente unitaria.
Il Sacro Monte è costituito da una Basilica e da 44 cappelle contenenti più di ottocento statue in legno e terracotta ad altezza naturale che rappresentano il dramma della vita, passione e morte di Cristo. L’area entro il recinto sacro si presenta suddivisa in due zone distinte: la prima, in pendenza, densa di verde e di piante, è organizzata come un giardino, in cui il percorso viene introdotto dalla cappella di Adamo ed Eva e del Peccato Originale (causa dell’incarnazione, passione e morte del Salvatore) a cui seguono altre che narrano le vicende della vita di Cristo, dall’Annunciazione fino all’Ingresso in Gerusalemme (n° 19). La seconda zona sulla sommità, preceduta dalla "Porta aurea" è costituita da palazzi arricchiti da portici ed è articolata in due piazze: la piazza del Tempio e la piazza dei Tribunali. E' questa la riproduzione della città di Gerusalemme: qui le cappelle narrano i fatti dall’ultima cena (n° 20) fino alla Resurrezione di Cristo e all’Assunzione al cielo di Maria (nella Basilica). Ogni cappella ha un pronao o un portico che consente ai pellegrini di sostare davanti alla grata attraverso la quale lo sguardo coglie la rappresentazione di un momento significativo. Le pareti interne sono festosamente definite e fanno da fondale e spesso commento alla scena che è riprodotta al naturale per mezzo di gruppi statuari che tendono all’espressionismo più verista: dalle scene più semplici e raccolte, come l’Annunciazione o la Natalità, si passa a quelle più affollate e convulse, come la drammatica "Strage degli Innocenti" capaci di suscitare non solo sentimenti di devozione e di pietà, ma anche di stupore, di meraviglia e di sconcerto.

Sacro Monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea

Il Sacro Monte di Crea è situato su una delle più alte colline del Monferrato, nei pressi di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria.
Come gli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, anche quello di Crea è situato in un vasto parco naturale: in esso si realizza quella suggestiva sintesi tra paesaggio, arte e memoria storica, che ne costituisce la cifra interpretativa.
La storia del Sacro Monte di Crea, inizia con quella del convento e della chiesa di Santa Maria, meta di pellegrinaggio devozionale sin dal medioevo.
La tradizione, forse non priva di fondamenti storici, vuole che sia stato Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, a salire la collina verso il 350 d.C.; lì avrebbe portato la statua lignea della Madonna col Bambino, ancor oggi venerata e lì avrebbe fatto edificare un primo oratorio.
Il Santuario di Crea era già un luogo importante di culto quando nel 1156, i Marchesi del Monferrato gli fecero dono di una reliquia della Santa Croce.
All'inizio del XIV secolo i Paleologi, nuovi Marchesi del Monferrato tra il 1372 ed il 1418 fecero edificare, all'interno della chiesa, la cappella di Santa Margherita di Antiochia ove venne sistemata una reliquia delle Santa (oggi conservata nel Duomo di Casale).
Tra il 1474 ed il 1479, Guglielmo VIII Paleologo commissionò gli importanti affreschi della Cappella di Santa Margherita
Sotto Vincenzo Gonzaga, nel 1589, venne attuato un ampliamento della chiesa e concepito il primo progetto di costruzione delle cappelle del Sacro Monte sul modello del Sacro Monte di Varallo.
Le prime 10 cappelle edificate furono quelle della Natività e della Presentazione di Maria al tempio. Pochi anni dopo il nuovo priore di Crea portò a 40 il numero di cappelle da edificarsi, disegno che guidò gli interventi successivi, ma che non fu mai portato a termine.
Verso la fine del ‘600 il Monte contava 18 cappelle e 17 romitori (luoghi di preghiera dedicati ciascuno ad un santo, ad uso dei devoti che, per altra via, ridiscendevano dalla cappella del Paradiso al Santuario)
Nel 1735 venne rifatta la facciata della chiesa, secondo l'impianto stilistico barocco che oggi vediamo.
La prosperità di Crea durò sino alla fine del ‘700. La soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone nel 1801 ed il saccheggio operato dalle sue truppe nello stesso anno, ridussero il Sacro Monte in condizioni di rovina e di abbandono.
La ricostruzione prese avvio solo nel 1859 con la costituzione della "Società di Restauro del Santuario di Crea".
Gli interventi di restauro - assieme alla edificazione ex novo di alcune cappelle - furono da allora assai frequenti. Fu realizzato nel 1889 un importante recupero della Cappella del Paradiso, poi ripreso con tecniche più affidabili nel 1972.

Molteplici sono le opere di grande interesse artistico conservate nella chiesa-basilica di Santa Maria, a cominciare dagli affreschi (1474–1479) della Cappella di Santa Margherita, con la Madonna in trono e i donatori e le Scene del martirio della Santa. Tra le opere custodite dalla chiesa va anche ricordata una bella tavola di Macrino d'Alba e, dello stesso autore - collocati nel Museo del Santuario – due deliziosi piccoli ritratti raffiguranti Guglielmo IX Paleologo e Anna d'Alençon.
Una menzione meritano anche la tela di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1565-1625) raffigurante il Padre Eterno e la tela di Santa Margherita dipinta da sua figlia, Orsola Caccia (1619-1676)
Il valore artistico delle 23 cappelle presenti a Crea è oggi riconosciuto da una critica che ha cessato di riferirsi ad esse come a manifestazione ingenua di arte popolare.
Tra i principali scultori che operarono al Monte sin dall'avvio del lavori nel 1589, vanno ricordati i fratelli Jean e Nicolas de Wespin (detti i Tabacchetti), artisti di provenienza fiamminga, il maggiore dei quali, Jean, aveva già lavorato a Varallo.
Tra gli autori delle opere a fresco va ricordato ancora Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, esponente di primo piano della pittura piemontese tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo.
Particolarmente suggestive le cappelle della "salita al Calvario", opera originale e di forte ispirazione dello scultore casalese Leonardo Bistolfi; della Crocefissione, opera del fecondo Antonio Brilla; dell’Incoronazione di Maria o del paradiso, edificata sulla vetta del monte, in splendida posizione panoramica, notevole per il grande gruppo plastico formato da 175 angeli, sospeso al soffitto, e circondato da una corona di 300 beati.
Questa cappella canta in modo mirabile un festoso inno di vittoria sulle miserie della vita terrena ed è un invito alla speranza più genuina.

Sacro Monte di San Francesco di Orta San Giulio

Il Sacro Monte d'Orta è un percorso devozionale, costituito da venti cappelle affrescate, completate da gruppi statuari di grandezza naturale in terracotta che illustrano la vita di San Francesco d'Assisi.
I lavori di costruzione del complesso religioso iniziarono nel 1590 grazie all'iniziativa congiunta della comunità ortese e dell'abate novarese Amico Canobio, e di altre volontà.
I lavori del cantiere del Sacro Monte d'Orta, in varie fasi, si protrassero sino alla fine del Settecento.
Nella prima fase costruttiva le soluzioni architettoniche prescelte fanno riferimento a modelli tardo rinascimentali: attivi in questa fase, tra gli altri, lo scultore Cristoforo Prestinari, i pittori Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere e il Morazzone. Essi realizzarono gruppi scultorei intimi e raccolti, definiti con sobrio realismo e raffigurazioni pittoriche descrittive chiare, ma anche eleganti ed aggiornate alla moda dell'epoca.
Dalla metà del Seicento si fa strada un profondo cambiamento nel modo di intendere il percorso sacro che viene riproposto in chiave di sfolgorante spettacolo barocco: protagonisti in questa fase sono lo scultore Dionigi Bussola ed i pittori fratelli Nuvolone.
A fine secolo il pittore lombardo Stefano Maria Legnani introduce al Sacro Monte il nuovo gusto rococò che contraddistingue anche gli interventi settecenteschi, sia per gli affreschi che per le sculture realizzate dal Beretta. A fine settecento si chiude definitivamente la storia del cantiere del Monte con la costruzione della neoclassica Cappella Nuova, rimasta incompiuta.
Oltre agli artisti, apprezzabile il contributo di validi artigiani locali che hanno lasciato numerose testimonianze della loro arte laboriosa creando porte, griglie e grate in legno e ferro battuto di splendida fattura.


Sacro Monte della Beata Vergine di Oropa

Una tradizione molto antica fa risalire l'origine del santuario di Oropa a Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, che nel 369 d.C., per sfuggire alle persecuzioni degli ariani, si sarebbe rifugiato sulle montagne di Oropa, nascondendo in una nicchia del grande masso erratico ora inserito nella Cappella del Roc una statua lignea (la Madonna Nera), che sarebbe stata scolpita dallo stesso evangelista San Luca. La statua è ora custodita nel Sacello Eusebiano, l'unico elemento rimasto di una più 'antica costruzione tardomedievale.
Nella seconda metà del XVI secolo vennero avviati dai Savoia i lavori di costruzione dell’attuale basilica antica ,che ospita la statua della Vergine Nera, e degli altri edifici del Santuario destinati ad ospitare i pellegrini.
I lavori per l’edificazione del Sacro Monte ebbero inizio nel 1617 e proseguirono nei secoli successivi senza arrivare tuttavia alla completa realizzazione del progetto iniziale che prevedeva la costruzione di 25 cappelle di cui 20 avrebbero dovuto descrivere la vita della Vergine Maria mediante rappresentazioni pittoriche e statuarie.

Oggi il Sacro Monte è costituito da 17 cappelle realizzate in circa 150 anni; di esse 12 cappelle illustrano la vita della Vergine e 5 altri temi religiosi (San Fermo, San Luca, Cappella del Trasporto, Santa Maria Maddalena, Cappella del Roc). Gli edifici sono distribuiti su un pendio erboso erborato chiamato "Oretto" in una sequenza logica ma libera. La successione delle cappelle definisce un itinerario preciso e suggestivo di contemplazione artistica e di meditazione, nel contesto paesaggistico molto intenso e dominante definito dalla "conca di Oropa" che accompagna il pellegrino fino alla sommità del Sacro Monte.
La Basilica nuova, la cui costruzione è stata avviata nel 1885 su progetto del Galletti del 1774, è stata consacrata nel 1960.

Sacro Monte del Rosario di Varese

Il borgo di Santa Maria del Monte nacque probabilmente in età romana come ultimo avamposto e punto d'avvistamento contro le ondate invasive delle popolazioni barbare.
Sul monte, narra la tradizione, Sant'Ambrogio sconfisse nel IV secolo d.C. gli ultimi seguaci dell'eresia ariana e donò al piccolo oratorio in costruzione un altare ed una statua lignea raffigurante la Madonna Nera
Il Sacro Monte comincia ad affermarsi come luogo di culto in età medioevale: infatti già prima del mille è documentata la presenza di una chiesa pre-romanica dedicata a Maria Vergine. Tuttavia vicende storiche legate alla posizione strategica del fortilizio di Santa Maria, fa si che la rocca sul Sacro Monte cominci a perdere potere fino ad essere smantellata del tutto.
Dopo che nel 1452 Caterina da Pallanza e poi Giuliana da Verghera lo scelgono quale luogo d'eremitaggio, Papa Sisto IV concede la facoltà di impiantare un convento agostiniano. Da allora il borgo riprende a fiorire fino al '600, quando proprio ad una di queste suore, Tecla Maria Cid venne l'idea di costruire una cappella di sosta alla metà del cammino che i fedeli percorrevano per raggiungere il Santuario. Informato dell'idea, il frate cappuccino Giovan Battista Aguggiari cominciò un'accesa opera di predicazione nella zona per la raccolta dei fondi con l'intento di costruire un vero e proprio percorso di devozione, dedicato ai quindici misteri del Rosario, come simbolo di fervida cristianità da opporre al Protestantesimo dilagante.
Il progetto ottenne l'assenso dei cardinali Carlo e Federico Borromeo e di papa Paolo V ed il cantiere rimase aperto dal 1604 al 1630 agli ordini dell'architetto varesino Giuseppe Bernascone; qualche anno in più durò invece la preparazione delle trecento statue e degli affreschi del percorso.
Attualmente punteggiano il cammino quattordici cappelle (la quindicesima è all'interno del Santuario), tutte diverse tra loro e disposte sul crinale del monte secondo una precisa teoria architettonica e spaziale; le collegano rampe acciottolate che colmano un dislivello di 245 metri.
L'antico santuario di Santa Maria del Monte , fondato prima del mille, ha subito nel tempo una radicale trasformazione fino ad assumere le definitive fattezze barocche che attualmente lo contraddistinguono.
L'edificio originale era infatti a navata unica, con abside a levante. Verso la fine del 1100 viene ampliato con l’abbattimento dei muri della chiesa vecchia. Il rifacimento romanico risparmiò l'abside che, opportunamente rinforzato e affrescato nel 1300, è oggi conosciuto come la 'Cripta'.
Una nuova ondata di ristrutturazioni interessò l'edificio del Santuario a partire dal 1472. Venne così demolita l'abside romanica per far posto a tre absidi a trifoglio; cominciò la costruzione del
Monastero di Clausura sul muro a nord del Santuario. Questi interventi architettonici non risparmiarono l'antica facciata romanica, cui venne sovrapposto, nel 1518, un porticato in pietra. Nel 1600 al Santuario toccò un 'aggiornamento' in stile Nel 1671 venne costruita la Cappella delle Beate, affrescata dal Busca e destinata ad ospitare i corpi delle monache fondatrici e venne inoltre aperto l'ingresso laterale ancor oggi utilizzato. Ultime modifiche decorative, opera di Ludovico Pogliaghi, vennero portate a compimento all'inizio del '900.

Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio

Il Sacro Monte sorge su un pendio tra prati, oliveti e boschi sulla costa occidentale del Lago di Como di fronte all’Isola Comacina. Le 15 piccole Cappelle di ispirazione barocca e dedicate ai Misteri del Rosario sono disposte lungo il sentiero che conduce al Santuario e furono erette tra il 1635 ed il 1710; il Santuario ospita l’ultima rappresentazione sacra dedicata all’Incoronazione della Vergine.
Ad Ossuccio, quando fu decisa la costruzione del Sacro monte nella prima metà del 1500, esisteva già il santuario della Madonna del Soccorso sorto anticamente su un tempietto pagano dedicato a Cerere (Plinio il Giovane, Ep. 39 L. IX).
La leggenda del Santuario racconta che una pastorella sordomuta trovò in una grotta la statua della Vergine, recuperando la parola. La pietà popolare portò più volte tale statua in paese, ma essa tornò sempre al suo posto, pertanto si decise di erigere un Santuario.
Tale statua del XIV sec. é ancor oggi conservata nel santuario.
Sul colle vi sono però anche testimonianze di residenza di eremiti, probabilmente dei terziari francescani che furono i veri promotori della costruzione del Sacro monte.
La data della costruzione delle prime tre cappelle é attorno agli anni 1620; il viale che parte dalla piazzetta di Garzola , davanti alla quarta cappella, é costruito a imitazione del viale del Sacro monte di Varese, progettato e costruito tra il 1604-1680. Tale viale confina con campi coltivati ad ulivo e con cascine ancora abitate e crea un clima sommesso adatto alla preghiera. Le cappelle, esempi di sobria architettura barocca, contengono i gruppi scultorei che oltre ad annunciare il mistero della vita di Cristo, ci danno numerose informazioni circa i costumi e le usanze sociali di queste terre nel periodo della costruzione.
In totale il Sacro monte di Ossuccio conta di 163 sculture di personaggi, 52 angeli e 15 riproduzioni di animali, in tutto ben 230 statue.

Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa

Tra fine del XVI e la metà del XVII secolo venne realizzato intorno al Santuario un Sacro Monte che doveva rappresentare alcuni episodi del Nuovo e dell’Antico Testamento. In realtà solo tre Cappelle del progetto iniziale vennero realizzate. Del 1752 è l’originale porticato affrescato con scene della Via Crucis costituito da 14 arcate alla cui estremità settentrionale è stato poi realizzata la Cappella tardobarocca dell’Addolorata.

Il Santuario dedicato alla SS. Trinità risale al 1591 e successivamente venne più volte ingrandito e modificato per ospitare i numerosi pellegrinaggi di cui fu oggetto fin dalle sue origini. Accanto al Santuario fu eretta nel 1752 la "Casa del Romito" destinata ad abitazione del padre custode; l’edificio contiene la piccola Cappella del Gesù nel Giardino di Getsemani allestita nel 1930. Dal complesso religioso, immerso in un’estesa zona forestale sulle pendici sovrastante l’abitato di Ghiffa, si gode una splendida vista sul Lago Maggiore.

Sacro Monte Calvario di Domodossola

Il Colle di Mattarella, che sovrasta Domodossola fu scelto come il sito più appropriato per la realizzazione del sacro Monte calvario proposto dai Padri Cappuccini Andrea da Rho e Gioachino da Cassano durante la carestia del 1656. Lungo il percorso ombroso che conduce al Monte si incontrano 12 Cappelle arricchite da statue e affreschi che rappresentano gli episodi del Cammino della Croce. Alla sommità del Colle sorge il santuario del SS. Crocifisso la cui costruzione fu avviata nel 1657. A fianco del Santuario si trovano i resti ben conservati dell’antico castello di Mattarella (VI secolo). Nel 1828 il filosofo sacerdote Antonio Rosmini

Sacro Monte di Belmonte, Valperga

La costruzione del Sacro Monte, situato al culmine del Monte Soglio, si deve a Michelangelo da Montiglio, frate Minore Osservante e si protrasse, a partire dal 1712 con interruzioni sino al 1825; verso la metà del 1800 vennero installate statue di terracotta di Castellamonte, sostituite all’inizio del 1900 con statue in gesso. Dedicato ai Misteri del Rosario, le 13 Cappelle definiscono un percorso devozionale che si sviluppa all’interno di un’area boschiva secondo distanze preordinate e con particolari decorativi spesso identici nelle varie cappelle (n. 13).
Il Sacro Monte è stato edificato sul luogo di un’antica chiesa e di un monastero benedettino risalente alla fine dell’XI secolo.


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