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cultura e arte attorno al mistero pasquale 1° Marzo - 3 Maggio 2006
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PERCORSO RIFLETTERE

Il percorso Riflettere convoca cittadini ed esperti a confrontarsi intorno a tematiche di cruciale importanza nell'attuale contesto sociale e culturale, affinché possano nascere nuove consapevolezze intorno all'intrinseca dimensione di fragilità dell'uomo, riletta alla luce del mistero di Cristo morto e risorto, e possano sorgere rinnovate motivazioni a un impegno personale e sociale a favore dell'uomo.



Copertina della monografia di Pàmela D'Alò sulla cristologia in
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Incontro pubblico

SUL SET DI MEL GIBSON - LA CRISTOLOGIA E L'INTERPRETAZIONE DI "THE PASSION OF THE CHRIST"

mercoledì 29 marzo 2006

Ore 21,00
Presentazione evento:

Da MateraNET.com il portale della città dei sassi

Le donne non sono responsabili e complici del martirio di Gesù
08/11/2002
MATERA – I ruoli questa volta si sono invertiti. È stato padre Basilio Gavazzeni a far visita a Mel Gibson. Lo ha fatto mercoledì mattina su uno dei set del film The Passion, nei Sassi, a Porta Pistola.
Il parroco di Sant'Agnese, come d'accordo nel precedente incontro, ha consegnato all'attore la traduzione della Via Crucis del poeta francese Paul Claudel. Ma è stata anche l'occasione per consegnarli una lettera ispirata da alcune notizie riferitegli da una comparsa del film sul ruolo delle donne nella processione verso il Golgota.
Nella versione che sta girando Gibson pare che anche loro si uniscano agli uomini negli insulti a Gesù. «Caro Mel - ha scritto Gavazzeni - mi permetto di ricordarti che nei racconti evangelici sulla Passione, una sola categoria sociale, tra quelle che appaiono attorno a Gesù, non risulta storicamente responsabile e complice di quanto si sta consumando, e nemmeno resta indifferente e insensibile davanti al Martire: le donne. A parte la Madre e le parenti di Gesù, inevitabilmente addolorate, v'è la moglie di Pilato che mette in guardia il marito dal compromettersi con un innocente, vi sono quelle che, quando egli era ancora in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano solite con lui a Gerusalemme. Esse pietose e piangenti seguono Gesù mentre trascina la Croce al Calvario. Il personaggio leggendario della Veronica, carissimo alla tradizione iconografica, condensa appunto in una icona indimenticabile l'atteggiamento femminile verso il Cristo "passionato". Le donne, diversamente dai discepoli, non fuggono, assistono alla crocifissione e stanno vicino al crocifisso». Padre Basilio fa presente inoltre a Gibson che saranno proprio le donne ad intervenire alla sepoltura, il mattino della Pasqua, e per prime si porteranno al sepolcro con l'intenzione di trattare il corpo di Gesù con i profumi e gli unguenti rituali.

La serata contemplerà la presenza di una piccola delegazione da Matera a significare il rapporto tra le manifestazioni del progetto "Passio 2006" per i film su Gesù e la memoria dei "sassi di Matera" per la realizzazione delle pellicole di Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo) e di Mel Gibson (The Passion of the Christ). Saranno presenti don Basilio Gavazzeni, consulente teologo di Mel Gibson a Metera; Pàmela D'Alò, autrice di una monografia su "La passione di Cristo"; Eustacchio Ruggieri, Vincenzo Centonze, editore della monografia e Giuseppe D'Alò con Anna Maria Colonna.


Post evento
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Documentazione sull'evento:

Continua il cammino del progetto Passio che, attraverso la visione guidata dei tre film di Zeffirelli, Pasolini e Mel Gibson, grazie al potente mezzo della cinematografia, ha consentito a molti, credenti e non, di avvicinarsi alla figura di Cristo.
In particolare, lo scorso mercoledì 29 marzo, una nutrito pubblico è intervenuto presso l’auditorium “Mons Aldo del Monte”, in Seminario a Novara, per l’approfondimento della tematica inerente il film di Mel Gibson “The passio of the Christ”.
La serata ha visto la partecipazione straordinaria di Mons. Dario Viganò, Presidente della Commissione nazionale della valutazione film della CEI, di don Basilio Gavazzeni, esperto in arte e filmografia relativa alla figura di Gesù e Pamela d’Alò, autrice di una monografia sulla passione di Cristo che ha aperto l’incontro introdotta da Enrico Danesi, critico cinematografico e moderatore della serata.
L’autrice, pugliese d’origine, insegnante di religione cattolica a Milano, ha ripercorso le tappe che l’hanno portata alla stesura del testo, che, nato come tesi di laurea, conseguita presso l’Istituto superiore di Scienze Religiose di Matera, è stato, poi, pubblicato come monografia dal titolo impegnativo: “La Passione di Mel Gibson: sfida e occasione per la pastorale”.
Secondo l’autrice non si può parlare di pastorale senza parlare di cinematografia. Sempre secondo la D’Alò, la Chiesa deve “essere nel” cinema con una presenza reale, fattiva, che orienti ed educhi produttori, registi e attori, ma nello stesso tempo deve “essere con” il cinema, servendosi di questo moderno strumento ai fini dell’ evangelizzazione: questo produttivo e felice connubio è quanto si è verificato appunto tra i famosi Sassi di Matera con Mel Gibson in veste di regista.
E’ seguito, poi, l’intervento di Don Basilio Gavazzeni, che, trasmettendo al pubblico in sala, la sua viva passione per Matera e per il genere del cinema cristologico, ha sostenuto con convinzione “The Passion of the Christ” e le scelte del suo regista anche di fronte ad alcune perplessità motivate espresse da Monsignor Viganò. Secondo il primo, il regista ha saputo miscelare sapientemente realismo, bellezza e lirismo ottenendo un prodotto che è riuscito a trasmettere allo spettatore spiritualità ed interiorità; secondo l’eminente rappresentante della CEI, invece, che ha tentato di affrontare il film con un approccio analitico, il film andrebbe classificato invece tra i “tradimenti”; la terminologia utilizzata mira ad enucleare ed individuare una lettura audio-visiva della pellicola fortemente comunicativa, ma che rimane, tuttavia, a suo giudizio, distante dai sacri testi: eccessiva, ad esempio, a suo parere, si è rivelata, la iperostensione della violenza su Gesù nel film rispetto al rilievo dato alla stessa dal testo sacro in confronto ad altri contenuti. Di parere opposto è apparso Don Basilio secondo il quale Mel Gibson è rimasto molto fedele al testo evangelico, ricorrendo alla lingua latina e aramaica e rappresentando la sofferenza atroce ed ineguagliabile del Cristo nello stesso modo in cui è stata realmente da Lui vissuta, nella sua natura umana e divina.
Ciò che appare certo, comunque, è che il sentimento condiviso da chi esce dalle sale dopo la visione, sembra accomunare quello delle genti che, ai piedi di Gesù, rimasero sbigottite di fronte a tanto strazio, di quelle genti che rimasero a guardare attonite.
Spettatori di un dramma, pur compartecipato, che non riuscirono, tuttavia, nell’immediatezza, a riconoscere in quel Crocifisso le sembianze dell’azione salvifica di un Dio che si era fatto uomo, in quella Croce la Speranza della Resurrezione.
Solo in seguito, il ripensamento di quei grandi eventi cambiò i cuori…
Così anche nella rappresentazione cinematografica, l’impietrimento di fronte allo “spettacolo” della Via Crucis potrà far germogliare l’intima esigenza di riprendere fra le mani il testo evangelico, e meditare su di esso..
Allora, potrà capitare di avvertire, dal profondo dell’anima, quell’invito, che si fa eco, dell’amato Giovanni Paolo II: “Dio opera nelle vicende concrete e personali di ciascuno di noi. Non permettete che il tempo che il Signore vi dona, trascorra come se tutto fosse un caso. Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. Sia anche per noi questo l’auspicio da condividere nel segreto del cuore.

Filippo Sogni

Audio allegati:
- Mel Gibson Convegno.wav


 
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