Presentazione evento:
GIOBBE
La trasposizione e l’interpretazione scenica si mantengono fedeli all’integrità della vicenda narrata dal Libro Biblico. Il testo è stato confrontato con l’originale ebraico (BH ed.R.Kittel) e ha tenuto conto di altre traduzioni e studi qualificati (A.Schokel, A.Bonora, C.Ceronetti, G.Gutierrez, P.Pedrizzi, G.Ravasi, A.Weiser). Vengono privilegiati i capitoli: 1-9;14;29-31,38-42;28.
La rappresentazione drammatica rispetta, nella scansione a quadri o scene della sacra rappresentazione e del dramma didascalico, l’intreccio fondamentale restituito nella sua totalità complessiva. Si è voluto affrontare il problema di una traduzione del testo che tenesse conto delle esigenze proprie e ineludibili della lettura scenica. Dalla parola scritta alla parola scenica, la parola tende a tornare alle sue radici, alla fonte della tradizione orale, incarnandosi ancora una volta nella voce umana, nella voce viva del corpo vivo dell’attore. Voce, canto, corpo, gesto, azione. Luce, tenebra. Un po’ Prometeo, un po’ Filottete, un po’ Lear, un po’ Timone e un po’ il Roth dei tanti Job lontani da chi, lontani da dove. Strettamente legato all’evocazione poetica della parola è l’intervento di suoni, ballate e canti che rendano la dimensione atmosferica temporale-atemporale, eterna. La luce è elemento drammatico centrale così come nel Libro la simbologia del rapporto luce-tenebra, alto-basso, terra-cielo. Sussurri e urla nel silenzio: nel silenzio di Dio, nelle troppe parole degli uomini. Dolore ingiusto, sofferenza innocente, male, ingiustizia, angoscia. Perché? Un uomo giusto. Un lampo: tutto finito, perduto. Perché? Nessuna colpa. La giustizia dov’è? Giobbe non accetta le risposte degli amici. Non si arrende. Soffre ma non tace. Giobbe patisce. Ma non porta pazienza. Va allo scontro col suo Dio. E Dio sceglie Giobbe che non si arrende. Giobbe che resiste. Giobbe che attacca e che cerca.
Per ulteriori informazioni vai al sito internet: www.carlorivolta.it
Durata dello spettacolo: 80 minuti senza intervallo.