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PERCORSO RAPPRESENTARE
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Il percorso Rappresentare propone la rappresentazione teatrale come via di accesso al mistero, che riunisce in sé i sensi dell'udito e della vista, ricreando sul palcoscenico occasioni di meditazione e di contemplazione, attinte da testi e opere della tradizione o dovuti alle creatività di autori contemporanei. |
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Rappresentazione
«ET ELEVATUS EST» |
domenica 09 aprile 2006
Ore 21,00
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Presentazione evento:
Fondazione Persona – La Veja Masca Presenta
Et Elevatus Est Via Crucis
Progetto drammaturgico di Marco Bossi e Gianni Dal Bello
Sons et lumières con gli attori del Laboratorio teatrale C.I.T.A. di Novara
con Gianni Dal Bello
Anna Belfiore, Marco Bossi, Laura Fedigatti, Franca Guglianetti,
Giancarlo Allegra , Beatrice Framorando, Valentina Manica, Roberto Almerini, Antonio Torre , Laura Carpani, Isabella Corti, Antonella Nacca, Laura Balossini, Ilaria Bonsignori, Giuseppe Ricciardi, Simona Busto
Luisa Rizzotti nei brani musicali della Veja Masca
Costumi Anna e Rocco Belfiore Editing video Renato Massucchi Suono Roberto Orfella Luci Andrea Binda
regia di Gianni Dal Bello
Un ringraziamento particolare a Don Tino Temporelli per la ricerca iconografica e le fotografie dalle quali sono tratte significative immagini del Sacro Monte di Varallo Sesia.
Per gli interventi riguardanti la storia dell’arte consulenza di Roberto Moroni In particolare sul sacro Monte di Varallo
ET ELEVATUS EST Sacra rappresentazione sulla Passione di Cristo
Lo spunto di partenza per questa moderna sacra rappresentazione nello stile “Sons et lumières” è quello di rivisitare in modo originale le quattordici tappe della Passione di Cristo e insieme il cammino della redenzione dell’uomo. Uno spettacolo ricco di suggestioni intense scandito da un sottofondo musicale ad hoc, nella quale gli effetti sono lasciati a movimenti coreografici a diretto contatto con il pubblico, alla soffusa atmosfera creata dai giochi di luce, alla riproposizione di immagini sacre di grande effetto visivo rendendo protagoniste le statue delle cappelle del Sacro Monte di Varallo, il primo e il più grande tra i Sacri Monti, vero Vangelo popolare. “… et ego si exaltatus fuero a terra, homines traham ad me ipsum…” cita il vangelo di Giovanni, “…quando sarò elevato da terra attirerò tutti gli uomini a me…”. Questa frase funge da spunto per la riflessione richiamata anche dal titolo. “Et Elevatus Est” racconta del viaggio a Roma dei fratelli D’Errico (Melchiorre e Antonio detto Tanzio) che partirono dalla Diocesi di Novara nel 1600 in occasione dell’anno giubilare. Il loro incontro con Caravaggio fu “illuminante” (nel senso che scoprirono un nuovo modo di “trattare” la luce nelle creazioni artistiche). Tornarono a Varallo e misero in atto quanto appreso nella realizzazione delle splendide cappelle del Sacro Monte. Lo spettacolo è così ispirato al Teatro inerte più famoso e bello al mondo, ora dichiarato dall’Unesco con gli altri Sacri Monti “Patrimonio dell’Umanità”. Le statue sulla Passione di Cristo si materializzeranno tra la gente in Duomo, proprio come amava fare San Carlo Borromeo quando visitava il Sacro Monte di notte accompagnato solo da lanterne e fiaccole. L’azione scenica è improntata a evidenziare i due diversi aspetti di fruizione del Teatro montano. L’idea originaria di Bernardino Caimi, nel 1493, messa in pratica da Gaudenzio Ferrari, fu quella di consentire al pellegrino di vivere il Mistero della Passione a contatto diretto con le statue nelle cappelle, copartecipando all’evento. Dopo il Concilio di Trento, invece, sotto l’episcopato di Carlo Bascapè furono frapposte tra visitatore e messa in scena le grate che ancora oggi caratterizzano la struttura. L’approccio si configurò così come contemplativo. Il Cammino della Croce, in questo Venerdì Santo che conclude il progetto “Passio”, viene riproposto anche riferendosi alla “Via Crucis” (Interlinea edizioni) di monsignor Germano Zaccheo vescovo di Casale Monferrato, interpretazione del testo “Le Chemin de la croix” di Paul Claudel. Un momento teatrale quindi che diviene forma di meditazione. |
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Post evento |
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Documentazione sull'evento:
Si è tenuta il 9 aprile, presso la chiesa del Convento dei Frati Minori di Monte Mesma, la rappresentazione Et elevatus est, progetto drammaturgico di Gianni del Bello e Marco Bossi, ispirato anche alla Via crucis di P. Claudel e messo in opera da Associazione Persona - La Veja Masca. La compagnia, impegnata da tempo nella proposta di sacre rappresentazioni di grande effetto scenico e spirituale, ha ottenuto un nuovo ampio riconoscimento da parte del pubblico presente.
L'intensità dei temi e la leggerezza della recitazione hanno permesso una autentica esperienza spirituale. L'accompagnamento del Cristo nella sua via crucis, la cui evocazione è stata sempre attenta a mettere in rilievo la com-partecipazione umana alla sua sequela. La Passio Jesu non lascia escluso l'uomo e lo convoca a riconoscere la salvezza in essa donata. E' l'anima il soggetto convocato: l'anima della narrazione, l'anima delle forme rappresentative.
La narrazione prende corpo dalla memoria dei grandi artisti locali del 1600 - i fratelli D'Errico - che dalla Valsesia vanno a Roma alla scuola del Caravaggio, il maestro che dal legno, dalla pietra, dal gesso insegna a trarre la luce, riflessa poi nelle opere artistiche disseminate anche nel novarese.
Ma è l'anima dell'uomo che viene illuminata dalla poesia della vicenda narrata e dalla contemplazione delle statute del Sacro Monte di Varallo. L'intensità dei personaggi rappresentati, la lettura umana, psicologica, esistenziale, evocata dal testo, ha saputo raggiungere in alcuni punti l'essenziale della verità teologica che fa della donazione di Cristo nel corpo elevato sulla Croce l'avvio di quella donazione perenne che dalla deposizione in poi è affidata alla chiesa nel mistero del tabernacolo. |
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