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cultura e arte attorno al mistero pasquale 1° Marzo - 3 Maggio 2006
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PERCORSO RIFLETTERE

Il percorso Riflettere convoca cittadini ed esperti a confrontarsi intorno a tematiche di cruciale importanza nell'attuale contesto sociale e culturale, affinché possano nascere nuove consapevolezze intorno all'intrinseca dimensione di fragilità dell'uomo, riletta alla luce del mistero di Cristo morto e risorto, e possano sorgere rinnovate motivazioni a un impegno personale e sociale a favore dell'uomo.



Solitudine di Fabrizio Buttafava
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Convegno

«NEL CUORE DELLA CITTÀ IL GRIDO SILENZIOSO DELLA SOLITUDINE. "NON È BENE CHE L'UOMO SIA SOLO" (GEN 2,18)»

mercoledì 05 aprile 2006

Ore 21,00

Novara

Via Monte san Gabriele, 60
Auditorium «Mons. Aldo Del Monte» - Seminario

Con: Eugenio Borgna, medico psichiatra; mons. Renato Corti, Vescovo di Novara; padre Witold Szulczynski, Caritas Georgia. Conduce: Riccardo Dellupi



Pagine da visitare:

Per consultare l'iter di preparazione al Convegno di Verona (16-20 ottobre 2006) clicca qui.
Link utili: in particolare: http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/borgna.htm
1) intervista allo psichiatra Eugenio Borgna su "L'Arena" il giornale di Verona
2) intervista allo psichiatra Eugenio Borgna su "L'Eco di Bergamo"
3) Articolo dal "Corriere della Sera"
4) Articolo da "La Repubblica"

Presentazione evento:

Nel cuore della sezione nazionale del progetto "Passio 2006" è proposto un convegno sul tema della fragilità umana declinato secondo la prospettiva della "solitudine". Mercoledì 18 gennaio, sepre presso l'Auditorium "Mons. Del Monte" la Diocesi presentava il tema della fragilità umana attraverso un convegno analogo offrendo un quadro complessivo della dimensione della fragilità umana. Rimandiamo alla pagina dedicata nel presente sito internet.
Vi sono svariate forme di fragilità, materiale, psichica, spirituale, esteriore ed interiore. Tra i segni distintivi per identificare una forma pevasiva di fragilità vi è appunto quello della "solitudine". In una società sempre più in ricerca di forme comunicative comode, veloci e sofisticate, avvantaggiate dalla tecnologia delle comunicazioni si riscontra un crescente senso di disagio, di frammentarietà, di solitudini esistenziali silenziose. La solitudine dell'anziano, dell'ammalato, dell'emarginato, del professionista; la solitudine nella famiglia, isole separate di genitori e figli. L'ipercomunicazione può anche produrre patologie nella comunicazione provocando incomunicabilità.
La solitudine non è necessariamente una condizione negativa, così come la fragilità umana più in generale. Può divenire invece un luogo generatore di nuova comunione. La spiritualità cristiana prende le mosse dall'esperienza di solitudine di Cristo stesso, dal deserto, alle notti in preghiera, al Getzemani, sulla croce, fino al grido: "Dio mio, Dio mio! Perché mi hai abbandonato?".
Il Convegno di Novara, presso l'Auditorium "mons. Aldo Del Monte" vorrà portare un contributo significativo al tema. All'interno dello stesso Convegno verranno anche segnalate le persone delegate dalla Diocesi di Novara che parteciperanno al Convegno ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006): don Piero Cerutti, Vicario dei laici; Sironi Daniela, Comunità Sant'Egidio; Carmine Marco, Vicariato di Novara; Silvestri Suor Agnese delle Suore Francescane del Vangelo in rappresentanza della vita religiosa; Locatelli Pier Mario, territorio della provincia di Verbania; Prandi Monica, Vicariato Valsesia; Bazzica Elisa, Vicariato di Arona; Cravero Alberto, Vicariato Borgomanero.

L'incontro pubblico moderato da Riccardo Dellupi, Presidente de La Nuova Regaldi, vedrà quali relatori i seguenti:
Il Prof. Eugenio Borgna, psichiatra di riconosciuta competenza nel settore, affronterà la tematica entro il profilo psicologico, con risvolti culturali, sociali e spirituali per l'uomo d'oggi.
Padre Witold Szulczynski, direttore della Caritas della Georgia illustrerà un'esperienza di profonda povertà della quasi totalità degli anziani ridotti a vivere con meno dell'essenziale dopo il crollo di un paese ex sovietico quale la Georgia. Padre Witold rappresenta per Passio 2006 il referente del progetto di solidarietà presentato in ogni appuntamento dell'intero svolgimento diocesano a sostegno dell'organizazione del poliambulatorio di Tbilisi. Per questi aspetti rimandiamo alle pagine dedicate del presente sito clicca qui.
Mons. Renato Corti
, Vescovo di Novara offrirà un contributo all'interno di un osservatorio tipico della pastorale della Chiesa chiamata a trasformare le solitudini sofferte in nuovi luoghi di autentica comunione.

STRUTTURA DELLA SERATA

  • Ore 21,00 Introduzione di Riccardo Dellupi, Presidente de La Nuova Regaldi
  • Ore 21,15 Prof. Eugenio Borgna - "Nel cuore della città il grido silenzioso della solitudine"
  • Ore 21,50 Padre Witold Szulczynski - "La solitudine e la povertà degli anziani della Georgia e il poliambulatorio di Tbilisi"
  • Ore 22,20 Mons. Renato Corti - "Non è bene che l'uomo sia solo: la comunione come missione della Chiesa"
  • Ore 22,40 Dibattito in sala
  • Ore 23,15 Conclusioni

Post evento
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Documentazione sull'evento:

Il convegno conclusivo del percorso Riflettere, “Nel cuore della città il grido silenzioso della solitudine”, svoltosi al Seminario S. Gaudenzio di Novara il 5 aprile, è stato introdotto da Riccardo Dellupi, Presidente de “La Nuova Regaldi”, che ha ricordato gli aspetti essenziali del progetto Passio, sottolineandone il carattere di preparazione al Convegno ecclesiale di Verona.

Nel contesto di una riflessione, attuata con molteplicità di linguaggi, sulla fragilità umana, è d'obbligo soffermarsi sulla dimensione della solitudine, che, oltre ad avere una propria valenza, si accompagna ad ogni altra forma di dolore e sofferenza.

Il grande tema della solitudine, ha esordito il Prof. Eugenio Borgna, può avere diverse interpretazioni, che dipendono dai ricordi e dalle attese di ciascuno, tuttavia è comunemente possibile distinguervi una presenza o assenza di speranza.

Pertanto, la linea d'ombra che segna la solitudine come isolamento può talvolta sconfinare nella linea di luce che caratterizza la solitudine recuperata.

Se la perdita di relazioni umane, causata dalla malattia somatica o psichica, dall'allontanamento dalla propria patria o casa, conduce a isolamento e sofferenza incalcolabile, esiste tuttavia una solitudine diversa, che può essere vissuta come sfida ai modelli di vita dominanti, come faticoso cammino di distacco dalla precarietà, dal “mercato e dal fracasso”.

Così, la frequentazione del proprio io, agevolata dal distacco, può trasformarsi in frequentazione del mistero.

Ma come si può arrecare aiuto a chi vive la solitudine nella disperazione, nell'inquietudine radicale?

Ciascuno di noi possiede la grande responsabilità di farsi artigiano della speranza, prestando attenzione al volto dell'altro, alla sua voce, spesso silenziosa.

Il volto altrui, come se fosse uno specchio, ci aiuta a riconoscere il nostro: vivendo in continua relazione con gli altri, possiamo aiutare anche noi stessi, perchè il dolore altrui può essere il nostro possibile dolore.

Così, l'ascolto dedicato agli altri diviene esperienza arricchente per chi lo offre, oltre che per chi lo riceve, perchè mantenendo il nostro cuore aperto al dolore altrui, otteniamo noi stessi speranza in cambio dell'aiuto prestato.

Un aiuto che non può essere esclusivamente materiale, ha affermato Padre Witold Szulczynski nel descrivere le disperate condizioni di vita di gran parte della popolazione della Georgia e, soprattutto, della sua componente più anziana, a sostegno della quale è finalizzata la raccolta di fondi attuata nell'ambito di Passio.

Sebbene si trovi ad operare in un contesto per il quale lo stesso termine povertà suona eufemistico, il Responsabile della Caritas Georgiana ha riferito come spesso gli vengano formulate richieste di assistenza in termini di bisogno estremo di compagnia e ascolto, prima ancora che di soddisfacimento di necessità pur fondamentali, quali abitazione e alimenti.

Nelle riflessioni che hanno chiuso l'incontro, Mons. Renato Corti ha richiamato come ciascuno di noi debba incamminarsi sulla strada tra Gerusalemme e Gerico, senza girare lo sguardo dall'altra parte per difendersi dalle attese dei fratelli.

Lo stesso Gesù, assumendo natura di uomo, addirittura nella condizione di servo, ha vissuto entrambe le forme di solitudine, sofferente e aperta alla speranza.

Condividendo tutta la vita umana, compresa la morte, Gesù ha riscattato tale vita nella sua interezza: questo può ben dirsi il più grande esempio di fragilità salvata.

Gabriele Garavaglia

Audio allegati:
- Solitudine audio.wav


 
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