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cultura e arte attorno al mistero pasquale 1° Marzo - 3 Maggio 2006
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PERCORSO RIFLETTERE

Il percorso Riflettere convoca cittadini ed esperti a confrontarsi intorno a tematiche di cruciale importanza nell'attuale contesto sociale e culturale, affinché possano nascere nuove consapevolezze intorno all'intrinseca dimensione di fragilità dell'uomo, riletta alla luce del mistero di Cristo morto e risorto, e possano sorgere rinnovate motivazioni a un impegno personale e sociale a favore dell'uomo.



Convegno

APERTURA DEL IV CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE: TESTIMONI DI GESÙ RISORTO, SPERANZA DEL MONDO

lunedì 16 ottobre 2006

Ore 9,30-19,00

Verona


Arena

S.E. Mons. Flavio Roberto Carraro, Vescovo di Verona; Avv. Paolo Zanotto, sindaco di Verona; S.Em. Cardinal Dionigi Tettamanzi, Presidente del Comitato di preparazione del Convegno; delegati dalla Diocesi di Novara e altri novaresi al Convegno di Verona

Pagine da visitare:

Vai al sito ufficiale del Convegno di Verona: www.convegnoverona.it
Forum di discussione sulla situazione della Chiesa in Italia realizzato in preparazione del Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona: www.dialogosonline.it
Siti istituzionali: www.chiesacattolica.it / www.vatican.va / www.progettoculturale.it

Presentazione evento:

Vai a:
MARTEDI' 17 OTTOBRE: Secondo giorno

MERCOLEDI' 18 OTTOBRE: Terzo giorno
GIOVEDI' 19 OTTOBRE: Quarto giorno - Mattina
GIOVEDI' 19 OTTOBRE: Quarto giorno - Pomeriggio
VENERDI' 20 OTTOBRE: Quinto giorno

PRIMO GIORNO DEL CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE: TESTIMONI DI GESU' RISORTO, SPERANZA DEL MONDO

16 ottobre, lunedì

Pomeriggio (in Arena) CERIMONIA DI APERTURA (libretto completo)

INGRESSO processionale nell’Arena dei delegati al Convegno

CELEBRAZIONE presieduta da S.E. Mons. Flavio Roberto CARRARO, vescovo di Verona (saluto e omelia)

INDIRIZZO DI SALUTO dell’avv. Paolo ZANOTTO, sindaco di Verona (testo)

PROLUSIONE di S.Em. il Cardinale Dionigi TETTAMANZI, presidente del Comitato preparatorio del Convegno (testo)

CONCLUSIONE: momento musicale


Post evento
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Documentazione sull'evento:
18:06 - VERONA 2006: CARD. TETTAMANZI, “LA SPERANZA CRISTIANA ABITA L’ESISTENZA QUOTIDIANA”
“È venuta l’ora – ha detto il card. Tettamanzi, richiamando la Christifideles laici – in cui la splendida teoria sul laicato espressa nel Concilio possa diventare un’autentica prassi ecclesiale”; occorre, quindi, rinnovare il riconoscimento del diritto e insieme della responsabilità dei laici, Necessaria, anche “una più ampia e profonda opera formativa dei laici”. Giungendo al terzo cammino, “cuore del Convegno”, il cardinale ha ricordato che la testimonianza di Gesù Risorto “è dono e compito di tutti i cristiani ed è questione di ogni giorno”. In realtà, “la testimonianza è questione globale e unitaria di spiritualità, di pastorale e di cultura”, ma presuppone anche “un umile e forte esame di coscienza e diviene il frutto di una vera e propria conversione: a Cristo e all’uomo”. La forma specifica della testimonianza cristiana “è la coerenza con la grazia e le responsabilità che ci vengono dall’incontro vivo e personale con Gesù, dall’obbedienza alla sua parola, dalla sequela del suo stile di vita, di missione e di destino”. “Testimone - ha concluso il cardinale - è chi vive nella logica delle beatitudini evangeliche”, anche a prezzo “dei grandi e piccoli martiri della fede”. (Agenzia SIR)

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SINTESI DELLA PROLUSIONE DEL CARDINAL DIONIGI TETTAMANZI (testo in pdf)
Il convegno di Verona deve guardare alla speranza come “stile virtuoso - come anima, clima interiore, spirito profondo - prima ancora che come contenuto”. L’invito che, in apertura del decennale appuntamento ecclesiale, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha rivolto ai 2.700 partecipanti è stato dunque a parlare non solo “di” speranza, ma “con” speranza.
L’arcivescovo di Milano, che è anche presidente del comitato preparatorio all’evento, ha voluto inizialmente salutare il segretario generale della Cei, il vescovo Giuseppe Betori, assente perché convalescente dopo una delicata operazione. Il presule lombardo si è detto rassicurato dalle “confortanti notizie sul suo rapido e pieno ristabilimento”.Poi ha voluto ricordare il vescovo di Monreale, Cataldo Naro, morto improvvisamente nei giorni scorsi.
Il cardinale ha collocato le giornate scaligere nel solco della “consegna strategica alla Chiesa e al mondo” che è venuta dal Concilio Vaticano II.
Poi è passato a definire la speranza come stile virtuoso, che è “parte essenziale e integrante del realismo cristiano”. Il porporato ha posto sotto il segno della fiducia anche gli innegabili “mali, drammi, pericoli crescenti e talvolta inediti dell’attuale momento storico”. Davanti ad essi “tutti, grazie alla presenza indefettibile di Cristo Signore e del suo Spirito nella storia di ogni tempo”, possiamo e dobbiamo riconoscere che la speranza non è solo un desiderio o un sogno o una promessa, non riguarda unicamente il domani, ma è una realtà molto concreta e attuale, che non abbandona mai la nostra terra: le persone, le famiglie, le comunità, l’umanità intera, soprattutto la Chiesa del Signore”. Da questo atteggiamento derivano uno sguardo e un cuore evangelici che permettono di vedere e godere del “numero incalcolabile di semi e germi e frutti e opere concrete di speranza che sono in atto nei più diversi ambiti delle nostre Chiese e nella nostra società”. Tettamanzi si è poi soffermato su tre cammini in corso nella Chiesa italiana. Il primo “è quello di una maturazione sempre più chiara e forte della coscienza della Chiesa circa la sua coscienza evangelizzatrice”.
Questa sua imprescindibile missione - vero e proprio  “caso serio” della Chiesa - sta vivendo oggi “una stagione di singolare urgenza e indilazionabilità”, nella quale per il cardinale “registriamo una più diffusa ed esplicita consapevolezza della ‘distanza’ (nel senso di estraneità e/o antitesi) che nel nostro contesto socio-culturale e insieme ecclesiale esiste tra la fede cristiana e la mentalità moderna contemporanea”. Più che della distanza, ha sottolineato, però, la preoccupazione che ci dovrebbe essere per la “differenza”, per la “specificità” della fede cristiana. “Inserendoci nell’orizzonte del convegno, diciamo: siamo chiamati a custodire, ossia conservare, vivere e rilanciare l’originalità, di più la novità, unica e universale, della speranza cristiana, il Dna cristiano della speranza”. Essa è Cristo. Va vissuta in una prospettiva escatologica, che non mette semplicemente in questione “la fine, la conclusione della vita, ma il fine, il senso o logos della vita dell’uomo”. Infine, la speranza in Cristo “genera un rinnovato pensiero antropologico”. Coinvolge l’uomo nella sua “totalità e radicalità”. Sia per ciò che riguarda la cultura “alta” sia per quella che “contagia e modula ogni persona e ogni gruppo sociale nella loro concretezza quotidiana”.
Il cristianesimo con la novità dei suoi contenuti può formare una rinnovata “figura antropologica sotto il segno della speranza” che coinvolga “inizio e termine della vita, cura delle relazioni quotidiane, qualità del rapporto sociale, educazione e trasmissione dei valori, sollecitudine verso il bisogno, modi della cittadinanza e della legalità, figure della convivenza tra le religioni, le culture e i popoli tutti”. Insomma un “sapere della speranza” da cui potrebbe “incominciare una seconda fase del progetto culturale”. Il secondo cammino è improntato alla maturazione della “coscienza e della prassi della comunione ecclesiale”.
Essa è dono di Dio. Ha una modulazione antropologica e sociale e non può non portare a “forme di vera e propria corresponsabilità”. E’ necessario, poi, “sviluppare una più ampia e profonda opera formativa dei laici”.
Infine, il cuore del convegno, i cammini della testimonianza cristiana. Essa è generata e sostenta dalla fede nel Risorto. Punta come specifico al vissuto esistenziale ed è essenzialmente “coerenza con la grazia e le responsabilità che ci vengono dall’incontro vivo e personale con Gesù Cristo morto e risorto, dall’obbedienza alla sua parola, dalla sequela del suo stile di vita, di missione e di destino”.
Il porporato ha concluso con una citazione del martire sant’Ignazio di Antiochia: “Quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si riconosceranno dalle loro opere. Ora non si tratta di fare una professione di fede a parole, ma di perseverare nella pratica della fede sino alla fine. E’ meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo”.

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I VOLONTARI DELL'ORGANIZZAZIONE DEL CONVEGNO
Sono oltre 650 i volontari che la diocesi di Verona ha mobilitato per il convegno ecclesiale nazionale che si svolge nella città scaligera da oggi a venerdì 20 ottobre. Saranno distinguibili per un “fratino”, cioè una casacca che copre petto e schiena, con la scritta “diocesi di Verona” - sono quasi tutti giovani delle parrocchie, gruppi scout, università, ma sono presenti anche adulti. Due sono i responsabili generali, mentre c’è un coordinatore per ogni settore di attività. Si tratta dei vari servizi che più di 500 di questi volontari svolgeranno durante tutto il convegno.

All’interno degli spazi della Fiera di Verona e al di fuori di essa. Alcuni di loro, infatti, saranno dislocati in vari info-point per dare informazioni sul convegno ai partecipanti e ai cittadini di Verona. Per i primi saranno soprattutto attivi i punti informativi presso i luoghi di arrivo a Verona (aeroporto, stazione fs, autostrada), mentre altri gazebo si potranno incontrare sul piazzale della Fiera, e nel centro cittadino: in piazza Bra e in piazza delle Erbe. Una volta che i convegnisti saranno giunti alla Fiera, troveranno ad aiutarli altri volontari addetti all’accoglienza, oppure ai servizi di segreteria.
Anche i testi per i lavori e per i giornalisti saranno riprodotti e distribuiti grazie a chi presterà la propria opera nella stamperia del convegno e presso la sala stampa, nella quale sono accreditati oltre 600 operatori dei media, tra tecnici e giornalisti. Un altro gruppo si dedicherà al trasporto di cose e persone attraverso automobili e pulmini, nonché all’assistenza dei partecipanti durante gli spostamenti in città, all’interno dei vari luoghi interessati dal convegno (come l’Arena e le chiesa da cui oggi partirà la processione della cerimonia iniziale) e per la sistemazione alberghiera.
A questi volontari “full time” ne vanno aggiunti altri 140 che si dedicheranno esclusivamente all’assistenza dei disabili nella giornata di giovedì, per favorire al meglio la partecipazione di queste persone all’incontro con Benedetto XVI. Alla “cinque giorni” ecclesiale i volontari si sono preparati nei mesi scorsi con diversi incontri nelle parrocchie del territorio.

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IL MONDO MISSIONARIO PRESENTE A VERONA
C’è una forte presenza del mondo missionario a Verona in occasione del 4° Convegno Ecclesiale nazionale. Per tutto l’anno il Consiglio missionario nazionale ha dedicato incontri e momenti di riflessione sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. In particolare, a maggio 2005 e gennaio 2006 il Consiglio nazionale missionario ha dedicato due importanti incontri in preparazione dell’importante evento ecclesiale. “Il nostro pensiero va ai numerosi missionari italiani impegnati in tutto il mondo a svolgere un servizio all’uomo e al Vangelo nei luoghi più difficili del globo – dice monsignor Giuseppe Pellegrini, direttore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese -. Penso al grande segno di pace e di solidarietà che essi riescono a dare stando accanto alla gente, ai giovani e alle famiglie di Terra Santa che vivono in situazioni di difficoltà a causa della drammatica situazione in Medio Oriente oppure in aree geografiche difficili come l’Africa, l’Asia e il Sud America”. A Verona anche gli Istituti missionari hanno dato un contributo di rilievo all’appuntamento veronese. “Il convegno vuole essere una sinfonia di voci che esprimano tutta la variegata realtà della Chiesa italiana, le sue tante voci, le molteplici esperienze di speranza” spiega Gottardo Pasqualetti nell’introduzione al volumetto In cammino verso Verona dell’Editrice Emi, un contributo. “Sinfonia – aggiunge - in cui entra pure la voce dei martiri della Missione, che negli ultimi decenni hanno dato la vita perché coinvolti con la sorte dei poveri, degli sfruttati e oppressi, per dare loro quella speranza che incoraggia a lottare per la difesa dei propri inalienabili diritti”. Proprio i missionari martiri saranno ricordati nella “veglia missionaria” che si terrà martedì 17 ottobre 2006 alle ore 20.30 nella Cattedrale di Verona. La veglia di preghiera missionaria sarà animata dal Centro missionario diocesano, dagli Istituti missionari di Verona in collaborazione con la Fondazione Missio. “E’ un segno forte quello che il mondo delle missioni invia dal 4° Convegno Ecclesiale proprio durante l’ottobre missionario e nell’approssimarsi della Giornata mondiale dedicata alla missione e al ricordo di tutti coloro, sacerdoti, religiosi e laici missionari che hanno dato la vita per amore del Vangelo e degli altri – sottolinea monsignor Giuseppe Pellegrini, direttore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria della Cei e direttore della Fondazione Missio -. La presenza dei missionari nel corso dei lavori convegnistici è rappresentata da dieci missionari, due per ogni continente. Nutrita anche la presenza dei fidei donum in servizio. Tra gli stand della Fiera, luogo in cui si svolgeranno i lavori, è possibile visitare diverse aree espositive dedicata al mondo missionario.

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“STAUROS PER L'ARTE CONTEMPORANEA PRESENTE NELL'AMBITO DEL 4° CONVEGNO ECCLESIALE"

Presente insieme ad altre iniziative de L’arte nel segno della risurrezione, che faranno da cornice coreografica al IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona 2006, la Collezione: Staurós per l’arte contemporanea. In essa verranno mostrate, ai delegati delle diocesi italiane, dal 16 al 20 ottobre, le opere della XII Biennale di arte sacra, uno specimen delle opere del Museo Staurós di S. Gabriele – Isola del Gran Sasso (Te) e alcune opere del Corso di Perfezionamento in arte per la Liturgia sul tema della Risurrezione.
L’esposizione di complessive 150 opere avrà luogo nel Quartiere Fieristico veronese, nel settore adiacente a quello dell’incontro ecclesiale nei giorni del Convegno.
La XII Biennale, che costituisce la parte più rilevante dell’esposizione e le cui opere sono state create appositamente per questa manifestazione ecclesiale, è stata coordinata da un Comitato scientifico composto da Mariano Apa, Giuseppe Bacci, Giuseppe Billi, Carlo Chenis, Ottaviano D’Egidio, Adriano Di Bonaventura e Silvia Pegoraro, che ha chiamato a collaborare molti critici: Mariano Apa, Amnon Barzel, Luca Beatrice, Giuseppe Billi, Lorenzo Canova, Carlo Fabrizio Carli, Toti Carpentieri, Carlo Chenis, Bruno Corà, Philippe Daverio, Adriano Di Bonaventura, Alberto Fiz, Marco Gallo, Roberto Gramiccia, Pierluigi Lia, Domenico Montalto, Silvia Pegoraro, Elena Pontiggia, Mary Angela Schroth, Giandomenico Semeraro. Ogni critico ha scelto e assistito nella creazione delle opere, tre soli artisti.
Una Biennale metodologicamente diversa dalle precedenti, quindi; una formula nuova per ovviare al monolitismo di un unico curatore mostrando come, nel cristianesimo, i linguaggi possono essere molti, anche se il contenuto deve essere chiaramente religioso.
È stata allora responsabilità dei critici a identificare la chiarezza del linguaggio, e degli artisti ad offrirla. Il tema della testimonianza del Cristo risorto presenta un doppio aspetto. Si tratta certo, di mostrare il Cristo; ma di mostrarsi soprattutto dei testimoni. Ora, la risurrezione non ha testimoni, mentre la Chiesa deve averli.
Il Cristo risorto lo troviamo nelle apparizioni e soprattutto nelle ascensioni, vera icona, dopo quella della croce, della sua glorificazione. Ma è soprattutto il momento dell’Ascensione quello che impone la testimonianza. Gli angeli, infatti, dicono agli apostoli di non continuare a guardare in cielo, ma di andare ad annunciare il Vangelo. L’icona della testimonianza del Cristo risorto sarà allora autentica solo nel volto e nelle opere dei testimoni.
La Biennale è realizzata dalla Fondazione Staurós Italiana Onlus in collaborazione con la Conferenza Episcopale italiana, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il Patrocinio della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, del Ministero dei Beni Culturali e Attività Culturali dello Stato, della Regione Abruzzo, della Provincia e del Comune di Isola del Gran Sasso d’Italia (Te).
La Fondazione Staurós si dice felice di collaborare per ricreare l’antico rapporto tra fede e cultura, favorendo il dialogo della Chiesa e con il mondo della arti figurative per aiutare l’uomo nella ricerca dell’eterno attraverso il mezzo della bellezza. Staurós esprime la più viva gratitudine agli artisti, al Comitato Direttivo, al Comitato dei Curatori e a quanti hanno collaborato alla realizzazione dell’Esposizione. Fa eco al Segretario CEI, Mons. Giuseppe Betori, nell’auspicare “che il percorso promosso dal Convegno ecclesiale di Verona possa contribuire a ritessere rapporti di fiducia tra mondo delle arti e mondo della fede, come pure a dare nuova linfa e nuovo impulso a quella committenza ecclesiale che rende possibile realizzare nelle forme del genio artistico la testimonianza del Vangelo".

Testi tratti dal sito: www.convegnoverona.it

Documenti allegati:
- Prolusione Tettamanzi.pdf


 
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