Descrizione evento:
Le sonate da chiesa del barocco italiano
Isabella Leonarda Sonata duodecima da chiesa op. 16
(Novara 1620 - 1704) a violino, violoncello e basso d’organo
Maurizio Cazzati Sonata da chiesa op.18 n° 2
(Mantova 1616 - 1678) a due violini, violoncello e basso d’organo
Giovanni Maria Bononcini Sinfonia da chiesa seconda op. 4
(Modena 1642 - 1678) a due violini, violoncello e basso d’organo
Andrea Stefano Fiorè sinfonia da chiesa ottava op.1
(Torino 1686 - 1732) a due violini, violoncello e basso d’organo
Andrea Stefano Fiorè sinfonia da chiesa terza op.1
(Torino 1686 - 1732) a due violini, violoncello e basso d’organo
Arcangelo Corelli Sonata ottava op.3
(Roma 1653-1713) a due violini, violoncello e basso d’organo
(le città non indicano la nascita ma i luoghi dove i compositori vissero e scrissero le musiche)
Ensemble Isabella Leonarda 415hz
Fabio Bellofiore, violino barocco ( anonimo scuola napoletana sec 18°)
Eugenio Silvestri, violino barocco ( copia Maggini, sec. 18°)
Claudio Frigerio, violoncello barocco (Testore, sec 18°)
Francesco Silvestri, Organo portativo
Note al programma:
La sonata si sviluppò in quei centri in cui era molto forte la presenza della chiesa o della corte. Ebbe grandissima diffusione grazie ai costi di pubblicazione, estremamente bassi che ne favorivano la stampa, considerando che i mecenati, solitamente i dedicatari delle opere, erano più disponibili a finanziarne la loro pubblicazione. Le sonate da chiesa spesso si confondevano nei contenuti con quelle da camera, al punto che probabilmente l' unico punto dirimente era la destinazione finale della medesima: i fedeli nei concerti avanti la Messa, o le sale di corte.
Molto singolare in tal senso è la Sonata XII di Isabella Leonarda, Orsolina compositrice novarese ed unica compositrice del barocco italiano a pubblicare sonate strumentali. Dopo un preludio ricco di diminuzioni e scale che definiscono l' impianto tonale, seguono una serie di arie stilizzate, tra le quali è particolarmente riconoscibile una bergamasca finale. La sonata in programma di Maurizio Cazzati, Maestro di cappella in San Petronio, fa parte di una raccolta di sonate (op.18), dedicate a Nobildonne bolognesi che probabilmente frequentavano le funzioni in Duomo. La sonata alterna tempi gravi molto espressivi, ad allegri in stile imitativo: la dolcezza melodica ed il dialogo paritario del primo e secondo violino sono altamente suggestivi. Il torinese Fiorè pubblicò le sue sinfonie da chiesa a solo 13 anni: sbalorditiva è la sapienza è la sapienza tecnica del giovane compositore, la condotta delle parti unitamente alla raffinatezza dell' impianto armonico. Sconosciute o quasi ai giorni nostri, furono invece molto apprezzate dal Quantz ( compositore di un celebre trattato), che evidenziò l' abilità del compositore nella condotta armonica.
La sinfonia da chiesa del modenese Bononcini, tende molto allo stile corelliano, soprattutto per quanto concerne la successione dei tempi: le parti imitative sono tuttavia molto più concise e serrate.
Maestro riconosciuto della Sonata nel periodo barocco, anche la Sonata op.3 di Corelli in programma non si discosta dal suo schema tipico che verrà successivamente codificato dai compositori coevi: un adagio espressivo, un allegro fugato, una sarabanda in ternario ed una quasi giga in tempo composto.