La storia di Gesù è al centro di un
processo mediatico accompagnato da un
successo commerciale enorme, ma le tesi che sostengono
libri di cassetta come il Codice da Vinci
non trovano fondamento a livello della ricerca scientifica. Eppure gli
effetti sull’opinione pubblica sono talmente dirompenti al punto che, da una ricerca compiuta in Gran Bretagna,
tra il 25 e il 27% degli intervistati ritiene che Gesù sia davvero stato sposato con Maddalena, un risultato che pone seri interrogativi sulla percezione popolare del fondamento delle origini cristiane. A queste e altre domande legate alla storicità della figura di Gesù, hanno cercato di dare risposta
Massimo Introvigne e
Romano Penna, due fra i massimi esperti dell’argomento chiamati ad animare la tavola rotonda sul tema “Il processo storico e mediatico a Gesù”, che venerdì sera ha richiamato un pubblico numeroso e attento nella Sala dell’Arengo del Broletto a Novara. «Da un po’ di anni,
Gesù fa notizia ma non a livello accademico fondato: c’è una grande differenza tra il successo commerciale di certi libri che pescano nel torbido e la ricerca accademica che non fa notizia» ha messo in evidenza Romano Penna, docente di Sacra scrittura all’Università Pontificia Lateranense, il quale ha sottolineato che
occorre un vaglio critico nello studiare le fonti e che il lavoro di ricerca attorno alla figura storica di Gesù è tutt’altro che concluso.
«Di fronte alle 60 milioni di copie vendute dal libro di Dan Brown e ai risultati del sondaggio compiuto in Inghilterra, scaturisce la domanda del
perché così tante persone hanno preso sul serio il Codice da Vinci pur essendo un romanzo thriller
basato su documenti falsi. Il problema è che oggi sia chi va in Chiesa sia chi non ci va ha
conoscenze molto rozze sulle origini del cristianesimo» ha spiegato Introvigne, sociologo e direttore del Centro studi sulle nuove religioni. «In un mondo dominato dalla
paura scaturita dai tragici eventi dell’11 settembre, le teorie sui complotti sono tornate di nuovo di moda. Alle paure si risponde non solleticandole con i thriller, ma con l’
informazione corretta: certamente è più faticoso, ma ha il vantaggio di essere una cosa seria» ha aggiunto Introvigne. Ed è proprio quello che sta facendo la Chiesa, usando gli stessi strumenti mediatici per rispondere alla sfida culturale senza precedenti lanciata dal processo mediatico e storico a Gesù scaturito negli ultimi anni: «
Papa Benedetto XVI è sceso in campo personalmente scrivendo il
Gesù di Nazareth e scegliendo coraggiosamente di pubblicarlo con un editore commerciale e laico» – ha ricordato Introvigne.
Don Silvio Barbaglia, il docente di Sacra scrittura allo Studio teologico San Gaudenzio di Novara che ha moderato la serata, ha concluso l’incontro sottolineando che «
c’è bisogno un grande lavoro culturale da parte di tutta la Chiesa».
(kac)