|
|
|
PERCORSO RIFLETTERE
|
|
Il percorso Riflettere convoca cittadini ed esperti a confrontarsi intorno a tematiche di cruciale importanza nell'attuale contesto sociale e culturale, affinché possano nascere nuove consapevolezze intorno all'intrinseca dimensione di fragilità dell'uomo, riletta alla luce del mistero di Cristo morto e risorto, e possano sorgere rinnovate motivazioni a un impegno personale e sociale a favore dell'uomo. |
|
|
Talk Show
GESU' CRISTO IERI, OGGI E SEMPRE. TRE FILM, TRE ANGOLAZIONI, TRE GENERAZIONI... MA DI LUI SI CONTINUA A PARLARE! |
venerdì 31 marzo 2006
Ore 20,30
|
|
|
|
|
Presentazione evento:
GESU' CRISTO IERI, OGGI E SEMPRE. TRE FILM, TRE ANGOLAZIONI, TRE GENERAZIONI... MA DI LUI SI CONTINUA A PARLARE!
Condotto da Lorena Bianchetti, di Rai2 il Talk Show vedrà la presenza di: 1) Alfredo Bini produttore de Il Vangelo Secondo Matteo di P.P. Pasolini; Margherita Caruso (Maria giovane) nel film il Vangelo secondo Matteo; 2) Enrico Danesi, critico cinematografico per Gesù di Nazaret di F. Zeffirelli; 3) Pedro Sarubbi (Barabba) e
don Silvio Barbaglia, biblista.
La particolarità dell'appuntamento è ulteriormente accresciuta dall'incontro tra gli interpreti e il produttore del Vangelo di Pasolini che si rivedono per la prima volta dopo oltre quarant'anni da quel 1964, anno di produzione del film. Sarà anche presente a Novara in quei giorni una delegazione ufficiale della Diocesi di Matera a motivo dei film di Pasolini e di Gibson".
Tre generazioni a confronto, la generazione degli anni '60/'70, quella degli anni '80 e quella del passaggio da un millennio all'altro. Tre volti "storici" di Cristo: quello interpretato da Enrique Irazoqui nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini (1964), quello di Robert Powell in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli e quello di Jim Caviezel in The Passion of the Christ di Mel Gibson. La sera del 3 maggio 2006, al teatro Carlo Coccia, teatro di tradizione della città di Novara, la Compagnia "La Goccia" presenterà un quarto volto "storico" di Gesù: quello di Ted Neeley.
La serata con la presenza di interpreti, produttori ed esperti non vuole essere tanto centrata su di loro, quanto piuttosto, grazie alla loro esperienza e testimonianza guardare all'unico personaggio veramente decisivo, quello di Gesù Cristo. Per questo il titolo suona così: "Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre". Ogni attore è chiamato ad entrare nella parte che interpreta, ma quando "l'entrare" richiede qualcosa di più, come nel caso dell'interpretazione del ruolo di Gesù, allora l'arte interpella l'esistenza e la vita direttamente. Entro questo quadro è collocato il Talk Show che per la prima volta cerca di far dialogare tali personaggi con il pubblico. L'ingresso è libero come in tutti gli eventi di Passio 2006 con la possibilità di lasciare un'offerta in aiuto di un progetto della Caritas della Georgia al termine del Talk Show. |
|
|
|
|
Post evento |
|
Documentazione sull'evento:
Il talk show avente a tema Gesù Cristo ieri, oggi e sempre, tenutosi il 31 marzo al Cinema Teatro Sacro Cuore di Novara, si è aperto con un intervento di Don Silvio Barbaglia, che ha richiamato l'importanza di mantenere al centro della serata la figura di Gesù Cristo e il valore redentivo della Sua sofferenza, morte e risurrezione, pur accompagnandovi l'analisi critica dei tre film girati da Pasolini, Zeffirelli e Gibson. Forzatamente assenti Enrique Irazoqui, Gesù in “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, Don Basilio Gavazzeni, consulente teologo di Mel Gibson a Matera e la biblista Rosanna Virgili, la conduttrice Lorena Bianchetti, dopo aver ricordato Giovanni Paolo II, testimone e maestro di quel Vangelo della sofferenza al quale si ispira l'intero progetto Passio, ha introdotto nella conversazione gli altri ospiti presenti, Alfredo Bini, produttore de “Il Vangelo secondo Matteo”, Margherita Caruso, Maria Giovane nel medesimo film, Pedro Sarubbi, Barabba in “The Passion of the Christ” di Gibson e il critico cinematografico Enrico Danesi. Gli interventi degli ospiti si sono alternati alla proiezione di spezzoni tratti dai tre film, al coinvolgimento del pubblico presente in sala e alle riflessioni di carattere biblico e spirituale condotte da Don Silvio. Ai ricordi di Alfredo Bini concernenti gli sviluppi iniziali del progetto cinematografico di Pasolini e il contesto socio-culturale nel quale questo ha preso corpo, Margherita Caruso ha unito le proprie impressioni sul modo di lavorare del regista, autentica guida capace di interpretare sentimenti ed emozioni dei suoi attori, non professionisti ma scelti sulla base del “volto e dell'anima”. Pedro Sarubbi ha messo in evidenza come la sua partecipazione al film di Gibson non sia rimasta confinata ad un ambito strettamente professionale, per quanto importante, ma si sia accompagnata ad un autentico percorso di conversione interiore, non privo di momenti dolorosi. Enrico Danesi ha delineato come esistano due diversi approcci di fondo alla trasposizione cinematografica del Vangelo : ad un filone definibile “hollywoodiano” che ha condotto, pur con eccezioni quali il film di Zeffirelli, ad esiti anche discutibili dai punti di vista artistico e, soprattutto, teologico, se ne contrappone un altro, che tende a riproporre lo “scandalo” del Vangelo, piuttosto che ad accontentare e rassicurare il pubblico. I film di Pasolini e Gibson, pur nelle loro innegabili, reciproche diversità, sono tra i momenti più alti di questa cinematografia, che non ricerca il plauso immediato degli spettatori, ma che vuole invece "fare problema". Don Silvio ha sottolineato come l'uomo, sempre alla ricerca di protezione e sicurezza, mentre è affascinato dalla figura di Gesù viene spaventato dalla Croce : come è possibile ritenere bella l'immagine del Crocifisso, scandalosa e incomprensibile se ragioniamo nei termini del senso comune? La bellezza della Croce deriva dall'opporsi di Gesù al mysterium iniquitatis, dal Suo rimanere fedele fino all'ultimo alla propria missione: Gesù non cerca il dolore fine a sé stesso, bensì Egli è il missionario e il martire per antonomasia, consapevole del rischio imposto dalla scelta intrapresa. La morte di un figlio può essere considerata la più alta esperienza di dolore per l'essere umano : con la morte del Figlio il dolore è entrato nella storia di Dio. Gesù, l'Emmanuele, il Dio con noi, muore per tutti : in questa morte, viene raccolta l'intera umanità, nel punto ove tutti si riconoscono. La risurrezione di Gesù prova che il Suo atto di amore estremo per l'umanità va oltre la morte, la supera, ne segna la definitiva sconfitta. A più riprese, nel corso della serata, è stato ricordato lo straordinario ruolo svolto dalle donne, e in primis da Maria, nei Vangeli: l'aprirsi e il chiudersi della narrazione evangelica con questo protagonismo di figure femminili, all'epoca ritenute del tutto ininfluenti dal punto di vista sociale, testimonia ancora una volta che le scelte di Dio non sono le nostre, che la Sua logica non è la nostra.
|
|
|
|
Articoli Stampa presenti per questo evento:
- Titolo articolo: Io, Gesù nel film di Pasolini. Intervista a Enrique Irazoqui di Lorenzo Rosoli
Testata: AVVENIRE
Documento: Clicca qui
Html: Html
|
|
|
|
|
|